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L'Unione Europea e la guerra
L’origine delle disuguaglianze sta nell’offensiva contro le classi lavoratrici
Le contraddizioni del dibattito accademico sulle disuguaglianze. La Bussola europea e il neokeynesimo di guerra della Ue.
La follia atlantista
Ricadute sociali della follia atlantista, la fine del suprematismo occidentale e il rilancio di una vera politica internazionalista.
La guerra come una malattia
Così come una malattia, la guerra dovrebbe essere considerata un problema da risolvere e non il nostro destino (Gino Strada).
Dopo tanti altri colpi ai lavoratori torna lo spettro dell’inflazione
La pandemia ha determinato l’allentamento delle politiche di austerità ma non a vantaggio dei lavoratori. L’inflazione sta falcidiando i loro redditi e non esistono progetti in grado di rispondere efficacemente a questo dramma. Occorre costruire piattaforme avanzate di rivendicazioni.
Le segrete stanze dove davvero si decide
La politica rinuncia a un suo ruolo e le istituzioni sono ostaggio del grande capitale. Mentre si rischia l’esplosione del conflitto armato sulla questione ucraina, un’altra guerra è in atto: contro i lavoratori. Occorre la ripresa del conflitto sociale.
La restaurazione liberista
Il papa polacco e il crollo della democrazia popolare in Polonia; la sconfitta del tentativo di transizione al socialismo delle democrazie popolari; la caduta del muro di Berlino; l’annessione della Ddr; la casa comune europea; gli anni Novanta; la dissoluzione dell’Urss; i costi sociali della transizione al capitalismo
Bilancio del 2021
Il bilancio del 2021 è positivo dal punto di vista internazionale, con la crescente crisi dei tre grandi poli imperialisti: Stati Uniti, Unione europea e Giappone. Mentre cresce il peso di Cina e Russia, sempre più vicine fra di loro e alleate con i paesi antimperialisti. Il bilancio è, invece, negativo per quanto riguarda l’Italia, mai come ora, infatti, la campagna per l’elezione del presidente della Repubblica è egemonizzata dalla destra, con la sinistra incapace di proporre un proprio candidato.
Capitalocene, riarmo e cesarismo regressivo
I diktat dell’Unione europea stanno imponendo una completa liberalizzazione di ogni forma di servizio pubblico, la cui gestione deve essere in modo sempre più imperativo demandata ai privati, nonostante la ormai trentennale privatizzazione imperante abbia costantemente prodotto un drastico peggioramento e dequalificazione dei servizi, a fronte di un altrettanto costante aumento dei loro costi, che cadono sempre più sulle spalle delle classi subalterne.
Acquà nisciuno è fesso
Il Disegno di legge del governo sul mercato e la concorrenza spalanca le porte per privatizzare quel poco dei servizi locali che ancora è rimasto in mano pubblica. Occorre costruire un vasto movimento per il ritiro del disegno.