Canone Rai in bolletta. Una gabella anticostituzionale

L’imposta più evasa dagli italiani si pagherà in bolletta. E' costituzionale?


Canone Rai in bolletta. Una gabella anticostituzionale

L’imposta più evasa dagli italiani. Programmi Rai condizionati dai partiti. Oscurata la sinistra radicale nei talk show. Nel patto di stabilità 2016 (art.10) la nuova forma di pagamento nella fattura della fornitura elettrica. Contestazioni e perplessità da Codacons e politici. Il presidente dell’autorità per l’energia ritiene impropria la manovra dell’esecutivo.

di Alba Vastano

“Viva la RAI Ci fa crescere sani/viva la RAI/ Dimmi da quale parte stai/ Viva la RAI/Se sarai buono il tuo Mazinga vedrai/ Oppure no…Dipende dal funzionario RAI/Paghiamo allora questo abbonamento/ Per mantenerli in salute e in sentimento…Perchè oramai questo cervello avrà un padrone lo sai?/Viva la Rai”. (Renato Zero)

Leit motiv che ci ha bombardato negli anni ‘80. Ironia sulla televisione di Stato, nelle parole citate nel testo. Ironia che calza bene sugli ultimi fatti della Rai, legati al pagamento del canone e alla dipendenza della tv di stato dai partiti

Che il canone Rai sia una delle gabelle più odiate dagli Italiani è cosa nota. Tant’è che, da rilievi dei sondaggi sul tema, risulta essere una delle tasse che conta il maggior numero di evasori. Al di là dello stereotipo diffuso oltralpe “Gli Italiani non pagano le tasse”, c’è dell’altro. Cosa offre all’utente l’azienda televisiva di Stato, per motivare il pagamento di un’imposta, come il canone? Pubblicità molta e servizi pubblici monitorati da maggioranze di governo.

Esemplari alcuni talk show, ormai storici, che la fanno da sovrani nell’offrire una visione unilaterale delle manovre di governo, centralizzando alcuni esponenti e partiti politici e oscurandone altri. Negando quindi il diritto di uguaglianza e la pluralità degli interventi. Infatti, dov’è finita nei talk show Rai la sinistra radicale? Che pure avrebbe il diritto di dire la sua?

Inoltre l’avvento delle televisioni private offre, di contralto, una gamma vastissima di scelte dei programmi, la cui visione è gratuita. E se, anche per scelte politiche personali, facendo zapping, non ci si ferma su Mediaset, o altre tv, a risentirne non è comunque il portafoglio..

Il canone Rai, invece è tassa obbligatoria, per la serie “anche se non vuoi veder i programmi, li devi pagare”. Un assurdo che si può trasferire concettualmente in altre aspetti del sociale o del mercato, in cui un cittadino deve pagare quello che non consuma o quello per cui già paga in altre tasse, quei servizi che Costituzione recita, gli spetterebbero di diritto, come scuola: sanità, strade.

Ipertassati gli Italiani? Sì. Senza, come contropartita, nemmeno un welfare efficiente che assicuri i primi diritti essenziali per una vita dignitosa, così come avviene in altri paesi europei.

Un controsenso, una coercizione allora (come tante in Italia) il canone Rai. Un’iniqua tassa perché il “do” non corrisponde al “...ut des”. Finora i sondaggi dimostrano che almeno il 30% degli italiani non ha mai versato nelle casse delle Rai la detestata, e non a caso, gabella. Dal 2016, con il nuovo patto di stabilità, sarà difficile eluderla: arriverà in bolletta Enel, accendendo un contenzioso costituzionale. Se la manovra venisse realmente attuata (e sembra cosa fatta) contrasterebbe con il principio di uguaglianza, equiparando due esigibilità totalmente diverse in un unico calderone. Un nugolo di giuristi e garanti della Costituzione e il Codacons sono già sul piede di guerra per partire all’attacco contro questo provvedimento a firma del governo Renzi e del suo ministro per lo sviluppo economico, Federica Guidi.

Un excursus sulla storia della televisione di stato

Rai, acronimo di Radiotelevisione italiana, ha l’esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo. Nasce a Torino l’Uri (Unione radiofonica italiana), con il regio decreto n 1067/1923. È il 27 agosto del 1924. Il 17 novembre del 1927 l’Uri cambia denominazione e diventa Eiar (Ente italiano audizioni radiofoniche) La gestione è totalmente privata. Solo nel 1944 nasce la Rai intesa come Radio Audizioni italiane, un’azienda in cogestione con la Sip (società idroelettrica piemontese), che aveva il monopolio per la telefonia. Passaggio sequenziale al Ministero poste e telecomunicazioni. Il tre gennaio del ’54 la Rai inaugura le trasmissioni televisive e nasce la Rai Radiotelevisione italiana s.p.a. Nel 2004 avviene la fusione della Rai s.pa. con la Rai Holding s.pa,.la società con il maggior numero di azioni Rai. Il referendum del 1995 abrogava la legge sul monopolio Rai, ma non si è mai attuata la privatizzazione. La Rai Radiotelevisione Italiana è ad oggi la televisione di Stato

Il canone Rai

“Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto n.246 –legge 21 febbraio 1938”

Il canone quindi è un’imposta sulla detenzione di strumenti in grado di ricevere il segnale televisivo Rai. È regolato da l regio decreto n. 246- legge 21 febbraio 1938. Nel 2010 il ministro delle semplificazioni, Roberto Calderoli (governo Berlusconi) abrogò migliaia di leggi, ma non la legge sul canone Rai. Restano in sospeso le risposte ad un evidente “trip” concettuale e alla incongruenza fra la libertà di ricevere gratuitamente il segnale televisivo e l’imposta sul prodotto finale che permette di riceverlo. Se si ha la libertà di ricevere il segnale, perché si paga pegno sul contenitore di proprietà dell’utente, che si trova in un’abitazione privata, strumento che ne consente la visione?

Qual è allora la logica che motiva il pagamento del canone, anche pensando che fra i segnali televisivi che vengono criptati nello stesso contenitore non sempre quello Rai è il più visualizzato, ed ha uno share più elevato rispetto alle altre tv libere. Bypassando la logica che avrebbe ben diritto di essere rispettata, resta il regio decreto ancora in vigore che decreta che il canone Rai va pagato e che l’evasione da questa tassa è trasgressione alla legge. Ergo, la tassa si deve pagare.

Come dribblare il pagamento del canone

Prima dell’approvazione del patto di stabilità 2016, da parte dell’esecutivo del Premier Renzi, si poteva ricorrere ad un noto escamotage che consentiva di non assolvere all’imposta del canone Rai.

“Ogni cittadino ha la possibilità di richiedere, con lettera raccomandata a.r. inviata alla Rai, il suggellamento del televisore e la disdetta del canone” così recita la normativa, ormai invalidata dalla nuova legge.

La procedura si realizzava con la visita a domicilio di un tecnico che modificando la porta del segnale impediva che il segnale Rai venisse captato dall’apparecchio.

In realtà, a seguito della richiesta di migliaia di cittadini, ben pochi hanno ricevuto la visita del tecnico inviato dall’azienda di Stato. Ma la raccomandata faceva fede in caso di richieste ulteriori della gabella.

Inoltre e senza ricorrere al sigillo del segnale Rai, la normativa consentiva a chi avesse superato i 75 anni e ad altre categorie di persone con funzioni speciali di non ottemperare al pagamento dell’imposta.

Ma oggi c’è un nuovo scenario…

All’articolo numero 10 del patto di stabilità 2016, si fa esplicito riferimento al canone Rai e si determinano le regole che verranno imposte agli utenti del servizio pubblico televisivo. Le regole sono principalmente quattro:

1. Il canone RAI verrà inserito, con voce distinta, nella bolletta relativa alla fornitura di energia elettrica

2. Il pagamento avverrà in una sola tranche sulla prima fattura, successiva alla data di scadenza del versamento del canone stesso.

3. chi ha un’utenza elettrica, ha una tv e quindi è soggetto al pagamento del canone Rai. (ndr: perché se si ha un’utenza Enel intestata si deve necessariamente avere un apparecchio Tv? Non sarebbe più verosimile il contrario? Che qualcuno provi a spiegarne la logica!)

4. Chi possiede una seconda o una terza casa dovrà versare il canone una sola volta.

E qui si sfora direttamente nell’astruso. Come fanno Renzi e la sua ministra per lo sviluppo economico ad essere certi che tutte le famiglie italiane hanno un televisore, quindi usufruiscono dei servizi televisivi Rai? Per quale particolare perspicacia e scienza presumono di sapere con certezza che tutti gli Italiani titolari di un contratto Enel hanno un televisore di loro proprietà e non magari di libero uso di un figlio convivente, maggiorenne e lavoratore, di un coinquilino o di un inquilino che non hanno, a loro volta, intestato il contratto di energia elettrica? In tal caso a chi verranno applicate le sanzioni previste dalla legge in caso di evasione dalla gabella Rai? Al titolare della bolletta Enel che non ha il televisore o alla persona che non è l’intestatario del contratto della luce, ma che possiede il televisore?

Contestazioni e perplessità dall’Enel e da enti a difesa dei consumatori

È Guido Bortoni, presidente dell’autorità per l’energia elettrica, ad affermare che il provvedimento- diktat del governo è una soluzione impropria. Ancora più incisive le critiche da parte dei sindacati e delle associazioni a difesa dei consumatori. “Legare il canone Rai alla bolletta elettrica sarebbe un provvedimento illegittimo e incostituzionale e, in quanto tale, impugnabile nelle competenti sedi”. Così il Codacons il cui presidente, Carlo Rienzi, definisce la manovra descritta all’articolo 10 del nuovo patto di stabilità “una forma di violenza nei confronti degli utenti”

A far sentire la sua voce è anche la Cgil definendo la modalità “un modo improprio per riscuotere il canone che andrà ad incidere sul costo delle bollette elettriche, già gravate del 14% sulle accise”

La perplessità si indirizzano sulla possibile ipotesi che, nonostante la quota del canone potrebbe essere diminuita di poche decine di euro, graverà su chi pagherà l’imposta per la prima volta, il peso di tutti gli arretrati dei dieci anni precedenti. Un ulteriore spauracchio e un incitamento a trovare l’escamotage per astenersi dall’assolvere alla gabella, nonostante la buona volontà di qualche evasore di mettersi in regola con l’azienda di stato.

Titubanze anche dal Presidente Enel, Patrizia Grieco: “Mi sembra una cosa molto difficile da realizzare, sia tecnicamente, che per i sistemi di fatturazione, che per problemi giuridici”. A confermare, così Chicco Testa, presidente Assoelettrica: “I produttori di energia non possono trasformarsi in esattori per recuperare il canone Rai. È un compito che non gli compete.

Ferma la risposta a Renzi di Roberto Fico, presidente commissione vigilanza Rai (membro del direttorio M5s –viale Mazzini: "Che il canone Rai sia di 100 euro o di 113 non cambia nulla, perché il vero punto è e resta l’indipendenza della Rai, che deve essere indipendente. Nel momento in cui non lo è e continua a portare acqua al mulino dei partiti allora il canone deve essere zero per i cittadini. Renzi chiede 100 euro ai cittadini per nominare il proprio amministratore delegato. Quasi un finanziamento occulto ai partiti politici tramite canone, perché il binomio è: canone pagato dai cittadini e legge sulla Rai di Renzi, ovvero ad con pieni poteri nominato dal governo senza alcun cuscinetto”

Ancora più incalzante e duro la critica da parte dell’Istituto “Bruno Leoni” (think tank di idee di libero mercato): “Questa ipotesi del canone in bolletta è un mostro giuridico”.

Renzi, dagli studi di “In mezz’ora” e “Raitre”, dov’è di casa, bonariamente rassicura gli Italiani sulla questione del canone in bolletta, che, a ragion veduta, solleva un turbinio di contestazioni."In legge di stabilità riduciamo ilcanone e, contemporaneamente, diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo,che potrebbe essere quello del pagamento nella bolletta elettrica. Oggi costa 113 euro, il prossimo anno costerà 100 euro. Chi è onesto e paga, paga meno"così il Premier. Il “potrebbe essere è già diventato “è” e viene confermato dal ministro Guidi che dagli studi fuori casa Rai, di “Di martedì”, programma condotto da Giovanni Floris, ha informato gli Italiani che il canone si pagherà in bolletta. Anche l’Antitrust approva, asserendo che tale modalità ridurrà l’evasione. Punto. Quando si dice democrazia..

“Viva la Rai/ Paghiamo allora questo abbonamento/Per mantenerli in salute e in sentimento/Perchè oramai questo cervello avrà un padrone lo sai? Viva la Rai”

Fonti:

www.huffington.post

www.laleggepertutti.it

www.ilfattoquotidiano.it

www.lastampa.it

https://it.wikipedia.org/

30/10/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Alba Vastano

"La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re. Non si rende conto che in realtà è il re che è il Re, perché essi sono sudditi" (Karl Marx)


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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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