G7, come ballare mentre il Titanic affonda

Un commento alla passerella ormai del tutto fuori luogo dei potenti della terra. Ormai il protocollo, le frasi di rito sembrano sempre più farsesche e stridenti se confrontate con la pochezza delle proposte e il disordine bellicista all’orizzonte.


G7, come ballare mentre il Titanic affonda Credits: https://www.ilmattino.it/

Aree rosse, sommozzatori, zone blindate ma anche visite dell’isola, foto ricordo con vista sui faraglioni, gelatino, pizza, tanto buon vino e grasse risate. Questo è il diario di viaggio del primo giorno del G7 esteri a Capri. Certamente si potrebbe obiettare che criticare  il “protocollo” è poca cosa, anche perché è una prassi consolidata che ormai sembra far parte del normale corso del mondo ma, che volete, siamo gente forse di altri tempi. Gente che si vergognerebbe, e non poco, a mostrarsi lieti e sorridenti, ipocritamente impegnati in foto di rito e appassionati discorsi sulla fuffa quando il mondo è letteralmente sul baratro della guerra mondiale. Fanno davvero rabbia questi finti risolini stampati sulle facce di politicanti al servizio dell’imperialismo, questo mostrarsi ipocritamente affaccendati  mentre -si sa- tutte le decisioni sono prese altrove. A dire il vero anche il mainstream ha difficoltà a montare i servizi giornalistici di queste assise sempre più inutili dei potenti del mondo -inutili, s’intende, a risolvere le questioni di fondo che interessano noi proletari-  perché deve essere terrificante anche per la morale dei giornalisti più asserviti al potere dominante staccare dall’immagine di bambini palestinesi mutilati per passare ai faccioni tronfi e pieni di sé che godono della meravigliosa vista che offrono i faraglioni di Capri. Questa attuale sarebbe la fase della serietà, della sobrietà e dell'impegno morale più grande. I politici dovrebbero sentire nel più remoto angolo della propria coscienza le terribili sofferenze dei popoli che dirigono, dovrebbero fare proprie le paure e con esse le istanze di pace e di serenità che tutta la stragrande maggioranza della popolazione mondiale richiede. Invece no. Loro sentono solo l’odore dei soldi e praticano solo l’interesse di quella stretta minoranza di capitalisti che offre loro il proprio lavoro come loro funzionari. Il G7 è l’organizzazione dei cosiddetti grandi -che poi così grandi bisogna vederlo-  della terra, raggruppa Paesi (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d'America) che insieme hanno un giro d’affari pari alla metà della ricchezza mondiale, pur essendo come popolazione neanche il 10% di quella dell'intero pianeta, un intreccio pazzesco di affari, banche, industrie che potrebbero svilupparsi secondo un principio di benessere sociale collettivo e invece, lor signori, non fanno altro che proiettarsi nella logica imperialista della guerra e della conquista di nuovi mercati. Profitto, profitto e ancora profitto e che se ne facciano una ragione i lavoratori sempre più precari e con salari da fame - o, peggio, precari e anche assoldati per una guerra che non è la loro -: in questo mondo ciò che conta è il profitto e basta. E peccato se muoiono qualche migliaio di persone per le guerre, o per attraversare il mare in cerca di fortuna,  o dalle nostre parti ci si ammala di stress e depressione perché il futuro è sempre più incerto. E peccato, inoltre, se tutto il mondo è un gioco al profitto e sotto questo gioco ricade ormai tutto, persino la possibilità di curarsi. Tutto sommato siamo tanti e pure se muore una piccola fetta di umanità, amen. Non escludo che persino questo pensiero tanto lugubre possa aleggiare in qualche schifosa setta di quella complessa rete di “think tank” che viene definita l'élite dominante. La cronaca degli interventi al G7 è tanto scontata che ormai fa quasi ridere, sembrano  completamente staccati dalla realtà: continuano con il mantra delle armi all’Ucraina, continuano a ricordare il 7 Ottobre senza minimante accennare al genocidio in corso, parlano di Africa (ovviamente s’intende che ne parlano nel senso  di come spartirsi le sue risorse) e, novità dell’ultim’ora, “condannano all’unanimità” gli attacchi Iraniani omettendo il piccolo particolare che Israele ha per prima attaccato l’ambasciata Iraniana in Siria, il che per il diritto internazionale è un atto di guerra. Tutti discorsi ipocriti e impregnati di razzismo che è il vero elemento culturale che ha unificato le élite occidentali. Uniti dalle logiche di mercato per spartirsi il bottino del plusvalore e uniti culturalmente sulla base del razzismo, potremmo semplificare così i due livelli di unità che al fondo ha costituito l’Unione Europea. Mi chiedo: tutta questa bolla di bugie e meschinità quanto può durare? Ma davvero l’egemonia delle classi dominanti -cioè la capacità di governare con il consenso dei governati- è così forte che possono raccontare una realtà così tanto sfacciatamente falsa e purtuttavia continuare a dirigere senza che nessuno possa incrinare il loro potere? Questa è la cosa che fa più rabbia in assoluto. Purtroppo se da una parte i padroni fanno il loro mestiere e in modo per giunta sfrontato, dall’altra parte il senso di indignazione si esprime, al netto di qualche lotta particolare, al massimo nel non andare a votare. E’ talmente profonda la crisi d’identità dei subalterni che viviamo inceppati in un miscuglio di ideologie prese in prestito dalle classi dominanti - il razzismo è una di queste ma anche il nazionalismo o in generale il pensiero piccolo borghese cioè quel pensiero che tutto sommato giustifica molte delle nefandezze del mercato- senza poter sviluppare una nostra autonoma visione del mondo. Ma attenti cari signori la storia ce lo ha insegnato che prima o poi la razionalità deve prendere il sopravvento, e sarà davvero una brutta sorpresa quando vedranno che le loro frottole non se le berrà più nessuno. 

PS: stessero attenti,ché passeggiando sull’Isola potrebbero incappare in una terrificante visione, si perchè lì, in un angolo molto bello dell’isola a scrutare i faraglioni c’è Lenin e rischia che tutto il caviale che hanno ingurgitato potrebbe andargli di traverso dinanzi allo sguardo di colui che più di tutti li ha messi in mutande mostrando che la loro forza è assolutamente nulla dinanzi alle masse organizzate e coscienti!

20/04/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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