Conflitti di interesse all’Enpam

Alla vigilia delle elezioni nell’Ente di previdenza dei medici, i dottori tracciano un bilancio della gestione piena di conflitti di interesse.


Conflitti di interesse all’Enpam Credits: agi.it

I medici sono una categoria abituata ai conflitti di interesse. Basti pensare a come è organizzato il Servizio Sanitario Nazionale che non permette a molti ospedalieri di scioperare per la difesa dei propri diritti o di quelli dei pazienti ma che gli dà la possibilità di fare anche attività privata (la c.d. intramoenia) in cambio di una parte del ricavato. E che dire di una modalità di ripartizione delle risorse basata sul rimborso per quantità e tipo di prestazioni erogate (i c.d. Drg)? Per non parlare del proliferare di fondi sanitari dedicati ai medici e gestiti dai medici (SaluteMia, Galeno) che garantiscono prestazioni sanitarie integrative, complementari e sostitutive rispetto a quelle erogate dal SSN. Insomma, chi sta in sala operatoria e nei reparti, il conflitto di interessi sicuramente lo conosce bene, a volte lo pratica e spesso lo subisce.

Ma ora è tempo di elezioni, nel 2020 si rinnovano le cariche sociali dell’Enpam, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri, fondazione cui tutti i dottori che esercitano la professione sono obbligati a versare quota parte del proprio salario o dei propri guadagni in cambio di una (magra) pensione, e pertanto sottoposto a vigilanza da parte del Ministero del lavoro e della Corte dei Conti. È dunque arrivato il momento di fare i conti, almeno dal punto di vista politico.

Ed i conti non tornano, almeno per quelle decine di migliaia di medici che su Facebook stanno mettendo in discussione la gestione targata Alberto Oliveti, che per l’incombenza di Presidente del CdA della Fondazione percepisce il faraonico compenso di mezzo milione di euro l’anno. Ma ad indignare non sono soltanto i compensi degli organi di vertice (i dettagli a pag. 2 qui), bensì il cronico conflitto di interessi che vede l’Enpam ripetutamente al centro delle cronache giornalistiche, parlamentari e giudiziarie.

Una storia di lungo corso fatta di gestione allegra dei soldi e del patrimonio immobiliare (oltre 6.400 tra appartamenti, alberghi, negozi, cantine) tanto che nella seduta del 18 gennaio 2008 il Consiglio di Amministrazione dell’Enpam ha approvato il primo “Codice Etico” della Fondazione che sarebbe dovuto servire a prevenire e risolvere i casi di conflitto di interesse. Da allora, amministratori, direttori e dipendenti devono astenersi dallo svolgere attività che siano anche solo potenzialmente in conflitto con gli interessi dell’Ente e prima di accettare un incarico in favore di altro soggetto, oppure nel caso in cui si verifichi una situazione di conflitto, anche potenziale, di interessi, ciascun dirigente o dipendente è tenuto a darne comunicazione alle strutture di controllo interno per una verifica della effettiva rilevanza del conflitto di interesse. In particolare, è vietata la compartecipazione agli utili di fornitori, clienti e concorrenti dell’Ente; la conclusione, il perfezionamento o l’avvio di trattative e/o contratti con persone o società a cui si sia personalmente ed economicamente interessato; l’accettazione di denaro o altro beneficio o favore di persone o aziende che sono o intendono entrare in rapporti di affari con l’Ente.

Ma nel corso del 2012 il Collegio Sindacale ha incontrato tre volte il Comitato di controllo interno, l’organo deputato all’attuazione del codice etico, segnalando “la necessità dell’adozione di un’adeguata procedura finalizzata alla tracciabilità delle operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare residenziale in Roma al fine di escludere eventuali conflitti di interesse”. Un modo felpato per evidenziare una situazione così grave da costringere il Consiglio di amministrazione l’8 marzo 2013 a varare una seconda versione del “Codice Etico” (delibera n. 25/2013).

Orbene, il 18 maggio 2018 il CdA dell’Enpam dispone la sottoscrizione di quote del fondo immobiliare F2i. Nel bilancio per l’anno 2018 è riportato l’acquisto di 20.000 quote per un valore di quasi 150 milioni di euro. Ora, si dà il caso che il Presidente dell’Enpam, il dott. Alberto Oliveti, dal 28 febbraio 2019 sia anche Consigliere di amministrazione della società F2I. Inoltre, Oliveti, il Vicepresidente vicario Giovanni Malagnino, il Vicepresidente Eliano Mariotti, ed i Consiglieri di amministrazione Giuseppe Renzo, Pasquale Pracella, Luigi Galvano, Franco Pagano e Antonio Magi risultano anche membri dei Comitati consultivi di numerosi fondi immobiliari in cui l’Enpam investe parecchie centinaia di milioni di euro, percependo diverse decine di migliaia di euro (i dettagli qui). Galvano, inoltre, risulta proprietario dell’11% della TAC Sicilia s.r.l mentre la consigliera Anna Maria Calcagni socia della Fondazione proprietaria della Cassa di Risparmio di Fermo. Infine, fino al 30 marzo 2017, Oliveti risulta essere stato anche Presidente del Consiglio di amministrazione di ENPAM Real Estate, s.r.l. controllata al 100% dalla Fondazione. Non sono questi esempi di conflitto di interessi? Le strutture di controllo interno sono state interpellate in proposito? E che hanno detto? Mistero.

Sempre nel bilancio 2018, è segnalato che l’Enpam ha ottenuto un rimborso spese di 12.392 euro per il personale distaccato presso SaluteMia, società di mutuo soccorso dei medici e degli odontoiatri costituita nel mese di Ottobre 2015 per gestire il Fondo sanitario integrativo dei medici e degli odontoiatri. I dottori Riccardo Cassi, Gianfranco Prada e Giampietro Chiamenti, Consiglieri di amministrazione dell’Enpam, risultano rispettivamente, socio, Presidente e Consigliere di amministrazione di detta società. Non costituisce questo un altro esempio di conflitto di interessi? Le strutture di controllo interno sono state interpellate in proposito? E che hanno detto? Mistero.

Ma anche per quanto riguarda la controllata Enpam Real Estate cui si applica il codice etico della Fondazione, vengono segnalati alcuni casi anomali: quello del Presidente del Consiglio di amministrazione, Luigi Mario Daleffe, consigliere della Grifal s.p.a., quello del Consigliere di amministrazione Antonio Luigi Sulis, che è anche Direttore della Casa di cura Madonna del rimedio s.p.a. e socio accomandatario della Albamedservice s.a.s., quello del Consigliere Francesco Losurdo, che è anche Presidente del Comitato direttivo della SIFOP, Società italiana formazione permanente per la medicina specialistica e quello di Pio Attanasi, Consigliere della Sumai servizi s.r.l. Non sono anche questi esempi di potenziale conflitto di interessi? Le strutture di controllo interno sono state interpellate in proposito? E che hanno detto? Anche qui, mistero.

Dulcis in fundo, le attività di monitoraggio ed attuazione del codice etico sono demandate al Comitato di controllo interno presieduto da Angelo Buscema magistrato e da febbraio 2018 Presidente della Corte dei Conti - l’organo Costituzionale deputato al controllo della gestione finanziaria degli enti pubblici, incluso l’Enpam - e da due avvocati, Alessandro Diotallevi e Salvatore Napoli. Stando alla interrogazione parlamentare n. 5/09047 promossa dall’on. Giulia Grillo il 30 giugno 2016, per queste attività il magistrato incassa 60.000 euro annui (e i due avvocati 50.000 euro ciascuno). Inoltre, nel corso del 2018, lo studio legale Diotallevi-Miccolis ha fatturato all’Enpam prestazioni per 335.000 euro. Non sono questi esempi di conflitto di interessi? E se ad essere in conflitto di interessi è l’organo deputato a prevenirlo e risolverlo, a chi bisogna rivolgersi? Qualcuno ha pensato di rivolgersi all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Basterà?

17/02/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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