Economia e Lavoro

I meccanismi monetari e di bilancio per far fronte alla crisi impongono di riscrivere radicalmente le regole europee. Occorre ripristinare il ruolo dello stato nella gestione dei servizi essenziali e nella pianificazione economica.

Dopo la retromarcia del governo messo sotto pressione da Confindustria, anche nel comparto pubblico i lavoratori sono messi allo sbaraglio. E la giustizia contabile minaccia gli amministratori che tengono a casa i dipendenti.

La risposta economica adottata nell’eurozona provocherà molto presto ulteriori misure restrittive da parte di governi, come quello italiano, alla continua ricerca di finanziamenti
Testimonianze dirette di lavoratori ai tempi del Covid-19. La sicurezza sul lavoro è un optional. Mancano i Dpi e gli accorgimenti organizzativi dipendono dalla discrezionalità dei dirigenti.

I danni economici del Coronavirus resi palesi e quelli messi sotto il tappeto del capitalismo mondializzato.

Stanno ritornando, infiocchettate come fossero figlie del progresso, le vecchie modalità di sfruttamento. Esaminiamole insieme.

L’accordo sulle acciaierie di Taranto chiuso durante l’emergenza Coronavirus prolunga i tempi del risanamento ambientale e non garantisce un futuro allo stabilimento e ai lavoratori.
I dati sui consumi delle famiglie evidenziano una recrudescenza della crisi scoppiata nel 2008. Le politiche dei governi si sono dimostrate inefficaci e dannose. Sono state utili però a ficcare la coscienza e la resistenza dei lavoratori.
Lavoratori sul tetto, ipotesi contrattuali che non combattono il precariato, pericolo di divisione fra i lavoratori. Alla Piaggio come ovunque. Intervista a Massimo Cappellini, delegato sindacale.
Analizzando il Piano di rigenerazione olivicola della Puglia si nota la volontà di porre in essere il land grabbing (accorpamento fondiario), con finanziamenti pubblici alla piccola borghesia rurale, emanazione del grande capitale.
Di fronte al calo della produzione industriale italiana e ad alcune concrete minacce provenienti dal contesto internazionale, manca una seria politica industriale dello Stato.
Taglio del cuneo fiscale: non un aumento salariale ma solo una diversa ripartizione delle sue voci e a scapito dei redditi più bassi. Non bisogna quindi rinunciare agli incrementi salariali e alla lotta per i diritti dei lavoratori.
Nessun privato sacrificherà il proprio profitto né per la salvaguardia dell'ambiente e della salute, né dell'occupazione. Per farlo è necessario l’intervento dello Stato
Il nesso fra produttività, occupazione e salari, i limiti dell’impostazione keynesiana e la trappola delle statistiche ufficiali.
Il MES è lo strumento del capitale europeo per difendersi dalla concorrenza e scaricare i costi delle ristrutturazioni sui lavoratori. Ecco perché.
A seguito di obiezioni e appunti di alcuni lettori torniamo sul tema della produttività del lavoro e dello sfruttamento.
Le politiche di austerità, di precarizzazione e di contenimento del costo del lavoro non hanno mantenuto la promessa della crescita economica. Occorre rovesciare il ragionamento padronale.
Le morti sul lavoro non fanno notizia ma sono frequenti, soprattutto fra i lavoratori in età avanzata e fra i precari. Per questo occorre eliminare il precariato, la legge Fornero e porre la questione salariale.
Fra bonus e tagli, tanto rumore per nulla. La manovra del governo non cambia niente e si conferma ossequiosa alle politiche liberiste. Serve un fronte di opposizione sociale.
Dopo la sbornia liberista e i relativi disastri crescono le spinte alla ripubblicizzazione. Ma, per potersi orientare nelle lotte politiche, è indispensabile capire le insidie della nuova fase che potrebbe aprirsi.
Il Servizio Sanitario Nazionale non funziona perché si sta affermando una logica privatistica. Cosa dovrebbero rivendicare i sindacati e i comitati locali.
La multinazionale approfitta dello spegnimento dell’altoforno 2 ordinato dalla magistratura per cominciare la politica dei tagli
La ricostruzione di un approccio di classe alla questione della conquista della democrazia e dello sviluppo da parte dei popoli europei non ha niente a che fare col sovranismo
Con le modifiche al Meccanismo europeo di stabilità si accentuano i vincoli finanziari nell’eurozona e la finanza espropria gli Stati dei loro poteri, a danno dei lavoratori. Una lotta di classe asimmetrica
Le attuali politiche economiche del Labour non sono all'altezza; i leader e i consulenti del Labour pensano che un capitalismo regolamentato e gestito può ancora soddisfare le esigenze del popolo britannico.
Trattare le questioni ambientali separatamente dal processo storico che le ha determinate impedisce l’individuazione delle azioni positive o contromisure da intraprendere.
I motivi avanzati per giustificare il recesso appaiono più che pretestuosi e servono a nascondere e giustificare legalmente l’abbandono o il parziale disimpegno, senza pagare pegno.
L’attuale miseria politica e sociale è dovuta non solo al fatto che alla lotta di classe dall’alto non si risponda più con quella dal basso, ma che anche molti intellettuali ritengono che l’essere radicali consista nel radicalizzare il pensiero unico
L’accordo fra le due società prevede i francesi al comando del nuovo gruppo e tanti soldi agli Agnelli. Governo e Sindacati latitano.
Come le macchine in generale, l’intelligenza artificiale e gli algoritmi in particolare sono in sé al di qua del bene e del male, determinante resta l’uso che se ne fa.
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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