Editoriali

Il decreto dignità approvato dal governo non migliora le condizioni dei precari. Nessun passo avanti per i lavoratori, mentre si prevedono misure per rispondere alle richieste chiassose delle imprese: riduzione del costo del lavoro e reintroduzione dei voucher.
L'attuale condizione in cui il vecchio sta morendo ma il nuovo non è nemmeno in gestazione per assenza di antagonismo politico organizzato produce il fenomeno della “putrefazione della Storia” di cui la fascistizzazione delle relazioni sociali è frutto.
Dinanzi ai successi del populismo, ci si interroga se per tornare a vincere ci sia bisogno del cosiddetto populismo di sinistra.
La riforma del sistema creditizio se non è collegata a più ampi interventi di riforma del sistema produttivo rischia di farci percorrere sentieri già battuti.
Rischiamo di perdere la possibilità stessa di manifestare la nostra stessa indignazione se non lo facciamo al più presto.
Perché la lotta per la riduzione dell’orario di lavoro non è conciliabile con quella per il reddito di cittadinanza.

La contraddizione e il conflitto fra capitale e forza-lavoro è destinato a rimanere centrale sino a che dominerà il capitalismo.

Da “l’Ordine Nuovo” riflessioni di grande attualità per comprendere il rapporto fra sindacato e Consigli.

Un ampio fronte sociale si sta opponendo alle politiche di Macron.

Non è sufficiente affidarci alle opinioni del “popolo” per intraprendere una politica trasformatrice.

Limiti e contraddizioni di un appello che si fatica a definire alternativo rispetto a DiEM25 e a chi punta a riformare le istituzioni europee.
La guerra al terrorismo è stata di nuovo abbandonata per colpire uno degli ultimi bastioni alla diffusione del fondamentalismo nel mondo arabo.
Di fronte al disastro siriano, riannodiamo i fili dell’antimperialismo.
Siamo entrati in una nuova Guerra fredda che potrebbe sfociare in una guerra vera e propria.
Ancora due morti sul lavoro, questa volta a Livorno. Le chiamano morti bianche per non indagare sulle cause di una strage quotidiana, inarrestata e inarrestabile se la vita umana diventa variabile dipendente dal profitto.

La fine del lavoro è assunta come presupposto (indimostrato) della necessità del reddito di cittadinanza. Ma il lavoro non è finito ed il reddito di cittadinanza non risolverà i suoi problemi.

Potere al popolo è una forza di sinistra che è stanca dell’autorefenzialità del ceto politico estraneo agli interessi profondi delle masse popolari e un obiettivo da raggiungere.

Analisi del dopo voto e proposte per ripartire nella consapevolezza che le uniche battaglie perse sono quelle non combattute.

Quando lo scontro nel pensiero politico si riduce a opinioni tra generazioni diverse.
Può essere definito “utile” un voto dato a chi abolisce i diritti delle masse popolari?
Intervista a Giovanni Russo Spena sulla riscrittura di un nuovo sistema giudiziario contemplato nel programma elettorale di Potere al Popolo.

10 febbraio a Macerata, per ristabilire degli argini democratici alla deriva reazionaria che sta coinvolgendo questo Paese.

Un rapporto Intersos descrive le violenze e la diffusa inapplicazione delle disposizioni previste a tutela dei minori non accompagnati in Francia, Svizzera e Austria.
Dieci domande per conoscere e far conoscere il punto di vista delle compagne e dei compagni dell’ex OPG su alcune questioni; in vista delle elezioni e, soprattutto, del dopo.
Confindustria detta la linea che Calenda e Bentivogli (Cisl) traducono in programma politico: un nuovo patto sociale (neocorporativo) per l’industria 4.0. Le formazioni politiche si adeguano, con l’unica, chiara eccezione di Potere al popolo.
Dopo il grande incendio in un deposito illegale di rifiuti a Corteolona, la bassa padana scopre di essere una Terra dei Fuochi.
Servizio di trasporto per i pazienti in dialisi sospeso improvvisamente e sostituito da altre strutture ma a loro insaputa. Ecco la Lombardia targata PD (ma anche Lega, non cambierebbe nulla).
Legge di bilancio e politica estera: Trump continua nel solco della tradizione imperialista americana con alcune varianti di tattica e di approccio.
Il rapporto congiunto sul mercato del lavoro 2017 mostra che la decantata ripresa si regge sull’estensione e l’intensificazione della precarietà, dalla quale è sempre più difficile uscire.
Le dichiarazioni del presidente USA del 6 dicembre scorso incassano il secco rifiuto del mondo intero. Ma la provocazione ha già causato diversi morti e si prepara una nuova Intifada paestinese.
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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