Ai fatti di Colonia della notte di Capodanno il Ministero della Salute tedesco risponde attivando un sito con un vademecum “didattico” illustrato, con lo scopo di “insegnare” i comportamenti sessuali da tenere in Germania da parte degli immigrati. Culture a confronto tra razzismo, maschilismo e ipocrisia.
di Alba Vastano
“Qualsiasi etica è fondamentalmente antisessuale” – W. Reich
In primis, un pensiero sull’eudemonia (“stare insieme ad un buon demone”) di Epicuro e sul diritto al piacere della libertà sessuale non stona nel testo che segue, sia pur concentrato sulla “mala educacion”, ma non stona neanche un accenno al marxismo, secondo cui il piacere non può trovare naturale e lecita soddisfazione se dipende dai rapporti di produzione dominanti che non ne tollerano la libertà. Se non ci si libera dal capitalismo, quindi, non c’è libertà, né integrazione sociale.
È di questi giorni la notizia e arriva dalla “civilissima” Germania, diffusa dal Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung, il Ministero della salute. Il governo tedesco, in collaborazione con le istituzioni del Belgio, ha disposto l’attivazione di un sito online Zanzu, my body in words and images. La finalità della pagina web, ricca di video e illustrazioni, consiste nell’informare la massiccia popolazione di immigrati sui comportamenti sessuali da tenere nello Stato che li ospita, a tutela delle emancipatissime (ma indifese?) donne nordiche.
L’opuscolo web ha funzione didattica ed ha lo scopo di far scoprire l’acqua calda, perché è una guida su “come si fa l’amore” nei Paesi cosiddetti civili. Una presunzione di civiltà dei costumi sessuali, rispetto alle “barbarie” dello straniero di cultura essenzialmente islamica. Come se poi bastasse diffondere manuali sulla sessualità e pratica della sessualità per risolvere i problemi d’integrazione e inclusione degli immigrati in una cultura diversa. Le immagini sono di stampo evidentemente razzista. Rappresentano un uomo di colore che si accoppia con una bianchissima donna nordica. Immagini che, già di per sé, intendono sottolineare la diversità etnica e, soprattutto, l’inferiorità culturale e civile dell’immigrato.
A sottolineare che l’uomo di colore è un barbaro troglodita, mentre l’evoluto occidentale non potrebbe mai essere l’artefice di una violenza sessuale, perché conosce perfettamente le regole del comportamento sessuale e come avvicinarsi ad una donna senza offenderla con atteggiamenti maschilisti e violenti. Come affermare infine: “Ci sono le bestie e gli uomini evoluti nella sessualità e le bestie sono esclusivamente quegli uomini che fuggono dalle guerre e si insediano nella nostra terra. Aggrediscono le “nostre” donne e ce li dobbiamo anche tenere in casa per non esser accusati di xenofobia”.
Nel sito sono contenute delle sezioni specifiche sul delitto d’onore: “Onore significa essere apprezzati da se stessi e dalla società… La violenza fondata sull’onore è proibita dalla società”. Non importa se nei presunti Paesi evoluti occidentali, all’ordine del minuto, un uomo punto nel suo onore di maschio, taglia la gola alla sua partner e i femminicidi sono sistematici pezzi di cronaca nera.
Sull’omosessualità, invece, si evidenzia che nei Paesi occidentali “i nuclei familiari possono essere composti anche da persone dello stesso sesso”. Mancante, però, la raccomandazione di non incappare in un “family day” italiano, al cospetto di Adinolfi o Alfano che gridano invettive contro le famiglie omosessuali. C’è poi una sezione particolarmente approfondita sulla violenza sessuale sulle donne, che è un esplicito richiamo ai fatti di Colonia, accaduti durante la notte di Capodanno.
“Violenza sessuale è quando qualcuno ti minaccia, usando violenza contro di te o approfitta della tua posizione di debolezza per fare sesso con te. Questo è un crimine. Alcune forme di questa violenza sono la coercizione sessuale, l’abuso sessuale e lo stupro. Le persone che commettono violenza sessuale possono essere severamente punite. E’ una forma di violenza sessuale anche se qualcuno ti aggredisce verbalmente o con azioni a sfondo sessuale e se qualcuno lo fa per umiliarti. Per esempio, se qualcuno fa commenti volgari su di te in tua presenza, se ti tocca, se qualcuno ti molesta via telefono, sms o e-mail, se ti mostra immagini pornografiche contro il tuo volere. Donne e ragazzine ne sono spesso vittime, ma lo possono essere anche gli uomini e i ragazzi”.
In tal caso il “memoranda” dimentica di fare un flash sulle violenze sessuali che avvengono “all’ordine di un nano secondo” in molti Paesi europei, misfatti dei quali l’Italia può “vantare” un primato.
Sulla mutilazione genitale femminile il manuale esprime una severa condanna, ma questa sanzione è universale. Peccato che il manuale non tocchi il punto cruciale della pedofilia, devianza iniqua con cui il mondo occidentale ha vastissima familiarità, con l’appoggio di Santa Romana Chiesa. L’Italia pedofila è la più esposta in questa patologia dei comportamenti sessuali tanto da riportarne il primato con la pratica del turismo sessuale.
La sessualità in Islam e in Occidente
Se la sessualità appartiene alla sfera della privacy, l’orientamento sessuale e i comportamenti che ne derivano hanno spesso ricadute sul sociale. Sui comportamenti sessuali le diverse culture fanno la differenza e integrarle sicuramente non è cosa semplice e spesso crea discriminazioni. Così come avviene nei Paesi occidentali verso la cultura araba. Senza considerare che entrambe le culture sono maschiliste, sia pur con diversi riferimenti, il primo di carattere ideologico, l’altro prettamente economico.
L’uomo dell’Islam considera la donna come oggetto costante del desiderio altrui e, poiché fa parte dei suoi beni, la copre fino ad annientarne l’immagine fisica, spersonalizzandola, per far sì che sfugga alle attenzioni sessuali dello straniero. L’uomo occidentale sessualmente più emancipato, ma solo in apparenza, investe spesso nell’immagine femminile un potenziale ritorno economico, sfruttando la femminilità. L’interesse è, a tal punto, che sia estremamente visibile per trasformarla in oggetto di seduzione e prodotto commerciale. La sessualità e la donna, quindi, diventano prodotti di mercato. Questa è la logica dello sfruttatore, che è anche una logica di mercato.
Prova ne sono le immagini pubblicitarie che al fine di potenziare un prodotto utilizzano le aitanti nudità di corpi giovani e belli. O dello sfruttatore che costringe la prostituta nuda sulla strada, con i glutei in bella mostra, anche in pieno inverno. Ma anche del politico o dell’imprenditore che vende meglio la sua immagine se la donna che lo affianca è giovane e piacente. O dello stilista che produce lo stereotipo di corpi artefatti, tramite l’immagine femminile, imponendo canoni di stile e schemi corporei, al fine di imporre sul mercato la sua produzione.
Tra le due forme di maschilismo quale delle due è più offensiva per la dignità della donna? Sono parimenti da mettere al bando in una società civile che metta al centro la dignità della persona. Senza contare che in Occidente, soprattutto in Italia, in quanto a educazione sessuale nei programmi scolastici e diritti della persona, siamo alla frutta.
Il rapporto “Sexual education in Europe”
Famiglia, scuola e società sono i soggetti che dovrebbero contribuire alla formazione culturale della persona, anche dal punto di vista della sessualità. Aspetto che è formativo della personalità dell’individuo. Non essendo un tecnicismo, è necessario che tutti i soggetti formatori (famiglia, scuola e associazioni educative) ne siano coinvolti. È chiaro che l’educazione alla sessualità in Italia, secondo il rapporto “Sexual education” è adombrata fortemente dagli interventi impropri della Chiesa cattolica e della politica che limitano la progettualità e la diffusione negli ambienti educativi.
Vari sono stati i tentativi per introdurre nelle scuole progetti per l’educazione sessuale. Nel 1991 venne proposto un disegno di legge per introdurre la materia nei programmi di biologia, subito bocciato da quella legislatura. Bloccata anche, in quel periodo, dal ministro dell’istruzione Misasi, la campagna “Come ti frego il virus” per debellare l’Aids e favorire l’uso dei preservativi nella fascia giovanile. In sostituzione venne diffuso l’opuscolo “Non ho l’età”, per ricordare quello che le falsità della religione cattolica e della morale comune impongono.
E, ancora, nel 2011 Benedetto XVI proclama: “L’educazione sessuale è una minaccia alla libertà religiosa delle famiglie”. Un diktat confermato poi nel 2013 dalla deputata cattolica Paola Binetti, che definiva il rapporto dell’Oms sulla educazione sessuale in Europa “un manuale di corruzione per minori”. E l’ultimo anatema sulla teoria del gender è la conferma su quanto in Italia l’educazione alla sessualità sia manovrata dal Cei, presieduta da Bagnasco, che influisce anche sulle scelte politiche e sociali.
Nasce nel 2015 l’osservatorio nazionale sull’educazione affettiva e sessuale, al fine di tutelare la cultura cattolica dal gender. All’ultima manifestazione medievale si assiste con il Family day, promosso al fine di “fermare la colonizzazione ideologica della teoria gender nelle scuole” e per tutelare i diritti dell’unica famiglia che la chiesa riconosce, quella fondata sul matrimonio eterosessuale.
Ipocrisia e bigottismo dilagante, maschilismo imperante nella cultura occidentale. Quel manualetto, consultabile tramite il sito web tedesco, dedicato agli immigrati, di stampo evidentemente razzista, potrebbe essere adottato in versione europea, e, in particolare, ben tradotto in lingua italiana. Ad uso di chi, nel nostro Paese, ignora quali siano i comportamenti sessuali rispettosi e inveisce prepotentemente con un fermo “j’accuse” sulle altre culture.
La Lorenzin dovrebbe pensare ad un’edizione tutta italiana del sito web tedesco “Zanzu, my body in words and images”. Questa volta gli attori maschili potrebbro essere i nostrani palestrati del fashion o un qualsiasi Casini o Formigoni, fresco di Family Day. Come slide potrebbe scorrere la patetica immagine di un’attualissima pubblicità “Eau di Nolfi, le vrai homme”, a ricordare l’ipocrisia nazionale verso i comportamenti sessuali e l’assenza di una sana educazione alla sessualità nella nostra società.
Fonti:
Zanzu, my body in words and images,