Da Tabacco hasta…siempre!

Universo, il protagonista di Tabacco, per rivoluzionare un sistema capitalistico e riportare i diritti umani laddove erano inesistenti, inizia a rivoluzionare se stesso.


Da Tabacco hasta…siempre! Credits: fotogramma tratto dalla serie di documentari The African Americans: Many Rivers to Cross (Henry Louis Gates, Jr., USA, PBS, 2014).

Lui è Universo Diaz, “donnaiolo impenitente, dedito al gioco e alla bella vita”. Così lo descrive l’autore, Roberto Fraschetti, nel primo romanzo che apre una saga di quattro volumi, che attraversano la storia di Cuba negli ultimi due secoli, fino alla Revolucn del 1959.

Universo, il cui nome la dice lunga su quanto vasto sarà il suo vissuto nelle vicende narrate, in Tabacco cambia pelle due volte. Due vite in una e totalmente contrapposte. Durante la prima, vissuta in Spagna, terra natia, è un gaudente libertino. Nella seconda a Cuba, è un rivoluzionario, paladino dei diritti per la libertà degli schiavi di colore, in una terra agli albori del XIX secolo sotto il dominio dei colonizzatori spagnoli.

Evidente dove l’autore voglia andare a parare, già nella prima parte di Tabacco che più che il classico romanzo segue il filone della storytelling, e quali siano i messaggi fondanti: l’antirazzismo e la rivoluzione, e Universo ne è l’interprete e il mittente. Galeotto sarà il viaggio verso l’isola/arcipelago dei Caraibi, dopo un imbarco d’emergenza sull’Infanta Maria, la nave che lo porterà in una dimensione di vita che rivoluzionerà i suoi principi. Sarà durante la traversata oceanica che s’imbatterà in due personaggi che favoriranno la sua metamorfosi. Segundo Gutierrez, un imprenditore di tabacco cubano, ma anche uno schiavista, e Irene una giovane donna francese che porterà nell’isola l’idea libertaria della rivoluzione contro l’oppressore. Rivoluzione francese e colonialismo spagnolo a confronto in un serrato dibattito che fa fremere e prudere le mani: “Qui non si parla di noi, signorina Irene: Il vantaggio di possedere dei negri è proprio questo…” dice il Gutierrez. “Quindi per lei i neri non sono esseri umani” risponde piccata Irene.

I due compagni di viaggio del protagonista per opposti motivi faranno germogliare nella sua mente il seme della lotta contro il razzismo e l’idea della Rivoluzione. Nel romanzo storico si parla di Rivoluzione cubana, non quella del ‘59 che vide Fidel Castro al potere, ma di quelle precedenti, nel corso di due secoli addietro. Il romanzo è ambientato prevalentemente a Cuba e la storia ha inizio a Siviglia nel febbraio del 1838. Un larga parte della storia, nella seconda parte del libro, descrive la condizione degli schiavi neri, considerati dai padroni strumenti di produzione o merce di scambio. Persone a cui veniva tolta la dignità di vivere, deprivandole dei basilari diritti umani.

La nemesi storica delle vicende raccontate ha un forte impatto sul lettore, poiché lo scrittore riesce a trasferirvi, con una originale potenza descrittiva, la tensione vissuta dai personaggi, tanto che chi legge ne possa venire assorbito e vivere i fatti immedesimandosi nelle azioni e nelle emozioni dei personaggi. Cattura anche lo stile scorrevole del racconto e le vicende intriganti, talvolta profane e maliziose, in cui si imbatte il protagonista, specie nella sua prima vita in Spagna e durante la traversata verso la seconda. Avventure, persino erotiche, in netto contrasto con le vicissitudini della seconda vita rivoluzionaria del nostro Universo, nella magica isola cubana, che lo vede schierato al fianco degli oppressi per la giusta causa della liberazione dalla schiavitù.

Cuba e le Rivoluzioni

La storia di Cuba che fa da sfondo alla saga, ma che ne è il perno centrale, fa riferimenti al periodo in cui, dopo larivoluzione haitiana che vide gli schiavi in rivolta, a Cuba crebbe in modo esponenziale il commercio. Il motivo è che i proprietari terrieri, che avevano possedimenti nell’isola, temendo che la rivolta prendesse piede anche nelle loro piantagioni, trasformarono l’isola in una società schiavista, chiamandola perla delle Antille, merito che precedentemente era stato di Haiti. La liberazione dallo schiavismo di Santo Domingo non fece altro che trasferire lo stesso problema a Cuba. Intanto, l’importazione degli schiavi dalle coste africane, dal 1790 al 1820, quadruplicó, rispetto al periodo precedente. Grazie a Josè Antonio Aponte, nel 1812,vi fu un tentativo di rivolta degli schiavi ma venne subito represso.

Infine a Cuba vi erano più neri che costituivano la maggiore forza lavoro che bianchi. Molti degli schiavi con la coartacion, il riscatto per la propria libertà, presero il dominio delle industrie locali. Si formarono quindi molte aziende agricole con meno schiavi, ma l’isola continuò a rimanere succube dell’impero spagnolo. Solo verso la fine del XIX secolo, il popolo cubano, insofferente del dominio spagnolo, organizzò due insurrezioni armate per ottenere l’indipendenza. Cuba divenne ufficialmente Repubblica il 20 maggio del 1902. Ma in realtà restò controllata dagli Usa che si arrogarono il diritto di interferire negli scambi commerciali e nelle relazioni con l’estero. Occupando anche la base navale di Guantanamo.

Il primo presidente, Tomas Estrada Palma, tentò una rivolta contro il dominio degli Stati Uniti, che risposero occupando l’isola sotto la sorveglianza del governatore statunitense Magoon. Nei tre anni che seguirono a Cuba, secondo gli storici, si diffuse l’illegalità e la corruzione politica. Vi fu un tentativo seguente da parte del Partido Independiente de Color, di costituire una Repubblica nera nella zona orientale dell’isola, ma anche questa iniziativa venne fatta affogare nelle repressione per mano dei militari, sotto la guida del generale Montegaudo.

E così la storia di Cuba, delle rivoluzioni e della libertà del popolo va avanti per due secoli, fino alla rivoluzione del ‘59 che vide Fidel Castro al gubierno per riportare l’eguaglianza e continuare a combattere le forze imperialiste e il razzismo che dalle origini, con il turpe fenomeno dello schiavismo, si era instaurato nell’isola.

Due secoli di rivoluzioni vengono raccontate nella saga di Roberto Fraschetti, iniziando da un uomo, da Universo, il protagonista di Tabacco, che per rivoluzionare un sistema capitalistico e riportare i diritti umani laddove erano inesistenti, inizia a rivoluzionare se stesso. Perché, come afferma il nostro buon Gramsci (Come alla volontà piace), “tutta la vita è diventata veramente rivoluzionaria… gli uomini sono finalmente così gli artefici del loro destino, tutti gli uomini. E la vita è sempre Rivoluzione”.

Anche se, nonostante le Rivoluzioni messe in atto, Cuba, ancora oggi è sottoposta al bloqueo, il blocco economico imposto dagli USA nel 1962, attraverso il “Proclama 3437” deciso dall’allora presidente nordamericano J.F. Kennedy. “Da quell’anno Cuba ha subito un ingiusto diktat che le ha proibito di intrattenere rapporti economici con il nord America e si è insinuato anche nei rapporti con tutti gli altri Paesi interessati a stabilire un import-export con Cuba” [1].

Con il popolo cubano. Hasta la victoria, siempre !

R. Fraschetti, Tabacco, Chinaski Editore, 2011

Riferimenti

  1. http://www.ilpartitocomunistaitaliano.it/2016/10/20/cuba-vs-bloqueo-iniziativa-per-la-fine-dellembargo/

27/05/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: fotogramma tratto dalla serie di documentari The African Americans: Many Rivers to Cross (Henry Louis Gates, Jr., USA, PBS, 2014).

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L'Autore

Alba Vastano

"La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re. Non si rende conto che in realtà è il re che è il Re, perché essi sono sudditi" (Karl Marx)


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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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