Editoriali
La politica è l’arte della mediazione, se si rifiuta a priori in nome di una pura immediatezza originaria si finisce per limitarsi a fare testimonianza in una logica minoritaria.
Una sinistra di classe può recuperare credibilità e compattezza solo se è in grado di osservare i propri errori, se evita di ripeterli sistematicamente, se si dimostra in connessione con le classi popolari di cui è in grado d’interpretarne i bisogni e d’indirizzarli verso uno scopo.
Il governo Meloni al giro di boa appare in affanno e non capace di rilanciare la sua egemonia anzi è sempre più vicino il momento del passaggio verso un governo della coercizione.
La scelta di Biden di consentire all'Ucraina di colpire il territorio russo con le armi a lungo raggio americane compromette le decisioni politiche della futura amministrazione Trump e porta verso la guerra diretta tra Nato e Russia. L’Italia per non entrare in guerra con la Russia deve abbandonare la Nato.
Le forze della destra radicale appaiono tra le maggiori sostenitrici dello stato minimo . Ma l’ultraliberismo è ormai un’arma spuntata, possibile solo con una forte coercizione. La paura che la prateria prenda fuoco è sempre più alta.
Trump ha vinto grazie a una strategia elettorale focalizzata nel far percepire a ciascun ceto sociale una guerra contro le classi sociali inferiori, alimentando divisioni di classe sociale, etnia e cultura.
La Dichiarazione adottata a Kazan sottolinea l’importanza della dimensione istituzionale per il rafforzamento del multilateralismo per un ordine mondiale giusto e democratico, basato sul rilancio e la riforma del sistema delle Nazioni Unite e articolato sui vari temi.
Pubblicare quotidianamente notizie su presunti accordi di pace per il cessate il fuoco è una pratica dei mass media egemonici volta a ingannare la popolazione e ad evitare la sua mobilitazione, mentre i governi occidentali continuano ad alimentare la guerra e il genocidio attraverso la vendita di armi.
Fintamente sovranista, fintamente patriota, il nuovo fascismo liberale serve ottimamente le esigenze del capitale, anche e soprattutto nelle sue brame belliciste
Giorgetti presenta la manovra finanziaria per il 2025, in cui si prevedono tagli alla spesa pubblica e privatizzazioni. Il governo “sovranista” svende il Paese a BlackRock. Insufficienti, invece, i fondi stanziati per la sanità e i salari del pubblico impiego. Aumenteranno le accise sul gasolio, con ricadute sui prezzi delle merci.
Israele ha dichiarato guerra all’umanità. A parte le prese di posizione politiche di alcuni stati, sempre opportune, la maggior parte dei paesi del mondo non sta facendo nulla e si rende complice di questo spietato crimine israliano. Il mondo multipolare, seppur ricercato, è ancora lontano dall’essere tradotto nella pratica.
Corteo pro palestina vietato. Atto gravissimo che fa il paio con la nuova “Legge Sicurezza” liberticida del governo Meloni, un'incredibile sequenza di norme securitarie e repressive. E con la scusa della tutela dell’ordine pubblico, si vieta di manifestare contro le migliaia di morti causate da Israele.
A Gaza, in Libano, in Siria, ovunque Israele mostra la sua volontà di colpire in particolar modo i civili, stretti tra assedi medievali e attacchi hacker. Quando non esiste un limite allo schifo
Esiste un "campo largo" di possibile opposizione di massa, che spazia dal contrasto al Jobs Act alla contrarietà all’invio delle armi, passando per il no al presidenzialismo. Tuttavia, manca un campo largo politico basato su un programma sociale.
Dopo due anni e mezzo di martellamento mediatico e di bugie non possiamo assistere inermi all’escalation nucleare che potrebbe spingere il mondo ad una catastrofe. E' giunto il momento di mobilitarci, di denunciare con maggiore forza il pericolo rappresentato dall’invio continuo di armi in Ucraina.
Prendendo spunto da una intervista di S.Fassina al Fatto Quotidiano sui temi della patria e della nazione, proprio al fine di ragionare sul tanto desiderato fronte popolare anche in Italia, appare utile entrare in questa discussione.
Projet 2025 non è solo il programma politico dal sapore autoritario di Trump, candidato presidente Usa per i repubblicani, ma un progetto per rivoltare come un calzino dal di dentro la struttura federale della “più grande democrazia del mondo”, facendola scivolare pericolosamente sempre più a destra.
L’8 luglio l’annuncio dalla televisione di Stato mentre Cuba sta attraversando una crisi economica. Grande è la solidarietà internazionale, mentre gli Usa non accetteranno mai che ci sia ai confini un’isola governata da una rivoluzione comunista.
Con Francesco Cori e Renato Caputo, del collettivo politico La città futura, docenti dell'Università popolare Antonio Gramsci, analizziamo perché sia necessario sostenere la Russia dinanzi agli attacchi della Nato e al contempo occorre evitare qualsiasi concessione alle posizioni rosso-brune.
Quali effetti avrà l’attentato a Trump sulle elezioni presidenziali americane? È meglio Biden o Trump? La politica interna di Biden è sicuramente migliore di quella di Trump, ma la politica estera di quest’ultimo prevede realmente un cambio di passo rispetto a quella attuale? Si prova a rispondere a questi interrogativi.
Le elezioni francesi ci mostrano quanto a volte il pessimismo della ragione prendendo il sopravvento sull’ottimismo della volontà tende a eternizzare lo stato di cose presenti, finendo in tal modo per favorire le forze dominanti.
Parallelismi e differenziazioni rispetto a quanto sta accadendo in Francia nella battaglia del Nuovo fronte Popolare unito contro l’ascesa dell'estrema destra della Le Pen; una riflessione utile alla specificità della situazione italiana
Cosa hanno in comune Julian Assange e Satnam Singh? Entrambi sono stati vittime dell’ingiustizia e della violenza del sistema capitalistico in cui viviamo. Non c’è più tempo da perdere, uniamoci, da schiavi non vogliamo viverci più.
Con Renato Caputo, docente dell'Università popolare Antonio Gramsci, e Pasquale Vecchiarelli, caporedattore del settimanale comunista La città futura, procediamo a uno studio comparato di come un secolo fa, come ai giorni nostri, la sinistra francese reagisce al pericolo fascista unendosi, mentre la sinistra italiana non è in grado di farlo, in quanto continua a dividersi.
Le classi dominanti e i media da esse controllati riescono ancora una volta a manovrare le coscienze dei subalterni, scoraggiati da una concreta prospettiva alternativa di riscatto. In questa stretta tra disaffezione e impotenza bisogna elaborare una via d’uscita credibile e concreta.
Si è conclusa da poche ore una campagna elettorale tra le più squallide degli ultimi tempi. Le forze politiche al potere hanno prodotto il massimo sforzo per raccogliere tutto il consenso possibile nella logica del voto di scambio.
Perché la perdita d’egemonia dell’imperialismo occidentale non determina automaticamente la crescita del conflitto sociale e la riaggregazione politica in chiave antimperialistica delle masse popolari. Inizio di una riflessione.
Lager per migranti prima di arruolarli nella legione straniera? Chissà che non ci abbiano pensato, dato il livello di barbarie non c’è da stupirsi
E’ veramente possibile una guerra aperta tra l’Europa e la Russia?
La volontà di Macron di inviare truppe in Ucraina sembra concretizzarsi, avvicinando sempre di più la possibilità di guerra in Europa. Per evitare di trovarsi ad essere parti belligeranti è fondamentale che alle europee si affermino quelle forze politiche che sono per una de-escalation.