Editoriali

La destra nostrana al governo, stretta tra la crisi dei ceti medi in corso di proletarizzazione e le proprie ridicole battaglie ideologiche, corre dritta e spedita in un vicolo cieco dal quale si spera non riemerga mai più.

Il dominio militare porta con sé il dominio sul linguaggio, sulle menti e sui discorsi, ovvero è funzionale alla creazione o al mantenimento del consenso dell’opinione pubblica e al controllo del senso comune, dell’orizzonte di senso entro cui percepire il reale.

La manifestazione del 5 novembre deve costituire l’inizio di una vasta mobilitazione per la pace. C’è qualcuno però a sinistra che vi aderisce con parole d’ordine che stravolgono la piattaforma dei promotori e chiede la pace preparando la guerra.

Due discorsi della von der Leyen e di Borrel fanno trasparire con chiarezza le intenzioni imperialistiche e razzistiche dell’Unione Europea e la sua piena adesione alle pretese degli USA di imporre al mondo le proprie “regole” in luogo del diritto internazionale.

Recensione di classe a La guerra ucraina. Cause impatto, conseguenze, a cura di Andrea Catone, numero 1-2/2022 di “MarxVentuno, con contributi, fra gli altri, di Samir Amin, Ruggero Giacomini, Ziuganov, Putin, Vladimiro Giacché, Galofaro, Sorini, Maringiò, Giuseppe Amati e una preziosa cronologia.

I comunisti per tornare all’avanguardia dovrebbero agire per: costruire un partito di sinistra che rappresenti i subalterni; costruire un’ampia opposizione di massa al governo più di destra dai tempi del fascismo; assumere una netta posizione contro la partecipazione italiana alla guerra mediante invio di armi ed embargo.

Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream è una mossa che penalizza e destabilizza i paesi dell’Unione Europea e avvantaggia gli Usa sia sul piano economico che geostrategico. Di fronte alle pesanti conseguenze di questo atto terroristico e delle sanzioni alla Russia, occorre mobilitarci per chiedere l’uscita dell’Italia dalla guerra.

Elezioni politiche 2022. Ci potrà essere una reale #sinistra nel nostro paese solo se sarà in grado di guidare l’opposizione popolare al prossimo governo capitanato dai postfascisti.

Un’altra vittima della “buona scuola” e della deregulation del mondo del lavoro. Servirebbe un sindacato più determinato, leggi meno permissive e abolizione dell’alternanza scuola-lavoro.

In un’epoca ossessionata dall’oggi, dove la preoccupazione per il breve termine la fa da padrona, ricordare è un gesto rivoluzionario. Nella foto: Dr. Manuel Ipinza, prigioniero politico della dittatura cilena nel campo di concentramento dell’Estadio Nacional, riceve dalle mani di un’infermiera della Croce Rossa cilena sua figlia Barbara, di soli dieci mesi.

In questa fase di grave confusione ideologica e politica è forse il caso di tornare a chiederci chi è nelle condizioni sociali di agire come agente trasformatore.

Secondo la vulgata neoliberista l'Italia spenderebbe troppo in welfare e previdenza. Si va facendo strada un ulteriore giro di vite ai danni dei diritti sociali.

La guerra infinita costituisce in primo luogo una risposta alla crisi di sovrapproduzione che da decenni affligge i paesi a capitalismo avanzato

Nonostante la martellante propaganda filoimperialista, lo sconsiderato intervento russo nel conflitto civile ucraino non rientra nei caratteri totalizzanti che la guerra ha assunto con il venir meno dell’equilibrio del terrore al termine della prima fase della guerra fredda, oggi ripresa su larga scala contro Russia e Cina.

Causate dalle potenze imperialiste, le guerre tendono ad apparire oggi alla grande massa dei subalterni privi di coscienza di classe come lontane ed estranee, e nel linguaggio comune il termine “guerra” è sempre più utilizzato metaforicamente, nei paesi a capitalismo avanzato, in riferimento alla lotta alla droga o all’immigrazione.

La guerra economica dichiarata dall’Unione Europea alla Russia si è risolta in una sonora sconfitta. Ma il nostro governo insiste. Fino alla guerra nucleare o fino alla disfatta?

Una lavoratrice precaria è vittima di un grave incidente alla Piaggio di Pontedera. Gli operai, dopo avere rifiutato di far ripartire la linea, proclamano lo sciopero e scendono in piazza con un corteo.

Il nazionalismo può essere di vari colori, non è certo progressivo se concede il pieno uso delle terre ai privati indigeni o stranieri.

L’umanità, che in Omero era uno spettacolo per gli dèi, ora lo è diventata per se stessa. La sua autoestraniazione le permette di vivere il proprio annientamento come spettacolo estetico. Questo è il senso dell’estetizzazione della politica che il fascismo persegue. Il comunismo gli risponde con la politicizzazione dell’arte.

Un tetto al prezzo del gas e del petrolio russo non è possibile, all’interno della visione liberista, se non mediante gli aiuti di Stato, almeno che non si voglia percorrere la strada avventurista che potrebbe condurre all’embargo di queste materie prime.

Nell’ultimo trentennio la propaganda bellica ha dato alla guerra dimensioni globali e sistemiche, fino a declinarla secondo i connotati manichei e assolutizzanti di un conflitto fra bene e male, civiltà e barbarie, inaugurato dal considerare il conflitto armato come un’operazione di polizia internazionale.

Se è evidente a tutti che l’ascesa del Nupes è il prodotto di un lungo ciclo di lotte in Francia e che la stessa rappresentanza politica favorisce essa stessa un’accelerazione dell’organizzazione sociale della conflittualità dei ceti subalterni, l’elemento su cui potremmo interrogarci è la ragione storica di quest’evoluzione, il perché in Francia.

La prospettiva comunista è oggi rifiutata dai più perché considerata datata, utopista o distopica. Come mostreremo nel seguente articolo chi porta avanti tali critiche è in realtà sostenitore di una visione del mondo non solo più datata, ma anche certamente più utopista e per diversi aspetti più distopica di quella comunista.

Lenin, in polemica con quelli che criticava come socialpacifisti – socialisti a parole ma pacifisti nei fatti – ricordava che l’unico modo per farla finita con le guerre, sempre più causate dall’imperialismo, è di trasformare la guerra (imperialista) fra nazioni in una guerra civile rivoluzionaria fra classi sociali.

L’informazione mainstream e la guerra, l’invio delle armi, il diritto all’autodeterminazione, da che parte stanno i paesi imperialisti e da che parte sono schierate le nazioni antimperialiste e i paesi non allineati? Come si coniuga nello specifico della guerra in Ucraina con la necessaria dialettica fra giustizia e pace?

Il sistema capitalistico potrebbe sopravvivere all’attuale crisi sistemica, accentuata dalla pandemia e dalla guerra, ma pesante sarà per noi il costo della sua riproduzione.

 Sono utili i criteri morali per comprendere una guerra?

L'Europa sarà la vittima sacrificale di questa guerra per procura fra Stati Uniti e Russia-Cina. Lo sarà in particolare il mondo del lavoro. Per questo urge costruire un fronte che vi si opponga.

L’UE e gli Stati Uniti, re delle sanzioni, hanno preso misure controproducenti per loro e non solo?

Aumentano i contratti precari e diminuisce il potere di acquisto dei salari.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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