Economia e Lavoro
Esaminiamo alcuni aspetti economici che hanno portato alla guerra in Ucraina
In collaborazione con Tracce di classe, videointervista di Luca Placidi a Francesco Cori e Renato Caputo per far emergere la strategia neoliberale di dequalificazione della scuola pubblica a tutto vantaggio della scuola privata.
Il parlamento italiano approva la missione difensiva contro gli Houti. Anche il movimento 5 stelle tra il popolo palestinese e le imprese locali preferisce difendere queste ultime.
Il modello toyotista si fa sempre più strada e con esso saltano, uno alla volta, tutte le garanzie di controllo che può esercitare lo Stato, ormai sempre più “guardiano notturno”. La catena di subappalti contribuirà ad aumentare la triste statistica delle morti sul lavoro
È lo stesso rapporto di produzione capitalistico, finalizzato unicamente alla massima valorizzazione del capitale esistente, a entrare in contraddizione in un determinato periodo storico con l’ulteriore sviluppo delle forze produttive.
Non si può che constatare come i caratteri fondamentali dell’imperialismo, individuati da Lenin, oggi siano più attuali che mai. Ultimata la spartizione del mondo fra le multinazionali non restano che guerre imperialiste e interimperialiste.
La lezione di Lenin è ancora oggi decisiva in quanto rappresenta la migliore testimonianza che nella nostra epoca storica l’ambizione dei veri intellettuali non può limitarsi a una nuova interpretazione del mondo, ma consiste nel dare un contributo significativo alla sua trasformazione in senso rivoluzionario.
Il non omogeneo sviluppo del modo di produzione capitalistico non è imputabile a cause contingenti, ma all’inconciliabile conflittualità insita nella #molteplicità dei suoi centri decisionali
Il potere della classe dominante di una ristretta minoranza di sfruttatori sarebbe debole se si fondasse esclusivamente sul monopolio della violenza legalizzata. La grande maggioranza degli sfruttati sarebbe pronta a sfruttare ogni momento adatto per mettere in discussione il potere della classe dominante degli sfruttatori.
Il 17 novembre il mondo della scuola è sceso in piazza in tutta Italia contro la manovra di bilancio e la riforma reazionaria del governo Meloni. Intervista a Massimiliano De Conca, Segretario Generale FLC CGIL Lombardia
Una riflessione sullo sciopero generale del 17 novembre
Il ministro Salvini limita lo sciopero del 17 novembre, ma l’unico limite reale a uno sciopero è la forza che i soggetti organizzati dei lavoratori sono in grado di mettere in campo.
Ben due enormi manifestazioni si sono svolte nella Capitale lanciate dalla Cgil per opporsi al governo più reazionario della storia della repubblica italiana. Partiamo da questo fatto per iniziare a tracciare un’analisi del rapporto tra comunisti e masse nella fase attuale. Alla critica costruttiva dei movimenti di massa sempre più spesso si oppone la critica distruttiva e passivizzante che conduce al minoritarismo.
Ragionando sui dati Istat attorno all'occupazione si va delineando il quadro di crisi e di scarsa mobilità sociale nell'Italia meloniana. La campagna della Pubblica Amministrazione sul posto "figo".
Si annuncia una manovra in deficit per coprire provvedimenti clientelari. Manca qualsiasi indirizzo per il rilancio dell'economia e per risanare pensioni e sanità.
Se con misure come il salario minimo si contribuisce a ingannare i lavoratori sfruttati facendogli credere che il salario corrisponda alla busta paga e retribuisca il lavoro, tutto lo sforzo di Marx e del marxismo di far prendere coscienza dello sfruttamento rischia di andar perduto. In tal modo si perde di vista la dimensione sociale del salario che non retribuisce il lavoro, ma paga in media l’equivalente del valore di scambio della forza lavoro.
I nuovi codici di comportamento del personale della Pm espressione dello stato totalitario e della sorveglianza.
Il turismo snatura i servizi culturali e lo stesso tessuto delle città d'arte. Vi inoltre è un ampio ricorso al super sfruttamento del lavoro e alla precarietà.
La recessione della locomotiva tedesca avrà impatti negativi anche sul nostro paese.
Marx ritiene che, data la grande importanza che ha per la produzione capitalistica la legge della caduta tendenziale del saggio del profitto, si può dire che quest’ultima “costituisca il mistero a svelare il quale tutta l’economia politica si è adoperata dal tempo di Adam Smith” [1].
La tassa piatta favorisce gli alti redditi e, insieme al taglio del cuneo fiscale, farà venire meno ingenti risorse, facendoci sprofondare in uno Stato minimo dove non contano di diritti e la Costituzione.
I sistemi di protezione sociale si sono dimostrati inadeguati. La precarietà del lavoro, le politiche e la cultura liberiste e gli errori dei sindacati confederali hanno determinato tutto ciò. È necessario un nuovo sistema di protezione sociale finanziato dai datori di lavoro e dallo Stato, non dai contratti.
Dopo i proclami di governo e media, la doccia fredda dei dati di Confindustria certifica la fragilità della nostra economia. È il risultato di politiche volte a tutelare il capitale e a comprimere i diritti dei lavoratori. Serve un’opposizione sociale a questo governo.
Le cause dell’aumento dei prezzi di alimentari e prodotti energetici risiedono nella speculazione. Chi ne beneficia?
Cala il potere di acquisto dei salari e delle pensioni ma si rafforzano le manovre speculative
La lotta dei lavoratori dei servizi museali in appalto a Volterra. La gara per il rinnovo dell'appalto prevede tagli ai servizi e clausole che si ritorceranno contro i diritti dei lavoratori. Le esternalizzazioni dei servizi pubblici sono uno strumento per abbattere le condizioni retributive, contrattuali e previdenziali della forza-lavoro imponendo ai lavoratori diritti di serie B.
Perché il salario minimo non diventi il paravento per lasciare inalterate le dinamiche contrattuali e salariali.
Il mondo cooperativo, lungi dalla sua importante funzione originaria, è determinante per salvaguardare i processi di privatizzazione e per il contenimento dei salari. La rivendicazione da sostenere è “a uguale lavoro uguale salario”.
Il rapporto ISTAT può essere letto in maniera strumentale per stravolgere il welfare e perseverare nella moderazione salariale.
Il salario minimo è sostenuto da un ampio fronte, dalle opposizioni parlamentari a quelle sociali. Questa rivendicazione, con tutti i suoi limiti teorici, può svolgere una funzione di costruzione di un blocco sociale con una diversa prospettiva di società.