I legami con il narcotraffico di Jeanine Áñez, auto-proclamata presidente della Bolivia

Il primo dittatore donna dell’america latina, subito riconosciuta come legittima presidente dai governi occidentali, è la zia di un noto narcotrafficante boliviano arrestato in Brasile


I legami con il narcotraffico di Jeanine Áñez, auto-proclamata presidente della Bolivia

Chi è l'autoproclamata “presidente” della Bolivia, Jeanine Áñez? Oltre ad essere diventata il primo dittatore nella storia dell'America Latina, assumendo di fatto un governo senza alcuna legittimità in quanto auto-nominato in una sessione [del Senato, ndt] nulla a causa della mancanza di quorum, è un membro di una famiglia legata al traffico di droga, in particolare al traffico illegale di cocaina in proporzioni enormi.

Il 16 ottobre 2017 i trafficanti di droga boliviani Fabio Adhemar Andrade Lima Lobo e Carlos Andrés Añez Dorado sono stati arrestati in Brasile, nello stato brasiliano del Mato Grosso. Secondo il rapporto della polizia, dopo l'atterraggio del suo aereo sul suolo brasiliano sono stati trovati in possesso di non meno di 480 chili di cocaina allo stato puro.

Nessuno traffica mezzo quintale di cocaina senza forti contatti politici. Fabio Lobo è il figlio di un ex membro del cartello Cali. E chi è il narco Carlos Áñez? Nientemeno che il nipote di Jeanine Áñez, a quel tempo già potente senatore dell'opposizione boliviana.

“Il soggetto che è stato arrestato in flagranza con 480 chili di droga in Brasile è il signor Carlos Andrés Añez Dorado, nipote di Jeanine Añez Chavez, senatrice di Unità Democratica. Quindi, in questo caso, stiamo parlando di un legame familiare con una persona in attività politica”, aveva affermato il ministro boliviano Carlos Romero in quel momento, mettendo in evidenza il legame.

"Non si può parlare di democrazia quando vi sono persecuzioni politiche, quando ci sono esiliati politici, quando l'istituzionalità democratica è inesistente nel paese, quando la Costituzione non è rispettata", aveva detto Áñez lunedì, riferendosi a Evo Morales. Tuttavia, le parole descrivono perfettamente la situazione in cui si trova ora: senza rispetto per la Costituzione, con un istituzionalismo inesistente, con esiliati politici isolati in altri paesi e politici perseguitati in tutta la Bolivia.

Articolo apparso il 13 novembre sul sito kontrainfo.com

17/11/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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