Approfondimenti teorici (Unigramsci)

Questa sezione del giornale è dedicata alla formazione teorica dei lavoratori e delle classi popolari e curata in collaborazione con le compagne e i compagni del collettivo della Università Popolare Antonio Gramsci (Unigramsci). Questa collaborazione nasce dalla volontà di approfondire i legami con una realtà molto impegnata nella “battaglia delle idee”, per formare una visione del mondo “altra”, diversa da quella delle classi dominanti. Non può esistere, infatti, una prassi rivoluzionaria in assenza di una teoria rivoluzionaria e questa non può che esser ricercata a partire dal pensiero critico di Marx, per sviluppare una visione autonoma del mondo, di classe, consapevoli che se i subalterni non hanno una propria visione necessariamente finiscono con l’adottare quella dominante. Questa collaborazione vorrebbe anche essere un elemento di stimolo per la formazione di quegli intellettuali organici di cui il futuro partito del proletariato avrà grande bisogno. Pertanto, in questa sezione pubblichiamo testi di approfondimento teorico, non necessariamente oggetto dei corsi universitari.

Platone opera una mossa teorica tanto spettacolare quanto sconvolgente dal punto di vista della tradizione, introducendo le istanze della corporeità nel cuore dell’anima

Hegel contrappone la concezione pubblica della religione popolare alla concezione privata del cristianesimo

Per Schumpeter è imprenditore solo colui che innova e il profitto ha la sua fonte nell’innovazione. Anche le crisi vengono spiegate con il presentarsi “a grappoli” delle innovazioni e determinano la “distruzione creativa” che produce lo sviluppo economico.

I corollari della teoria marginalista sono: piena occupazione, giustizia, massima soddisfazione individuale. Ma tutto poggia sulla sabbia di ipotesi irrealistiche. Ciò nonostante essa è considerata l’ortodossia nell’accademia e nei media a causa della sua funzione ideologica.

Con l’aumento della composizione organica del capitale è aumentata la disoccupazione lasciando spesso come unica alternativa il lavoro nero o l’attività illegale, che hanno rafforzato il controllo sociale e del territorio da parte della malavita organizzata, che ha avuto così modo sia di aumentare la corruzione nel mondo della politica politicante, nella magistratura, nelle forze dell’ordine, sia la capacità di piazzare uomini di fiducia ad alti livelli.

La scuola marginalista introduce nell’analisi eleganti e sofisticati algoritmi. Ma lo fa a scapito della capacità di rappresentare la realtà del capitalismo e le sue leggi di movimento. Ne viene fuori un Eden dove tutto funziona a meraviglia.

Tanto il realista quanto l’idealista offrono riproduzioni della realtà e pensieri. L’idealista tuttavia parte da un ideale di bellezza o da un ideale artistico, mentre il realista confronta continuamente gli ideali con la realtà e rettifica continuamente le immagini di quest’ultima.

Sostenere la religione razionale kantiana significa per il giovane Hegel condurre – sulla base dei suoi princìpi – una ricognizione critica del positivo

Platone ricerca un criterio scientifico, un fondamento oggettivo, che consenta di ricostruire un sistema stabile di significati, almeno nel campo #etico-politico

Venendo progressivamente meno la possibilità di una reale alternativa politico-sociale, il sistema italiano è stato definito una democrazia bloccata, governata sempre dagli stessi uomini politici, in rappresentanza degli stessi interessi sociali. Ciò ha fatto sì che le masse popolari si siano progressivamente disinteressate della politica, tornando a delegarla ai notabili, anche a causa dell’opposizione sempre meno decisa e radicale del Pci, tanto che si è arrivati a parlare di consociativismo.

La reazione dell’economia politica borghese al Capitale di Marx inizia già con gli “economisti volgari” a lui contemporanei. John Stuart Mill ne è forse il massimo esponente oltre che precursore del marginalismo.

Nel mondo moderno, di fronte all’apparente irreversibile decadenza di ogni ideale, anche il più acceso ottimismo della volontà appariva contrastato da un profondo scetticismo della ragione, che sembrava negare a Brecht ogni compensazione estetica e rifiutare ogni ricomposizione delle contraddizioni del reale nell’orizzonte di senso della forma, per il carattere necessariamente soggettivo, volontaristico che questa operazione avrebbe comportato.

L’ultimo articolo su Marx riguarda la spiegazione della crisi economica e le leggi di movimento del modo di produzione capitalistico: concentrazione e centralizzazione dei capitali, finanziarizzazione, polarizzazione della ricchezza e impoverimento relativo dei lavoratori.

In questa terza e ultima parte del nostro sguardo sul pensiero di Vanini, si entra nel merito dei contenuti filosofici che il filosofo mette in campo e la sua visione del mondo materialistica e irreligiosa.

Il giovane Hegel opere una radicalizzazione della filosofia kantiana, contrapponendo la concezione greca della moralità a quella cristiana

In questa seconda parte del nostro sguardo sul pensiero di Vanini, si descrivono le tecniche della dissimulazione, strumento fondamentale con cui veicola i suoi contenuti filosofici, che saranno esposti nella terza e ultima parte.

In questa prima parte del nostro sguardo sul pensiero di Vanini, verrà inquadrata la categoria della dissimulazione, strumento fondamentale con cui il filosofo veicola i suoi contenuti materialisti, atei e irreligiosi.

Il filosofo in Platone assume il nome di dialettico (da dialeghesthai, discutere) in virtù della sua capacità di praticare l’arte del dialogo, mediante la quale convince l’uomo dell’opinione a volgersi alla verità. Tale ricerca della mediazione è incarnata da Socrate, il Socrate platonico più che il Socrate storico. Il dialogo platonico diviene la sede in cui si confrontano i problemi della teoria e della conoscenza con quelli della società e della vita morale dell’uomo.

Il parlamento europeo ha scarsi poteri e rappresenta un organismo di rappresentanza che ha costi elevatissimi, mentre le politiche di austerity – imposte dai poteri forti che dirigono in modo tecnocratico in funzione oligarca l’Ue – hanno messo sempre più in discussione la stessa credibilità delle democrazie liberali, considerato che i governi, come è apparso in modo evidente dopo la vittoria elettorale della sinistra di Syriza in Grecia nel 2015, hanno scarsissimi margini di manovra, innanzitutto dal punto di vista economico.

Nella spietata competizione fra capitali, ognuno cerca di abbassare i propri costi per vincere la concorrenza introducendo innovazioni che risparmiano lavoro. Così facendo il capitale, che si può valorizzare solo attraverso l’eccedenza di lavoro, il pluslavoro, va incontro, sia pure fra alti e bassi, alla caduta del saggio del profitto e al proprio declino.

Per sottrarsi a quell’annichilente processo di “museificazione”, che ha già privato gran parte dell’arte del passato del suo senso e della sua originaria valenza veritativa, l’opera d’arte moderna deve dimostrarsi capace di adeguarsi a un’epoca a essa ostile, un mondo che sembra non solo aver perduto ogni parvenza di innocenza e ingenuità, ma anche ogni nostalgico ricordo di esse.

I capitalisti commisurano il plusvalore estratto non al solo capitale variabile, ma a tutto il capitale: in tal modo il plusvalore si trasforma in profitto. Avvicinandoci alla complessità del reale e alla concorrenza fra diversi capitali si vede che il plusvalore viene ripartito fra i capitalisti di tutti i comparti, produttivi e improduttivi, in ragione all’incirca proporzionale al capitale anticipato. I prezzi che ne scaturiscono differiscono dai valori, ma è la legge del valore a determinarli con le opportune mediazioni.

Socrate dalla politica come sapere specialistico, alla identificazione fra virtù e scienza ai motivi del processo e della condanna a morte.

L’estinzione dello Stato è, secondo Losurdo, sinonimo più di idealismo della prassi che di materialismo storico

I presupposti dell'accumulazione del singolo capitale non coincidono con i presupposti dell'accumulazione per l'intera società. Questi ultimi non possono essere assicurati dalla mano invisibile del mercato ma vengono realizzati solo al prezzo di crisi e fallimenti.

Il salario appare come il compenso per il lavoro ma è la forma fenomenica con cui si manifesta il valore della forza-lavoro. Il capitale e la sua accumulazione poggiano interamente sullo sfruttamento del lavoro. La legge fondamentale dell'accumulazione capitalistica prevede la presenza di un esercito industriale di riserva. L'accumulazione originaria è basata sulla rapina.

L’interesse per la sensibilità, lungi dall’essere posto da Hegel in contrapposizione al primato della ragione sulla natura, è dettato da una preoccupazione di carattere realista, in quanto sebbene l’empirismo non è in grado di porre princìpi, d'altra parte se si deve operare sugli uomini, questi vanno presi come sono, e vanno ricercati gli impulsi e i sentimenti buoni da cui la natura dell’uomo può essere nobilitata.

La sconfitta del modello panarabo e laico nasseriano, delle forze socialiste dopo il crollo dell’Urss, l’aggressione imperialista all’Iraq, la perdurante occupazione e violenza in Palestina favoriscono il sorgere di movimenti islamisti, che sono a più riprese tatticamente sostenuti dal mondo occidentale, per contrastare il comune nemico di sinistra.

I contesti socio-economici creano barriere, steccati, recinti materiali o mentali all’interno dei quali vengono confinate persone considerate non utili secondo la logica produttivista.  Il fatto che le politiche sociali, previdenziali e del lavoro, i sistemi educativi, i servizi sanitari possano produrre e perpetuare condizioni di disabilità non viene mai preso in considerazione, analizzato, messo sotto processo.

L’unica fonte del valore è il lavoro. L’unica fonte del profitto è il pluslavoro, cioè lavoro non pagato. I mezzi di produzione non creano valore ma trasferiscono il proprio nel prodotto. Il plusvalore può essere aumentato o prolungando l’orario di lavoro a parità di salario o aumentando la produttività del lavoro.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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