Editoriali

Sulla base dell’analisi del differente ruolo storico i comunisti devono concentrare il loro interesse sullo sviluppo dei consigli dei lavoratori, sebbene partecipino attivamente al sindacato.

La mancata volontà politica di risolvere il problema delle classi pollaio, della carenza di docenti e del sovraffollamento dei mezzi pubblici rende impossibile realizzare la vera didattica, necessariamente in presenza, garantendo al contempo l’indispensabile sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio

Un programma minimo di classe organico per rilanciare dal basso, dal conflitto capitale-forza lavoro, l’unità dei comunisti.

Risposta alla proposta di costituente comunista avanzata dal compagno Mustillo sulle pagine dell’Ordine Nuovo.

Più il capitalismo entra in crisi è più ha necessità di fomentare il razzismo per dividere gli oppressi e fomentare la guerra fra poveri
I nomi dei partiti al governo cambiano, ma non le loro politiche: in primo luogo quelle economiche applicate alla didattica dimostrano che si tratta, nel concreto, di diverse fazioni del partito unico della restaurazione liberista.
Come possiamo valutare adeguatamente gli esperti e le informazioni sulla pandemia? Purtroppo interessi politici e finanziari interferiscono nella divulgazione scientifica.
Numerosi stratagemmi sono volti a disgregare e contrapporre gli sfruttati fra di loro, favorendo la guerra fra poveri che distrae dall’unica guerra realmente liberatoria per tutti: la guerra agli sfruttatori.
Dopo mesi di resistenza popolare e repressione il presidente filo-atlantista Keïta è deporto e l’Occidente prepara una nuova offensiva imperialista in Sahel. Ma il popolo maliano non ci sta.
Per far pagare la crisi ai padroni è indispensabile rilanciare dalle lotte sui posti di lavoro la costituente comunista e rianimare le strutture consiliari.
A partire dalla definizione del programma minimo di classe, occorre ricostruire un blocco sociale dei subalterni, a cominciare dalla realizzazione di un fronte anticapitalista, in grado di indicare una via d’uscita da sinistra dalla crisi.
È indispensabile nel programma minimo di classe legare la lotta per il salario sociale a quella per la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario e ritmi di sfruttamento della forza lavoro.
La centralità della lotta per il salario sociale di classe, nelle sue diverse forme di stipendio, salario indiretto (servizi pubblici di qualità tendenzialmente gratuiti) e differito, ossia pensioni e Tfr.
Il compromesso sul Recovery Fund è tutt’altro che una vittoria. Aumenteranno il debito pubblico e la dipendenza del Paese dai poteri europei. Senza una mobilitazione dei lavoratori ci aspetta solo un nuovo massacro sociale.
Rifiutiamo l'obbligo di fedeltà aziendale, firmiamo la petizione per la sanità pubblica e mobilitiamoci contro ogni impunità per i responsabili dei contagi.
A breve i pensionati supereranno il numero degli attivi nel settore della PA, mancati investimenti e formazione, strumentazione obsoleta, sindacati evanescenti: cronistoria di come tagli e austerità hanno eroso i servizi pubblici e spianato la strada alle privatizzazioni
Per mostrare nel modo più imparziale cosa c’è in ballo con l’annessione della Palestina ci siamo limitati a citare quanto scritto dall’ex relatore speciale dell’Onu, da un’organizzazione cattolica pacifista, dall’ex inviato del giornale della Confindustria e da uno dei principali diffusori della cultura ebraica in Italia
Rivendicare il ritorno al sistema retributivo, l'abbassamento dell'età pensionabile e la riduzione dell'orario di lavoro (per consentire il tanto dibattuto ricambio generazionale) restano obiettivi dirimenti dei quali dovremo farci carico nei prossimi mesi.
Taranto, Piombino, Terni: le nostre acciaierie svendute alle multinazionali sono in abbandono e il governo continua a farsi prendere per i fondelli dai proprietari. La nazionalizzazione è la soluzione. Ma per fare cosa?

La crisi sanitaria ed economica disvela scenari catastrofici in contrasto con la fiducia che ci vogliono inoculare. Forse il disvelamento alimenterà la forza consapevole di opporsi in quelli che sono stati spinti al basso della piramide sociale.

Le imponenti rivolte esplose spontaneamente nel centro dell’imperialismo mondiale, dopo l’ennesima provocazione degli apparati repressivi dello Stato nei confronti degli afroamericani, necessitano di trovare, al più presto, una direzione consapevole per non finire per essere declassate a fuochi di paglia.

I decreti cura Italia, liquidità e rilancio sottomettono ancora di più il paese ai mercati finanziari e non garantiscono alcun cambio di rotta nella gestione delle aziende aiutate coi soldi pubblici

Una partecipatissima, oltre le più ottimistiche previsioni, assemblea autoconvocata delle scuole rilancia la mobilitazione contro le classi pollaio, per il superamento della didattica d’emergenza e per un piano di assunzione immediato dei precari.
Per costruire un partito comunista unitario, radicato e utile bisogna prendere in considerazione la nuova composizione della classe lavoratrice.
Continuano le assemblee in rete di lavoratori e lavoratrici, delegati\e, organizzazioni sindacali, uno scenario nuovo e sotto certi aspetti stimolante.
Per rompere lo stato d’assedio, imposto da anni dal pensiero unico liberista alla scuola pubblica, è indispensabile in primo luogo eliminare le “classi-pollaio”

I diversi strumenti pensati dai governi europei servono a far pagare la crisi ai lavoratori. Ma un’alternativa c’è ed è pure legale, da sostenere con consapevolezza, forza e coraggio

La pretesa di restaurare ricette economiche ideate per risolvere questioni economiche e sociali di oltre trecento anni fa rischia di farci precipitare in una nuova spaventosa crisi della civiltà umana.

Terminato questo tragico “imprevisto” della pandemia, sarà ancora una volta il conflitto sociale a stabilire chi dovrà farsi carico dei costi sociali della ricorrente crisi del modo di produzione capitalistico

Il capitale naturalizza le proprie, inevitabili, crisi per farle pagare ai proletari. Ma questa crisi può far emergere la coscienza collettiva del bisogno di superare il capitalismo. A questo scopo è necessaria l’unità dei comunisti
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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