Le nubi del giorno più nero

Una riflessione all’indomani dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca


Le nubi del giorno più nero

Con l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump abbiamo tutti assistito alla parata cringe – come direbbero i giovani oggi - di personaggi improbabili. A Capitol Hill c’era la peggiore destra mondiale, da Giorgia Meloni all’imbarazzante Milei, e c’erano quelli che a tutti gli effetti faticano a definirsi qualche cosa di diverso da ex ragazzini nerd diventati miliardari come Zuckerberg  e altri technobros, e c’era Elon Musk coi suoi plurimi saluti nazisti in mondo visione, il tutto condito dalle note di YMCA dei Village People che Trump usa in continuazione per evocare epoche remote della “gloriosa” nazione a stelle e strisce.

La guerra intestina tra i gruppi al potere a livello mondiale è ormai giunta a livelli incontrollabili, l’impero è in crisi e Trump cerca di serrare i ranghi attorno ad un’internazionale nera dai contorni foschi. C’è da aspettarsi il peggio soprattutto per tutte le persone oppresse dal conflitto in Medio Oriente, tuttavia bisogna sempre ricordarsi che le guerre fratricide tra gruppi di potere capitalistici tendenzialmente trovano sempre una quadra, un accomodamento, dopo aver sparso molto sangue e seminato la peggior macelleria sociale. 

Sull’onda lunga di ciò che restava delle imponenti vestigia del progressismo dei movimenti comunisti che per decenni, nel dopoguerra, hanno contribuito ad influenzare il dibattito pubblico delle sedicenti democrazie occidentali in modo tale che da esso fosse quantomeno rinnegato, con orrore, ogni forma di riabilitazione del fascismo e del nazifascismo, finora le élite al potere hanno optato per presentare un’immagine pulita, incravattata, asettica e asciutta di se stesse. Ovviamente si trattava della classica operazione di “washing” o di imbelletto cui solo le menti acritiche sono potute cadere, tuttavia le esagerazioni e gli ammiccamenti troppo marcati a certi ambienti massonici e filo fascisti hanno sinora imbarazzato anche i migliori maestri come l’ei fu Silvio Berlusconi nostrano. Anche il governo italiano, incalzato sul punto del filo fascismo, ha infine prodotto frasi (per loro) di circostanza come l’ultima della Meloni sulla complicità del fascismo con l’Olocausto – ndr: quello della seconda guerra mondiale, perché dell’olocausto odierno in Palestina i complici sono loro stessi.

Bisogna pertanto domandarsi come mai oggi, al contrario, facciano un così ampio e teatrale ricorso proprio a quei gesti, immaginari e personaggi fino a ieri ritenuti impresentabili per la politica e oggi sdoganati. Il caso più recente ed eclatante è appunto quello dei gesti neonazisti di Elon Musk, la cui capacità di ingerenza nei fatti politici globali e di destabilizzazione è, peraltro, pari solo all’ammontare degli zeri nel suo conto in banca.

Intanto, la Cina è ormai giunta a dominare anche il settore delle tecnologie mettendo per la prima volta in imbarazzo NVIDIA e le altre giganti americane, nonostante le restrizioni che le erano state imposte: essa, lungi dal rimanere isolata e contenuta come avrebbe sempre voluto Washington, è divenuta invece il perno centrale di un’alleanza politica ed economica che includendo la Russia e molti paesi africani e latinoamericani, realisticamente minaccia in maniera sempre più concreta l’egemonia sinora indiscussa degli Stati Uniti e delle potenze europee.

Lo scontro che cerca Trump è dunque quello diretto contro ogni cosa minacci la centralità e l’egemonia americane. In tal senso, a mio avviso, gli risulta necessario scrollarsi il peso morto delle vecchie decrepite democrazie europee, talmente straccione, inette e prive di qualsivoglia visione autonoma da avere negli ultimi anni investito tutto nella propria stessa autodemolizione, come dimostra la miopia più totale con cui si sono approcciati alla guerra ucraina e al servilismo nei confronti di Netanyahu e degli stessi diktat americani emanati per il tramite della NATO. L’unica grande “intuizione” delle nostre vecchie care Von Der Leyen e di tutto l’establishment più o meno liberal che infesta il nostro continente, è sempre e stata solo quella di scaricare sulle masse dei lavoratori europei ed immigrati in Europa letteralmente l’intero peso delle loro scelte scellerate e auto-mutilanti, dal taglio al gas russo e tutto quello che ne è seguito in termini di costi economici e umani ostinandosi a condurre una guerra che si sapeva persa in partenza. 

Ridotte ad essere ormai l’ombra in rispettabile giacca e cravatta di se stesse, quel tipo di oligarchie al potere in Europa sono in crisi totale di egemonia e in lotta intestina con altri gruppi di interesse, non riuscendo più a ricomporre il quadro al loro stesso interno, nonostante la quasi totale assenza di lotta di classe dal basso. Nelle classi sociali subalterne mai come oggi fa presa, anche in Europa, quella pericolosa ideologia di destra, quella che fa presto a consolarti dalle tue disgrazie (anche e soprattutto economiche) perchè ti offre qualcuno con cui è semplice prendertela, qualcuno di più debole di te e con cui quindi non solo è facile sfogarsi, ma è pure lecito, perchè coltivare il disgusto verso gli altri e l’accoglimento del proprio lato subumano e individualista ci esime, ci alleggerisce, ci svuota e in qualche modo appaga quella voglia di disimpegno e allo stesso tempo di rivalsa con cui combattiamo quotidianamente; quella ideologia che offre, con i suoi deliri suprematisti, un senso di appartenenza ad un mondo di fantomatici eletti, per evitare di sentirsi soli e sfigati, esattamente come tutti nelle nostre società. Quel tipo di ideologia di destra che, anche per colpa del sempre più marcato scollamento dalla realtà e dell’elitarismo di certa sinistra - o del settarismo e dell’incapacità di ricomposizione delle avanguardie nei settori politici comunisti o comunque anticapitalisti - è riuscito ad essere alla fine molto più inclusivo nei confronti del disagio diffuso che permea le classi subalterne delle società occidentali.

L’impresentabilità in tal senso della squadra di governo di Trump, quella tracotante arroganza di chi non ha più nulla da perdere ed il tentativo di compattamento attorno alle tipiche parole d’ordine dell’estrema destra, non solamente risultano funzionali a convogliare il consenso delle masse attorno ai propri peggiori sfruttatori, mascherati da loro protettori, ma costringeranno altresì, prima o poi, anche quelle democrazie europee in crisi di identità al definitivo tracollo poiché a quel punto esse si troveranno di fronte ad uno scacco matto: da un lato, non potranno compromettersi con quello che sinora hanno ostentato di ripudiare sia in Europa (vedasi la diversità di trattamento accordata alla Meloni, meglio accreditasi a Bruxelles, rispetto a un Orban) sia alla Casa Bianca (le élite e il quarto potere europeo si sono smutandate per sostenere la candidatura di Kamala Harris alle ultime presidenziali USA); allo stesso tempo, non potranno compromettersi nemmeno con quello che sinora hanno di fatto ripudiato contro ogni proprio interesse, come l’àncora di salvezza rappresentata dal mercato a trazione cinese ove, però, anche il “nemico numero uno” Putin regna sovrano. Naturalmente, messe alle strette e con le spalle al muro, dovranno infine accettare di soccombere all’aquila americana e divenirne definitivamente una colonia politica, militare e commerciale molto più di quanto l’Europa non lo sia già.

Sempre ammesso che un colpo di scena dal basso non rovesci le carte sul tavolino della Storia, come diceva il rivoluzionario Cesare Costa nel famoso film di Luigi Magni In nome del Papa Re…tocca ricordare sempre però - come risponde Nino Manfredi nel film - che er mazzo 'o fanno loro, c'hanno tutti l'assi e, quanno nun ce l’hanno, barano pure..



31/01/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Leila Cienfuegos

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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