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Il salario reale
Lo sviluppo delle forze produttive non solo semplificando il lavoro aumenta la concorrenza fra i lavoratori, ma anche fra forza-lavoro viva e morta. Cioè le macchine tendono a sostituirsi progressivamente ai salariati. In ultima istanza, dunque, lo sviluppo della forza produttiva del lavoro, in particolar modo la forza sociale dei lavoratori stessi, non soltanto non è loro pagata ma è diretta contro di essi.
Losurdo, i diritti formali e i liberali
Losurdo denuncia come non ci sia una corrispondenza necessaria tra la tradizione liberale borghese e il rispetto della dignità dell’uomo. Così, uno dei padri nobili del liberalismo, J. Locke metteva sullo stesso piano schiavi e cavalli, entrambi acquistabili attraverso un contratto di compravendita.
Uguaglianza, libertà e valore di scambio in Marx
Il mondo antico si fonda sulla schiavitù, mentre il mondo feudale sulla particolarizzazione dell’attività produttiva fondata sul privilegio. Solo il lavoro generale della società borghese produttore di valori di scambio rende possibile la sua espressione idealizzata nella forma di rapporti fondati sulla libertà e l’eguaglianza.
Orario, ritmi di lavoro e salario
Perché bisogna battersi per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario piuttosto che per la riduzione delle tasse sul lavoro, il salario minimo, il reddito di cittadinanza e/o di esistenza?
Storia e futuro della questione comunista
Il processo storico è per tutti complesso, tortuoso, imprevedibile; ma per coloro che, piuttosto che accettarlo passivamente così com’è, si propongono di orientarlo o influenzarlo, lo scarto fra progetti e speranze iniziali da un lato e sviluppi successivi dall’altro si rivela di un’ampiezza particolare e talvolta dolorosa.
Il salario nominale e il salario reale
I lavoratori salariati sono costretti non solo a vendere la loro forza-lavoro, ma anche ad acquistare i beni di prima necessità contro tutti i princìpi che regolano il mercato, in quanto sono costretti dalla necessità ad acquistare e vendere e non possono fare leva sulla dialettica fra domanda e offerta.
Marx, l’uguaglianza formale e lo sfruttamento reale
Marx estende ai rapporti socio-politici la critica di Feuerbach alla rappresentazione religiosa, quale proiezione all’esterno da parte dell’uomo della sua essenza che, in tal modo, gli si contrappone nella sua oggettivizzazione in un’alterità fantastica.
Il salario sociale e le sue deformazioni ideologiche
In una determinata epoca storica – stabilito il rapporto di forza fra capitale e forza-lavoro – e a un certo grado sviluppo della civiltà in un luogo geografico specifico, il salario è tutt’altro che una variabile indipendente e il suo livello non ha in sé alcun legame con la produttività del lavoro.
L’attuale livello di attacco al salario
A fondamento delle costanti variazioni empiriche del salario individuale, quale prezzo della forza-lavoro, vi è il suo costo di produzione sociale come del resto per ogni altra merce. Ciò consente di smentire le correnti tesi borghesi che, sulla base della presunta pluralità dei fattori di produzione, pretendono che il salario deriverebbe dalla produttività del lavoro, cioè dal suo contributo al prodotto finale, occultando così lo scambio ineguale tra forza-lavoro e capitale alla radice dello sfruttamento.
Diritti formali e bisogni reali in Marx
L’identità sancita dai diritti di cittadinanza è formale e deve cedere il passo al suo contenuto materiale, alla differenza di classe che ha inconsapevolmente sussunto dall’esistente. Il cittadino è un’astrazione priva di vita, un’essenza irrelata, autosufficiente, priva di bisogni, assolutamente piena, beata, prodotto della rappresentazione, del gonfiarsi dell’individuo privato della società borghese, in cui la vera cittadinanza è la condizione di straniero.