Rifiutiamo le armi

Si è costituito a Roma nel IV Municipio il Coordinamento “No armi No guerra”, che si prefigge di rilanciare la necessaria mobilitazione contro l’economia di guerra che sottrae risorse alla spesa sociale.


Rifiutiamo le armi

Nonostante il periodo estivo e il caldo che ha ripreso a sfiancare le attività, nella giornata di ieri 15 luglio, si è costituito nel IV Municipio di Roma il Coordinamento “No armi No guerra”. Con la partecipazione di associazioni locali, rappresentanti di forze politiche ( PRC, M5S e SI), cittadini e cittadine del territorio, si è svolto un interessante dibattito segnato dal rifiuto dell’aumento della spesa militare al 5% del Pil. Uno stravolgimento economico che, si giudica, impatterà pesantemente sulla vita delle persone e dei territori.

La recente guerra Israele-Iran con l'intervento diretto degli Usa e la subalternità della UE, è stato giudicato un salto di qualità nel governo della competizione globale affermando in termini sistemici una economia di guerra. La decisione della UE di aumentare le spese militari fino al 5% del Pil mentre sottrae risorse alla spesa sociale (sanità, scuola, lavoro, crisi climatica) costituisce una minaccia per la pace e una militarizzazione della democrazia. Tutti concordi nel tentare di fermare questa deriva!

La mobilitazione contro il riarmo è stato da più parti indicato nodo centrale; reciderlo diventa fondamentale per ripensare e lavorare a un modello alternativo (economico, sociale, ambientale). La priorità si è individuata nell’allargare il più possibile la consapevolezza e la mobilitazione nei nostri territori, convergendo ognuno con il proprio bagaglio politico e culturale.

Già nel 2024 si poteva registrare la fine dell’era del disarmo, del bipolarismo nucleare USA-Russia. Alla guerra Russia-Ucraina supportata dall’Europa e dagli USA, si affiancava il genocidio in Palestina e le incursioni di Israele in Cisgiordania, Libano, Siria e, con la diretta partecipazione dell’aviazione americana, in Iran.

Contemporaneamente iniziava una corsa agli armamenti, con nuove armi, con la proliferazione di droni e missili, armi “low cost ma ad alto impatto strategico” . Si sta accelerando lo sviluppo e la produzione di droni, robot, laser e sistemi intelligenti AI-integrati che promuovono le cosiddette guerre asimmetriche in cui si confrontano forze con risorse, tecnologie o strategie molto diverse. Le testate nucleari vengono sostituite con quelle più potenti, fino a 85 volte la capacità distruttiva di quella di Hiroshima.

In questo clima di guerra, la bomba atomica si è ormai trasformata da arma di deterrenza in arma di pronto impiego.

Il denominatore dei rapporti tra le nazioni non è più la diplomazia, il diritto internazionale, ma una logica di guerra: amplificata dai media, sollecita insicurezza e paura. Ne soffre la democrazia, ne godono le industrie di armi. 

La maggioranza del popolo italiano è contrario all’acquisto e alla vendita di armi, ma viene sistematicamente ignorata dal Governo e dal Parlamento italiano.

È ora di dire basta. Sono ancora vigenti l’art. 1 della Costituzione (“la sovranità appartiene al popolo...”)

e l’art. 11 (L'Italia ripudia la guerra …): vanno praticati.

Il Coordinamento “No armi No guerra”, dunque, si costituisce per denunciare i costi sociali del riarmo e i pericoli che comporta, per informare e contrastare la politica guerrafondaia, costruire percorsi e mobilitazioni di pace; per promuovere un dibattito il più ampio possibile, che veda il coinvolgimento di cittadini/e, associazioni, movimenti, realtà sociali e sindacali. Sono, infine, state proposte Iniziative di informazione e mobilitazione che verranno definite nei prossimi giorni.

Per maggiori informazioni: Coordinamento “No armi No guerra” IV municipio

18/07/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Redazione

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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