Sabato, 01 Novembre 2025 15:10

PALESTINA: LO STATO DELLE COSE

di

ASSEMBLEA PUBBLICA A CERVETERI – CASE GRIFONI
VENERDÌ 14 NOVEMBRE, ORE 18:00 – 20:00

Il giorno in cui l’Italia perse Pasolini, raccontato da chi visse l’incredulità e il dolore di quelle ore.

La guerra del Kippur del 1973 non fu una sorpresa incontrollata, ma un conflitto limitato e politicamente calcolato. Secondo le memorie di Vinogradov e i documenti desecretati di USA e Israele, Sadat interruppe volontariamente l’offensiva per avvicinarsi a Washington, sacrificando una possibile vittoria militare. Israele accettò il rischio della sorpresa iniziale per ottenere maggiore sostegno americano. Gli Stati Uniti, guidati da Kissinger, calibrarono il conflitto per evitare vittorie decisive e consolidare la propria influenza in Medio Oriente. La guerra risultò quindi un equilibrio tra successo apparente, vittoria mutilata e supremazia diplomatica.

La finanziaria del governo Meloni è totalmente orientata dagli interessi del grande capitale, i tagli al salario sociale, l'austerità e le spese militari costituiscono i pilastri portanti della manovra. Bisogna concentrare tutte le forze della classe lavoratrice per fermare questo ulteriore passo verso la barbarie sociale e l'ulteriore impoverimento generalizzato delle classi subalterne. Per questo è necessario adoperarsi per uno sciopero unitario.

Il ballottaggio presidenziale del 19 ottobre ha visto la vittoria di Rodrigo Paz, segnando la conclusione di quasi due decenni di governi del MAS. La sospensione della Bolivia dall’ALBA per la postura antibolivariana del presidente eletto apre uno scenario regionale inedito e conflittuale.

Fabio Marcelli ha illustrato i presupposti giuridici della denuncia al governo Meloni e Leonardo Spa per complicità in genocidio, ha parlato del "piano di pace" di Trump e del nuovo fronte di guerra in Venezuela

La più grande flotta navale degli ultimi quarant’anni si trova al largo delle coste venezuelane, pronta a scagliarsi contro la rivoluzione bolivariana. 

La Città Futura ha intervistato Giovanni Castagno sul tema dello sport popolare, interpretandolo in chiave gramsciana e dunque come lotta per l'egemonia. Lo sport popolare secondo Castagno, è anche riappropriazione e spazio di liberazione, in contrasto con lo sport tradizionale dove prevale la logica competitiva. Castagno ha criticato la mancanza di campi da calcio pubblici e lo snobismo amministrativo verso le iniziative sportive popolari, evidenziando la difficoltà di contrastare l'affermazione individuale.

Migliaia in piazza a Roma alla manifestazione della CGIL, con parole d’ordine chiare e nette: giù le armi e sù i salari.

Le elezioni del 12 ottobre hanno registrato un’affluenza in crescita e la vittoria della destra, disegnando una nuova geografia segnata tuttavia da una presenza dell’estrema destra inferiore alle proprie ambizioni. La sinistra arretra, ma conserva le proprie roccaforti, riconquista comuni simbolici e rilancia una linea di lotta sociale e democratica contro il governo Montenegro.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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