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Mentre l’Italia scende in piazza per Gaza e contro il riarmo, Israele continua la sua offensiva, gli USA minacciano l’Iran e guardano al Venezuela, e il multipolarismo apre scenari di conflitto globale.

In difesa della Global Sumud Flotilla le lavoratrici e i lavoratori scendono a favore dell'umanità. 

Dal massacro a Gaza e l’attacco ai civili della Flottiglia, fino alle trincee ucraine, ai calderoni russi e alle manovre navali al largo del Venezuela: l’Osservatorio racconta una guerra mondiale a pezzi che ridisegna gli equilibri.

Il 22 Settembre si è verificato un evento importantissimo in tutta Italia: uno sciopero squisitamente politico, su questioni internazionali, indetto in sostegno della Global Sumud Flottiglia ed in contrasto con ogni forma di collaborazionismo del Governo italiano sul genocidio operato dallo Stato D’Israele nei confronti della popolazione civile di Gaza, si è concretizzato in un azione di massa che ha coinvolto centinaia di migliaia di lavoratori e studenti in moltissime città d’Italia.

Con il nostro esperto di imperialismo e del rapporto con la Jihad analizziamo i motivi che hanno portato i fondamentalisti al potere in Siria, la disomogeneità dell'asse della resistenza, le ragioni dell'aggressione all'Iran, le dinamiche del confronto scontro fra Usa e Russia e il tragico scenario della completa occupazione della Palestina

Forse il progetto sionista di cancellare i palestinesi apparentemente andrà in porto, ma otterrà un altro paradossale esito: tutta l’umanità, quella umanità che non vuole rassegnarsi a diventare disumana, è divenuta palestinese. Recensione del libro di  Chris Hedges, Un genocidio annunciato. Storia di sopravvivenza e resistenza nella Palestina occupata, Prefazione di P. Odifreddi, Traduzione di N. Mataldi, Fazi, Roma 2025, XV-221 pp.

Sabato, 27 Settembre 2025 07:03

Cento piazze per fermare il genocidio

Uno sciopero generale e sociale di grande successo ha portato le persone in piazze in oltre 100 piazze italiane.

Sabato, 20 Settembre 2025 18:36

Il pericoloso ritorno dell’uomo qualunque

La mobilitazione popolare contro il genocidio a Gaza cresce, travalicando le divisioni sindacali. Il governo Meloni risponde con il silenzio e una narrazione qualunquista che derubrica il conflitto e attacca i manifestanti, per preservare le alleanze internazionali e lo status quo.

Nella videointervista al giornalista italo palestinese cerchiamo di comprendere le dinamiche della pulizia etnica di contro all'eroica resistenza dei palestinesi e alla mobilitazione che si sta sviluppando a livello internazionale.

In un momento di forti tensioni regionali e di difficoltà economiche interne, il Partito Tagammu propone una lettura della politica che unisce difesa dello Stato, lotta ai monopoli e solidarietà alla causa palestinese — puntando su un’opposizione che si dichiara «parte» dell’apparato nazionale.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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