Economia e Lavoro

Occupabili, inoccupabili, lavoratori indebitati e working poor, tratti del capitalismo italiano alla fine del 2023.

Il nuovo codice di comportamento per il personale della Pubblica Amministrazione. Vietato o quasi il diritto di critica. Si rafforza la repressione nei luoghi di lavoro anche attraverso i codici

La manovra del governo Meloni non affronta i nodi di questa crisi e toglie ai poveri per dare ai ricchi, in continuità con i precedenti.

La forza-lavoro immigrata viene additata come responsabile di molti nostri mali. Si tratta di un pretesto per accentuare il carattere repressivo dello Stato. In realtà essa svolge un ruolo positivo per i conti pubblici e soprattutto una funzione importante per il sostegno dei profitti, tendendo a ridurre il salario diretto, indiretto e differito. Il vero, sottaciuto problema è la libera circolazione dei capitali

Proviamo a confutare i luoghi comuni in materia di salario, inflazione, reddito di cittadinanza e politiche fiscali

Attorno alla riforma della Pubblica Amministrazione si aggirano gli spettri delle privatizzazioni e della subalternità del pubblico rispetto al privato

Innumerevoli progetti di cementificazione e militarizzazione dei territori occultati dietro il rilancio delle aree urbane.

Nonostante l’esperienza del Covid la sanità continua a essere definanziata, il personale continua a essere carente e ci si va orientando, con la complicità dei sindacati, verso la privatizzazione.

I partiti, dopo la soppressione del finanziamento pubblico, navigano in brutte acque finanziarie e sono esposti a forme di finanziamento occulto sia da parte dei poteri economici che di potenze straniere, specialmente gli Usa, che da sempre si ingeriscono nei nostri affari interni. Menare lo scandalo alla vigilia delle elezioni per i finanziamenti della Russia è un misero espediente propagandistico.

La pandemia e la guerra stanno cambiando profondamente gli assetti mondiali. Una visione globale delle contraddizioni capitaliste è un presupposto necessario per una ripresa della conflittualità.

La guerra sta acuendo i problemi irrisolti e le ricette della concertazione sono ormai la classica foglia di fico.

Un bilancio della battaglia referendaria e di una battaglia andata perduta per eccessiva fiducia nelle istituzioni.

Perché i comunisti e i sinceri progressisti devono attivarsi e sostenere il secondo documento congressuale, “Le radici del sindacato”.

L’Inps certifica eccessive sperequazioni salariali ai danni dei giovani lavoratori. La causa è riconducibile principalmente alla precarizzazione del lavoro.

Arrestati nei giorni scorsi delegati e dirigenti Sicobas e Usb della logistica con accuse pesantissime che equiparano la lotta e il conflitto di classe a una vera e propria associazione a delinquere.

Perdita del potere di acquisto, salari che aumentano meno del costo della vita e precarietà diffusa. L'autunno di un governo asservito ai poteri forti militari ed economici

La perdita della sicurezza del posto di lavoro toglie la possibilità di progettare a lungo termine, implementando il senso di smarrimento e la paura per il futuro

Il taglio del Cuneo fiscale è di destra perché, in assenza di un fisco più equo, riduce gli spazi della socialità a vantaggio di quelli del mercato e peggiora i conti pubblici. Al di là del riparto teorico dei benefici immediati, ci guadagnerà solo il capitale.

Diversi studi hanno mostrato le problematiche, a partire dai rischi per la salute dei lavoratori, legati alle nuove forme di organizzazione del lavoro: un'occupazione precaria aumenta la sensazione di insicurezza e marginalità, provocando l'incremento di stress e preoccupazione, con rischi per la salute molto gravi.

La radice dell'inflazione e della nuova grave recessione che si annuncia sta nelle politiche imperialistiche. Occorre intrecciare le lotte contro l'imperialismo con il conflitto sociale. Per questo serve l'unità dei comunisti.

La causa delle dimissioni dal lavoro non è reddito di cittadinanza ma l’alto tasso di sfruttamento che rende invivibili le condizioni di lavoro. I contratti di lavoro a perdere hanno reso possibile questa situazione.

Assenza di autonomia in politica estera e disastri in materia di lavoro e previdenza, questi i risultati del governo Draghi e delle politiche unidirezionali a favore dei profitti di impresa.

Proviamo a confutare la vulgata ufficiale su occupazione femminile, giovanile e precarietà. Gli sgravi fiscali, le decontribuzioni ecc. concorrono a ridurre il costo del lavoro e ad aumentare i profitti, non l’occupazione.

Da un recente rapporto Ugl Censis traiamo spunto per non cadere nella trappola padronale

Confindustria spiega come superare la crisi in corso e le soluzioni annunciano tagli ai salari e la contrazione dei diritti sociali. Saranno lavoratrici e lavoratori a pagare i costi della guerra.

La responsabilità della perdita salariale non è attribuibile solo ai contratti pirata siglati da sindacati di comodo

Quando lo stato di emergenza vale solo per adottare provvedimenti repressivi.

Perché nessuno parla di cancellare il codice Ipca? Per gli stessi motivi per i quali il sistema contributivo continua a essere il faro guida della previdenza con un calcolo che fa perdere ai pensionati potere di acquisto. E così i futuri assegni previdenziali saranno di poco superiori alla metà dell’ultimo stipendio, una autentica miseria senza contare che usciremo dal mondo lavorativo alle soglie dei 70 anni di età.

Le contraddizioni del dibattito accademico sulle disuguaglianze. La Bussola europea e il neokeynesimo di guerra della Ue.

I danni delle sanzioni dure senza precedenti contro la Russia e della corsa al riarmo saranno patiti anche dall’Occidente. Si profilano tempi duri per i lavoratori. È indispensabile la ricostruzione di un’opposizione e di un blocco sociale in grado di contrastare le scelte del governo.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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