Editoriali

Le crisi di sovrapproduzione sempre più ampie e distruttive, rese necessarie dalla progressiva caduta del tasso di profitto, mettono progressivamente i popoli e, più in generale, l’umanità davanti alla necessità di scegliere fra uno sviluppo in senso socialista o le spaventose conseguenze di politiche di guerra sempre più devastanti e pervasive.

Riflessioni sul possibile scenario di una terza guerra mondiale.

Macron vuole mandare i militari sul campo, la Von der Layen non esclude la possibilità di una guerra in Europa, Scholz ha un piano per attaccare la Russia in quattro fasi e i servizi segreti italiani riferiscono sull’importanza di colonizzare l’Africa, investire in armi, e zittire gli antagonisti. E’ crisi nera della borghesia

Gli Usa non ritengono possibile una tregua in Palestina e pongono il veto alle nazioni unite, aprono nuovi conflitti e la Germania riconverte la propria economia in economia di guerra. Passo e chiudo

Dalla politica estera guerrafondaia alla disumana politica sull’immigrazione, dall’attacco al diritto di sciopero alla conquista di tutte le casematte dello Stato compresa la TV pubblica per arrivare al premierato. Il disegno eversivo soft sta prendendo forma.

Intervista a De Magistris sui prossimi passaggi elettorali. L’unità a sinistra, sempre difficile da farsi, in questo momento va ricercata ad ogni costo tra coloro che credibilmente, negli anni, si sono schierati sempre dalla parte dei subalterni e dalle pace contro i guerrafondai e i loro interessi.

Contro le opposte tendenze di chi intende conformarsi all’attuale corso del mondo e chi mira allo splendido isolamento dell’anima bella che in nome dell’eccellente non fa nulla di buono, una prospettiva che tenga insieme l’esigenza di costruire un fronte ampio contro le politiche guerrafondaie e liberiste e la necessaria lotta al suo interno per l’egemonia della sinistra radicale

Il governo di destra reintroduce l’austerità di Maastricht, accettando il patto di stabilità, presentandosi allo stesso tempo come un oppositore a quella stessa politica con il rifiuto del MES. La finanziaria varata evita di aggredire direttamente le classi popolari per prepararsi al meglio alle elezioni europee di giugno.

Le strategie antidemocratiche della reazione oligarchica: dai colpi di Stato hard (golpe militari) ai colpi di Stato soft (golpe istituzionalizzati), dal consociativismo, alla seconda repubblica liberale, dal berlusconismo, al trumpismo fino alla terza repubblica bonapartista.

Sul piano internazionale la lotta di classe ha visto un avanzamento degli oppressi, sul piano nazionale hanno prevalso gli oppressori, sul piano dei rapporti fra generi lo scontro si è chiuso con una sostanziale parità.

Nel conflitto mondiale tra i Paesi imperialisti occidentali e il variegato fronte dei BRICS emerge la necessità di una proposta politica autonoma dei sostenitori del socialismo e dell'emancipazione dell'umanità.

Per combattere insieme sia il sistema del patriarcato, sia il capitalismo non si può che essere contro la mitologia della parola d'ordine “sex work is work”, senza giustificare la pornografia e la prostituzione che si fondano sulla discriminazione di classe

La minoranza sfruttatrice, per mantenere il proprio dominio sulla grande maggioranza degli sfruttati, la deve dividere scatenando guerre fra poveri. A tale scopo fomenta la xenofobia, che riduce i lavoratori immigrati a nuovi schiavi e trasforma il proletariato da classe potenzialmente rivoluzionaria in plebe moderna.

L’accordo con l’Albania nel quadro delle politiche razziste tipiche dell’imperialismo ci è apparso da subito come una boutade elettorale in vista delle europee ma al contempo il consenso che ha ricevuto in seno ad alcune socialdemocrazie come quella tedesca ci fa riflettere su come si stia aprendo una nuova  tragica pagina nella gestione della forza lavoro immigrata.

Analisi sulle ragioni della barbarie israeliana e su cosa possiamo fare

Mezzo milione di persone in piazza a Roma nella giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne: limiti e potenzialità di una mobilitazione di massa

Un'altra giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne è passata ma le donne continuano a morire, e la violenza è ben lontana dall'essere eliminata.

Sia la Rifondazione Comunista dell’epoca bertinottiana, sia il Movimento 5 Stelle sono passati dall’assenza di dialogo estremista e massimalista in un primo momento alla crisi politica interna in un secondo, ovvero quando, spinti da necessità, hanno accettato di entrare in governi che erano totalmente incompatibili con i loro programmi di rinnovamento.

Le classi dirigenti a livello mondiale scaricano la loro crisi sulle spalle dei popoli del Terzo mondo e delle classi popolari dei Paesi a capitalismo avanzato. In Italia in particolare l’analisi delle cause della frammentazione sindacale e politica della classe lavoratrice potrebbe aprire potenzialmente scenari inediti.

Proseguiamo con la pubblicazione del videocorso: “Controstoria della filosofia e della storia in una prospettiva marxista”, quarto ciclo – tenuto dal prof. Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci – con il video del sesto incontro: La filosofia araba e la ripresa dei commerci.

Huawei è “come un fiore di pruno” che “diventa più dolce al gelo di un rigido inverno”. (Xú Zhíjūn, attuale presidente di turno nella sua relazione annuale del 31 marzo, 2023)

Il timore per il futuro premia in Europa i partiti conservatori, allorché si si teme che i partiti progressisti faranno pagare ai lavoratori i costi della riconversione energetica: in ogni caso la soluzione dei problemi ambientali dentro il capitalismo, lo stesso che li produce, rimane poco credibile.

Il governo, mentre ha cercato di allontanare l’antifascismo dalle scuole, ha promosso attività educative tenute da militari per preparare i giovani alla militarizzazione della società. Serve una battaglia politica e culturale contro uno strumento ideologico di assuefazione alla guerra e alla società della sorveglianza.

L'inflazione è il prodotto della lotta di classe padronale contro il lavoratori. Le misure per affrontarla sono ugualmente orientate a salvaguardare i profitti. Il ripristino del patto di stabilità determinerà ulteriori contraccolpi per la spesa sociale. Urge costruire un movimento di lotta contro queste scelte.

Molti incidenti sul lavoro sono riconducibili a ritmi e orari di lavoro impossibili, precarietà del rapporto di lavoro, esternalizzazione dei servizi, carenza di personale addetto ai controlli, tagli dei servizi di trasporto pubblico, affievolimento del ruolo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Perciò servono il potenziamento del ruolo dello Stato e un sindacato più conflittuale.

Mentre i media tentano di ignorarlo, il summit dei BRICS di Johannesburg cerca di ridisegnare le relazioni economiche internazionali.

Crescono i fallimenti societari negli Usa con decine di migliaia di licenziamenti

Le rare volte in cui la destra sempre più radicale al governo osa mettere in discussione il pensiero unico imperante, la sinistra di governo la critica da destra.

Dinanzi alla svendita di tutti gli ideali da parte chi, nell’immaginario comune, li dovrebbe rappresentare, l’unica efficace alternativa al non voto, rischia di apparire il voto di scambio, in nome di interessi corporativi. Su questo piano nessuno appare tanto credibile e competitivo quanto la destra radicale.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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