A pochi giorni dalle elezioni brasiliane tenutesi il 2 ottobre scorso rattrista molto dover constatare che l’ex comandante dell’esercito tutto politica securitaria, misoginia, negazionismo e razzismo, alias Jair Bolsonaro, nonché presidente uscente, ha pericolosamente avvicinato il quantitativo dei consensi raccolti da Lula che, invece, inizialmente era dato largamente favorito nei sondaggi.
Per guadagnare terreno rispetto al competitor del Partito dei Lavoratori in vista del ballottaggio che si terrà alla fine del mese, ora Bolsonaro sta pensando bene di lisciare il pelo all’elettorato che storicamente gli è sempre stato più ostile, il proletario femminile: solo qualche mese fa è stato poco caldamente apostrofato nelle strade di San Paolo, nel corso della Giornata internazionale delle donne afro-latine, afro-caraibiche e della diaspora che ricorre ogni 25 luglio, da centinaia e centinaia di donne nere e indigene, estenuate da anni di governo passati a ignorare nella migliore delle ipotesi questo settore sociale ampiamente marginalizzato, laddove non direttamente insultato. Sono infatti tristemente famose le idee razziste, misogine e violentemente sessiste e patriarcali di Bolsonaro che alle scorse elezioni si era prodigato a promettere il taglio dei fondi alle organizzazioni occupate nel settore dei diritti umani, da lui definiti “un disservizio per il Brasile”, e la revoca di forme di sostegno per tutti i soggetti vulnerabili, motivo per cui avrebbe poi messo in discussione recenti riforme adottate a favore della popolazione di colore e delle donne, come la legge contro il femminicidio.
Quello che Jair Bolsonaro avrebbe in mente è l’introduzione di un pagamento alle donne capifamiglia nell’ambito dell’attuale programma di assistenza sociale del governo, Auxílio Brasil, che attualmente concede una distribuzione mensile in contanti di 600 real (117,32 euro) alle famiglie a basso reddito, il cui valore Bolsonaro ha già promesso di mantenere per il 2023. Nonostante la cosa sia ancora in fase di discussione da parte del governo, il 13 ° pagamento sarebbe valido solo dal prossimo anno.
Non solo: per garantirsi anche il voto delle fasce più povere della popolazione, all’iniziativa in questione dovrebbe aggiungersi anche il pagamento anticipato di Auxílio Brasil per il mese corrente, misura già varata dal governo e tesa a garantire che tutte le famiglie abbiano ricevuto i soldi prima del ballottaggio previsto per il 30 di ottobre.
Non c’è che dire, non si smentisce neanche stavolta il presidente fascista che non ha mai nascosto profonda ammirazione per la dittatura militare del regime dei Gorillas, incita all’odio, alla liberalizzazione delle armi, alla repressione, al disboscamento massivo, al negazionismo climatico, alla promozione del Brasile quale meta ideale per il turismo sessuale (anche minorile). Bisogna solamente capire, però, e profondamente riflettere, sul perchè, nonostante anni di opposizione di vasti settori sociali – compreso quello femminista, col movimento Ele Não (“Non lui”) tra i tanti – una parte più ampia di popolazione, rispetto ai numeri previsti, abbia accreditato il proprio consenso a un simile personaggio nonostante la presenza di una validissima alternativa.
Attendiamo il ballottaggio, sperando nell’arginarsi definitivo di questa barbarie e nel fatto che il popolo brasiliano sappia mantenere la schiena dritta e non cedere a simili ricatti e alle fortissimi pressioni cui è sottoposto.