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Domenica, 12 Novembre 2023 12:23

Hegel e il carattere reazionario della religione

Non solo le idee nazionali sono anche il frutto del cosmopolitismo illuminista della rivoluzione francese, ma in Hegel, a differenza di pensatori più conservatori, non vi è tendenzialmente opposizione tra mito greco e lotta per l’unificazione nazionale dei principati tedeschi, come del resto tra universalità razionale e interesse storico-positivo.

Il superamento dialettico della concezione trascendentale della positività storica porterà il giovane Hegel a interrogarla in una prospettiva fenomenologica, volta a comprenderne dall’interno le ragioni dell’intrinseca tragicità, da cui si svilupperà la dialettica tra finito e infinito.

La presa di coscienza di tutti i problemi che lo sviluppo storico incontrava nella stessa Francia rivoluzionaria, dovevano condurre il giovane Hegel a riflettere sulla drammaticità del processo attraverso il quale la ragione si era venuta affermando sulla positività nel mondo moderno.

Venerdì, 10 Marzo 2023 19:01

Losurdo, Hegel e la logica della rivoluzione

Nella Logica hegeliana i princìpi della Rivoluzione francese vengono sistemati teoricamente e, perciò, tale opera verrà celebrata da molti rivoluzionari; oltre che, come è noto Marx, anche Herzen, ad esempio, la definirà “l’algebra della rivoluzione”, Lenin stesso la leggerà con grande “passione e partecipazione”, Bakunin porrà l’accento sulla contraddizione oggettiva e sull’antitesi, nonché sui salti qualitativi del processo storico.

Venerdì, 03 Marzo 2023 21:32

Il giovane Hegel e la Rivoluzione francese

Questa indivisa sostanza della libertà assoluta ascende con la Rivoluzione francese al trono del mondo, senza che potere alcuno sia stato in grado di resisterle. Fu un’alba stupenda. Tutti gli esseri pensanti festeggiarono concordemente quest’epoca. Dominò in quel periodo una sublime commozione, l’entusiasmo dello spirito fece rabbrividire la terra, come se allora per la prima volta si fosse attuata la vera conciliazione dello spirito col mondo.

Non si può scuotere l’ortodossia – osserva il giovane #Hegel anticipando #Marx – finché la sua professione, legata con temporali vantaggi, è intessuta in tutto il sistema dello Stato. Un tale interesse è troppo forte perché essa possa essere tralasciata così presto, ed esso inoltre agisce senza che se ne sia nell’insieme chiaramente coscienti.

Quando un ordinamento politico-sociale non riesce a controllare e a incanalare l’insopprimibile spinta al mutamento, quando non riesce a padroneggiare la #negatività che circola inevitabilmente nelle sue strutture, è allora condannato a essere #spazzato via.

Hegel contrappone la concezione pubblica della religione popolare alla concezione privata del cristianesimo

Venerdì, 02 Luglio 2021 22:36

Hegel, la rivoluzione francese e Kant

 

Nel periodo di Tubinga (1788-1793), all’inizio dell’itinerario spirituale di Hegel, stanno l’incontro con la Rivoluzione francese e l’entusiasmo per essa. Da questo entusiasmo è derivato tutto; esso fonda l’amicizia con Hölderlin e Schelling.

Hegel si trasforma ben presto dal vecchio – come lo avevano soprannominato i suoi compagni – in uno dei principali animatori di un circolo rivoluzionario; correva l’anno 1789 e a Parigi la Bastiglia, simbolo dell’Ancien Régime, crollava sotto i colpi del popolo insorgente.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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