Il voto di scambio nella democrazia liberale sempre più in crisi

Si è conclusa da poche ore una campagna elettorale tra le più squallide degli ultimi tempi. Le forze politiche al potere hanno prodotto il massimo sforzo per raccogliere tutto il consenso possibile nella logica del voto di scambio.


Il voto di scambio nella democrazia liberale sempre più in crisi

Tutte le forze politiche di "maggioranza" hanno schierato da mesi i propri ministri in prima linea per una campagna elettorale dai contorni davvero foschi, è apparso evidente infatti che al centro di questa campagna non è minimamente stato posto il “programma elettorale” ma direttamente e  in modo del tutto sfacciato il concetto di voto di scambio. Tutti i principali leader politici, nonché ministri, hanno girato il paese con la scusa di un qualche progetto ministeriale,  allo scopo reale di consolidare la propria base sociale evidentemente facendo leva sulla propria posizione dominante. Inoltre, in pieno stile lauriano (Achille Lauro dava agli elettori la scarpa sinistra e  prometteva la destra dopo il voto ) hanno fatto di tutto per rafforzare la propria base di massa facendo leva sulle più strette necessità, come le liste di attesa nella sanità, o i più arretrati istinti tipicamente nostrani come le sanatorie edilizie.

D’altro canto se questa campagna elettorale porterà i suoi frutti a queste forze politiche, rafforzando in tal modo la loro posizione di comando, e li porterà di sicuro perché le classi subalterne in crisi d’identità sono più facilmente dominabili e corrompibili, questo è anche il frutto della passività dei ceti subalterni e della mancanza di un’alternativa credibile. E’ stato allucinante assistere, tolto qualche candidato di buona volontà, all’assordante silenzio delle opposizioni e in particolare del Partito Democratico il quale dinanzi all’escalation verso una terza guerra mondiale, cioè dopo le pazzoidi dichiarazioni di diverse cancellerie europee di scendere sul terreno di uno scontro diretto con la Russia, non ha avuto il coraggio di incentrare proprio su questo tema la campagna elettorale, approfittando di uno spazio lasciato libero e che infine è stato occupato proprio dalle forze di destra le quali sono apparse come le più pacifiste, giocando nientemeno il ruolo contemporaneo di governo e opposizione. 

Ovviamente il pacifismo preelettorale e pre guerra è un pacifismo a buon mercato che durerà fin quando la guerra non ci sarà per davvero. Ma tant'è:  le forze di maggioranza non solo hanno potuto contare sull'imponente leva del voto di scambio, e sulla leva delle promesse a buon mercato, ma sono persino apparse quali pacifiste agli occhi delle masse. Inoltre visto che si tratta delle elezioni Europee ancora una volta i partiti di sinistra non hanno posto chiaramente e nettamente la questione dell’imperialismo europeo. E’ sotto gli occhi di tutti che il processo di costruzione dell’Unione Europea è a tutti gli effetti inquadrabile come una poderosa restaurazione liberista caratterizzata dallo smantellamento di tutte le conquiste ottenute nel corso del 900. Tale restaurazione facendo perno intorno al ricatto del debito pubblico ha portato nel giro degli ultimi vent'anni una lenzuolata di controriforme a partire dalla fondamentale questione del lavoro. A tal proposito si potrebbero citare la Loy Travail francese, le leggi Hertz in Germania, la legge sul lavoro di Rajoy , il Jobs Act di Renzi. Tutte riforme di stampo neoliberista che hanno costituito l’ossatura economica dell’ attuale Unione Europea, tali riforme non si sono limitate all’ambito del salario diretto in busta paga ma hanno colpito anche le pensioni e il salario indiretto come i servizi sociali. Si può dire in altri termini che l’attuale Unione Europea è nata nel fuoco della grande restaurazione liberista spinta dalle necessità tipiche del capitalismo nella sua fase imperialista ovvero la necessità di centralizzare i capitali  e l’esigenza di aumentare il saggio di sfruttamento quale potente fattore di controtendenza alla caduta del saggio di profitto. Le classi popolari hanno chiaramente reagito a questa restaurazione manifestando il proprio profondo dissenso che si è visto in tutte le recenti elezioni dove hanno avuto la meglio principalmente quelle forze politiche che hanno avuto una postura antieuropeista. Come era da immaginarsi quando una “rivoluzione” tenta di svilupparsi solo dall’alto, senza la partecipazione delle classi sociali più combattive, aggrappandosi per giunta a intellettuali e funzionari politici improvvisati, persi in prestito da altre classi sociali,  borghesi o piccolo borghesi,  il tradimento non può che essere il normale e purtroppo già sperimentato epilogo. In questo modo il panorama politico che è venuto a determinarsi in Italia e davvero sconfortante che vede una sinistra radicale che annaspa nello sviluppare una critica radicale all’imperialismo nostrano e a quello europeo, forze piccolo borghesi oscillanti e pronte a tradire con i fatti il loro massimalismo parolaio e infine partiti di sistema ormai intrinsecamente e socialmente dipendenti dal grande capitale transnazionale. 

In questo panorama desolante fortunatamente si riesce ancora a presentare una lista elettorale grazie allo sforzo dei compagni e delle compagne del principale partito comunista che è Rifondazione Comunista e questo ci consente di poter avere ancora un minimo di agibilità politica che altrimenti sarebbe totalmente preclusa. Non si può non sostenere l’unica lista che si è schierata nettamente per la pace e cioè Pace Terra e Dignità . 



08/06/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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