Strategie madrilene

Dal summit a Madrid emerge la nuova strategia Nato.


Strategie madrilene

Il summit spagnolo della Nato apertasi martedì scorso a Madrid potrebbe segnare una svolta storica nel futuro di questa alleanza: far gestire alla Ue la crisi Ucraina (ovviamente nel rispetto delle decisioni assunte da Washington), in modo che sia possibile dedicarsi all’area asiatica per le politiche di contenimento della Cina e dare impulso all’innovazione in campo militare e tecnologico.

Sul vertice spagnolo leggiamo dal Sito Ispi Online, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, una sintesi interessante delle priorità della Alleanza Atlantica, “un percorso che confluisce nel nuovo Concetto Strategico da approvare nel «summit» madrileno. Chiariamo che il Concetto Strategico è la declinazione delle linee guida dell’Alleanza, e indica le priorità che i governi alleati vedono all’orizzonte. Si tratta quindi di un documento ufficiale ed importante, che viene rinnovato ogni 10-12 anni. Quello ora in vigore era stato varato a Lisbona nel 2010 e identifica tre aree prioritarie: la difesa collettiva; la gestione delle crisi; la nuova sicurezza cooperativa”.

La nuova strategia denominata strategy concept non nasce da oggi ma nel 2010 a Lisbona, a dimostrazione che le guerre e le strategie imperialiste sono pianificate con largo anticipo. Senza complottismi e dietrologie non è errato asserire che la guerra in Ucraina parte dal 2014 e, a nostra insaputa, esercitazioni militari in grande stile, decisioni politico economiche, grandi piani di riarmo rappresentano una lunga e articolata sequela di fatti che porta ai giorni nostri, alla compiutezza del disegno imperialista.

Ed è ormai dimostrato che l’attenzione della Nato e degli Usa è rivolta soprattutto fuori dall’Europa come se il vecchio continente avesse esaurito, con la guerra in corso, le carte da giocare negli scacchieri internazionali.

L’area asiatica acquisterà fin dai prossimi mesi un ruolo dirimente, l’attenzione Usa e Nato si sposta verso l’Asia (area dell’Indo Pacifico) in funzione anticinese.

Gli Usa hanno bisogno di un impegno diretto degli stati europei nel loro continente per dedicarsi all’area Indo Pacifica, da qui l’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia (attenzione alle contropartite richieste dalla Turchia per dare il proprio assenso all’ingresso dei due paesi nella Alleanza Atlantica [1]) che proseguirà l’opera di accerchiamento militare ed economico della Russia. Indebolendo la Russia si prova ad isolare la Cina cercando di sottrarle aree di influenza. Intanto Limes riferisce che già oggi flotte aeree norvegesi e danesi composte da ben 250 veicoli da guerra sono schierate in quell’area e che l’ingresso nella Nato della Finlandia è un tassello della costruzione di un’area baltica in funzione antirussa. Questo superiore obiettivo sarebbe destinato a far venir meno anche le ritrosie franco-italo-tedesche legate agli accordi commerciali con la Russia per la fornitura di gas e petrolio.

Abbiamo più volte ripetuto che questa guerra avrà ripercussioni negative soprattutto sul vecchio continente. La guerra in Ucraina terrà impegnata direttamente l’Ue – con effetti pesanti in termini di aumento della spesa e delle forniture militari, costruzione dell’Esercito europeo in linea con la famigerata Bussola europea, ripercussioni sulla bilancia dei pagamenti con il rincaro dei prodotti energetici, ripresa dell’inflazione che si abbatterà sui salari e sulle pensioni ecc. – negli scenari economici e militari. Conseguentemente l’area dell’euro non potrà guardare oltre i confini del vecchio continente permettendo il rafforzamento degli Usa e dell’area del dollaro.

Questa guerra ha messo in un angolo le velleità di una politica estera indipendente da Washington come dimostra l’acritico sostegno all’Ucraina accordato anche dal cosiddetto polo sovranista, che declina in termini bizzarri la sovranità ossia tacendo sulla presenza di basi Usa e Nato sui propri territori.

Per comprendere meglio gli scenari in corso sarebbe sufficiente consultare il sito della Nato ove leggiamo: “La guerra in Ucraina è diventata un aspetto importante nel dibattito sul prossimo Concetto Strategico della Nato. Le discussioni su come continuare ad assistere l’Ucraina e rafforzare la deterrenza lungo la parte orientale dell’Alleanza saranno senza dubbio al centro della scena a Madrid a giugno. Questo è comprensibile: scoraggiare una guerra in Europa è ciò per cui la Nato è stata creata. In effetti, quando si tratta delle questioni principali che informano il dibattito sul concetto strategico – vale a dire l’equilibrio tra i tre compiti principali; minacce statali e non statali; militare vs. non militare; Russia contro Cina, ecc. – la guerra in Ucraina potrebbe far oscillare il pendolo più vicino al primo di quanto molti avrebbero previsto poco prima dell’invasione”.

Avete capito bene? Nel 2010 la Nato si dota di nuovi obiettivi strategici. Prosegue, negli anni successivi, l’accerchiamento della Russia con una gestione della crisi ucraina mirante a delegittimare in partenza ogni collaborazione con la Russia o una gestione condivisa con ampia autonomia accordata alle regioni separatiste; si delegittima la nuova Via della Seta rafforzando alcuni paesi concorrenti della Cina verso i quali da tempo sono inviati ingenti armamenti di ultima generazione.

Tutta l’area Indo Pacifico diventa fondamentale per la tenuta del sistema Usa e Nato nell’ottica della cosiddetta crescita economica globale. Non a caso si parla, ormai da tempo, di concorrenza militare e innovazione tecnologica, molto dipenderà dagli esiti e dalla durata del conflitto in Ucraina: quanto durerà questa guerra e come ne uscirà la Russia di Putin.

La lotta alla via della Seta e ai partner di Pechino è già iniziata da anni, mentre e l’arrivo di Draghi alla presidenza del Consiglio italiano dovrebbe indurre a qualche riflessione. Ora si mira in modo diretto a indebolire economicamente la Cina e in questa ottica urge un’Unione Europea protagonista diretta nella guerra in Ucraina. Da qui le sanzioni reiterate contro la Russia, la presentazione di Moldavia e Ucraina come paesi dei quali valuteranno l’ingresso nella Unione Europea, l’acquisto di gas liquefatto dagli Usa a costi multipli rispetto al gas russo e il ricorso, sempre dell’Ue, contro la Cina all’Organizzazione mondiale del Commercio.

Mentre la Nato guarda all’area asiatica, rinnovando la polemica verso l’india e i paesi che continuano a intrattenere floridi rapporti commerciali con la Russia, non perde di vista le partite dell’intelligenza artificiale e del continente Africano, ove Russia, e soprattutto Cina, per 20 anni hanno agito con accordi economici, commerciali e militari guadagnando prestigio e riconoscimenti. Non a caso a Madrid si parla di gestire al meglio i flussi migratori dall’Africa. La Nato è decisamente preoccupata per l’immigrazione irregolare e riserva fin da ora grande attenzione alle minacce ibride e al controllo dei flussi soprattutto quelli provenienti dal Marocco, al cui confine c’è un’altra vittima sacrificale: il popolo sahrawi.

Intanto continua a rimanere drammaticamente fuori dai riflettori la questione palestinese. L’autodeterminazione dei popoli vale solo quando fa comodo alle potenze occidentali.

 

Note:

[1] Sull’altare degli interessi geostrategici degli Usa, Svezia e Finlandia sono state vivamente sollecitate e convinte a rimuovere il loro sostegno al popolo curdo, condizione pretesa da Erdogan. Verranno modificate anche le leggi sull’asilo in modo di potere estradare e consegnare i rifugiati nelle mani del dittatore Turco. È il prezzo dell’allargamento della Nato e un’infamia per i governi che hanno consentito tutto ciò, compreso il nostro.

01/07/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Federico Giusti

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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