Cultura

Considerato nel suo complesso, il sistema capitalistico si presenta come un insieme di rapporti più o meno servili imposti da un popolo ad un altro a livello internazionale, da una classe all’altra nell’ambito di un singolo Paese e dall’uomo alla donna. Si comprende allora la tesi che Engels formula riallacciandosi a François Marie Charles Fourier e che è cara anche a Marx, secondo cui l’emancipazione femminile è la “misura dell’emancipazione universale”.

Nella terza parte conclusiva dello scritto “Antonio Gramsci, un rivoluzionario” approfondiremo come il corso togliattiano del PCI abbia snaturato l’orientamento leninista di Gramsci. Nelle conclusioni faremo emergere i limiti della strategia del “partito nuovo”.

Video-intervista a Vladimiro Giacché a partire dalla seconda edizione del suo libro: Hegel. La dialettica. Introduzione al pensiero hegeliano. Nell’intervista si affronta l’attualità del pensiero di Hegel e della dialettica, il rapporto fra il marxismo e il pensiero hegeliano e la leggenda nera liberale che vuole liquidare Hegel come ideologo dell’assolutismo prussiano.

La seconda parte di un contributo finalizzato a difendere il profilo rivoluzionario di Antonio Gramsci. In questa seconda sezione ci occuperemo delle categorie di “egemonia” e “intellettuali”, dimostrando come anche i Quaderni del Carcere si mantengono in una prospettiva leninista di lotta di classe.

l’articolo è la prima di tre parti di un contributo finalizzato a difendere il profilo rivoluzionario di Antonio Gramsci. In questa prima sezione si richiamerà il bilancio del Biennio Rosso proposto dall’Ordine Nuovo, individuando nella mancanza di un autentico partito rivoluzionario la ragione della sconfitta del proletariato italiano.

Si parla tanto di carne sintetica e di nuovi cibi, ma cosa ne sappiamo oggi veramente?

Il pensiero di Tolstoj diverge in diversi punti dal pensiero marxiano, tra cui l’idea di rivoluzione, la concezione del denaro e l’ammissione della violenza nella lotta politica, ma lo scrittore resta un riferimento per il pensiero internazionalista per il suo progetto di emancipazione degli uomini dal potere e dalla violenza.

Con questa breve ricostruzione dei principali eventi storici del quarto di secolo antecedente ai più recenti avvenimenti cerchiamo di ricostruire il contesto in cui devono essere inseriti, per venir realmente compresi, gli attuali tragici scenari.

Marx e Freud descrivono una situazione di sofferenza e patologia caratteristica dell’uomo odierno, dipendente dal fatto che egli cerca al di fuori di sé il proprio compimento. Le diverse prospettive di analisi portano i due pensatori a soluzioni diverse degli stati di alienazione e nevrosi.

Nella ex-Unione Sovietica tra il 19 e il 21 agosto del 1991 non ci fu nessun golpe. Quest’evento fu un’altra cosa ed ebbe motivazioni diverse da quelle diffuse dai media di allora, ma servì a non ratificare il nuovo trattato dell’Unione tra la Federazione russa, il Kazakhstan e l’Uzbekistan.

I filosofi politici moderni hanno elaborato molteplici interpretazioni del concetto di libertà; tuttavia, secondo Fromm, non è sufficiente che siano garantite le condizioni materiali emancipatorie perché l’uomo possa davvero essere detto “libero”. È piuttosto indispensabile che egli sappia esprimere appieno la propria natura, facendosi partecipe di una rivoluzione psicologica, in parallelo a quella materiale.

A partire da una correzione apportata all’analisi weberiana delle origini calviniste del capitalismo, Brown mostra come, da un punto di vista psicanalitico, l’attuale sistema poggi sul complesso del denaro, che punta ad alimentare sé stesso  in maniera indeterminata a scapito del godimento umano.

I marxisti, pur riconoscendo a tutte le nazioni l’uguaglianza politica e l’uguale diritto a costituire uno Stato nazionale, attribuiranno il massimo valore all’unità dei proletari di tutte le nazioni ed esamineranno ogni aspirazione nazionale dal punto di vista della lotta di classe dei proletari.

La Riflessione pragmatica e propositiva su nuove questioni della didattica del greco antico per i media non è stata d’interesse, anche se per il nostro passato classico è un tema cruciale per la diffusione della cultura classica. Nell’attesa della pubblicazione degli Atti si presentano alcune osservazioni.

La democrazia liberale è il modo più efficace per cementificare la dittatura oligarchica sul piano economico e sociale

Se sul mercato si presentava quale libero proprietario della propria merce, concluso l’affare, si scopre che egli non era un libero agente, che il tempo per il quale egli può liberamente vendere la propria forza-lavoro è il tempo per il quale egli è costretto a venderla. 

La filosofia come suprema concentrazione del pensiero umano non ha affatto, in Hegel, il compito di escogitare nuovi contenuti; la sua originale e autentica funzione consiste solo nell’ordinare e nel chiarire ciò che l’evoluzione sociale stessa ha prodotto, in modo che appaia la sua legalità suprema: la dialettica.

Il marxismo orientale, ponendo l’accento sul patriottismo e sulla lotta di liberazione nazionale dei popoli coloniali, mostra – a parere di Losurdo – di essere più vicino del marxismo occidentale alla lezione di Lenin che insiste sulla centralità della lotta portata avanti da chi si batte per il diritto all’autodeterminazione.

Gramsci pone in rapporto dialettico l’universalismo del diritto e la determinatezza dell’agire politico entro una filosofia della prassi volta a fondare il rapporto fra ideali teorici normativi e pratica politica necessaria alla loro realizzazione storica.

Risvolto reale della libertà formale della società borghese è la libertà-privilegio di godere egoisticamente, a proprio piacimento, del proprio patrimonio privato, cioè sottratto alla comunità. L’altro uomo non rappresenta, infatti, la realizzazione della libertà del prossimo ma un limite, un ostacolo al suo arbitrio. Mirando a garantire l’arbitrio dell’individuo egoista, delle sue libertà-privilegi particolari, la società capitalista consente di liberare l’uomo, la sua forza lavoro da ogni considerazione morale o metafisica fino a ridurla a una merce come le altre.

Nel presente articolo non ci attarderemo a illustrare l’analisi lukacciana delle singole Figure della Fenomenologia, né ci soffermeremo sulla sua interpretazione dell’architettura complessiva dell’opera; intendiamo piuttosto occuparci dell'alienazione, ritenuto da Lukács il concetto filosofico centrale del capolavoro di Hegel.

Ignorare la lotta di classe significa, di fatto, ignorare le immense lotte per il riconoscimento che hanno portato al superamento delle esclusioni verso le grandi masse dei popoli coloniali, delle classi subalterne e delle donne.

Italo Calvino è stato un grande intellettuale comunista e marxista. Se nella seconda fase della sua vita si allontanò da quelle posizioni, permanevano tuttavia importanti linee di continuità che permettono di ricondurlo nell'alveo di quella tradizione filosofica, politica, civile e morale.

Il complottista non si affatica nella costruzione concreta dell'alternativa possibile, ma si limita a rovesciare il contenuto della comunicazione del potere in una curiosa dialettica che finisce sempre per rafforzare il lato “ufficialista” e mainstream della comunicazione sugli eventi.

Con lo scoppio della Guerra fredda, paradossalmente iniziata proprio nel momento in cui la Dichiarazione Universale dei diritti umani (1948) è stata promulgata, le solenni aspirazioni della Carta delle Nazioni Unite sono state subordinate alla logica della contrapposizione tra i due grandi blocchi in conflitto.

Ci vogliono secoli perché il “libero” lavoratore si adatti volontariamente, in conseguenza dello sviluppo del modo capitalistico di produzione, cioè sia socialmente costretto a vendere per il prezzo dei suoi mezzi di sussistenza abituali l’intero suo periodo attivo di vita, anzi, la sua capacità stessa di lavoro.

Come mostra Lukács, nei classici dell’economia politica le categorie economiche non travalicano l’ambito della società civile e dell’agire produttivo; ma in Hegel, che parte dai loro risultati, esse acquistano un significato ben più ampio e un valore euristico che investe la concezione generale della storia e del suo mutamento.

Nel cinquantenario della morte di Pietro Secchia, il suo pensiero e il suo intento rivoluzionario, ingiustamente schematizzato e caricaturizzato, e la sua emarginazione nel PCI dagli anni ’50, rimangono punti centrali nel dibattito tra i comunisti in Italia e nel mondo.

Per Marx ed Engels risulta evidente che quello dei diritti naturali e inalienabili non è lo strumento giusto per guidare il processo di emancipazione. I soggetti portatori dei diritti inalienabili non sono, per i teorici del giusnaturalismo, tutti gli uomini, ma determinati soggetti sociali, ovvero le classi proprietarie.

L’uguaglianza culturale e morale è la fase propriamente politica che segna il passaggio dalla struttura alla sfera delle superstrutture, è la fase in cui le ideologie germinate precedentemente diventano “partito” determinando oltre che l’unicità dei fini economici e politici, anche l’unità intellettuale e morale, ponendo tutte le questioni intorno a cui ferve la lotta non sul piano corporativo ma su un piano universale.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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