Acqua Pubblica alla Regione Lazio

L’iniziativa popolare dei movimenti ha portato nel Lazio all’approvazione di una legge regionale per la “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” in sintonia con l’esito del referendum del Giugno 2011.


Acqua Pubblica alla Regione Lazio Credits: @zak

L’iniziativa popolare dei movimenti ha portato nel Lazio all’approvazione di una legge regionale per la “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” in sintonia con l’esito del referendum del Giugno 2011. Il Governo Renzi, intuendo la natura anti-mercantile della legge, ha tentato di bloccare il decollo della normativa e sarà quindi necessario vigilare sui decreti attuativi.

di Fulvio Parisi*

Ad Aprile di quest’anno con la legge n.5 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” il Consiglio Regionale del Lazio, spinto dall’iniziativa popolare dei movimenti, ha intrapreso una strada innovativa in sintonia con i 2.500.000 cittadini e cittadine del Lazio che avevano sancito, in occasione del referendum nazionale di Giugno 2011, che l’acqua è un bene comune da sottrarre alle logiche mercantili.

Una legge quindi partorita con lo stesso spirito dei referendum del 2011: dal basso, con la partecipazione attiva di associazioni, comitati locali e Sindaci nella raccolta firme per la legge di iniziativa popolare.

La legge regionale, dopo mesi di mobilitazione, ha dovuto recepire questa spinta e ha sancito alcuni principi nella gestione e erogazione del servizio idrico a partire dalla definizione dell’acqua come bene finito da tutelare per le generazioni future e dall’accesso all’acqua come diritto umano inviolabile e dall’indisponibilità della stessa secondo le logiche del profitto:

- l’obbligatorietà per ogni bacino idrografico di dotarsi, entro due anni, di un bilancio idrico;
- la definizione degli Ambiti di Bacino Idrografico (ABI);
- l’istituzione di un fondo regionale per la ripubblicizzazione, con l’obiettivo di favorirne la gestione tramite soggetti di diritto pubblico;
- il governo partecipativo di gestione del servizio.

I “poteri forti” e il Governo Renzi, intuendo la natura anti-mercantile dell’articolato di legge, hanno tentato di bloccare il decollo della normativa con una capziosa impugnativa di incostituzionalità prontamente rintuzzata. Sarà necessario, per superare tale scoglio, fare alcune precisazioni nei decreti attuativi per le quali tutti i soggetti che hanno sostenuto la raccolta firme sono in grado di fornire il loro contributo propositivo.

Nonostante il voto unanime dei Consiglio di aprile, la Regione Lazio ha, tuttavia, mostrato incertezza e colpevole ritardo nella stesura dei successivi atti legislativi con particolare riferimento alla definizione degli ABI.

Sulla base delle preoccupazioni manifestate dai comitati locali per l’acqua pubblica e dei Sindaci che hanno sostenuto la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare, è stata convocata martedì 16 dicembre un’assemblea pubblica presso la sede della Regione .

In quella sede, grazie alla fattiva collaborazione di geologi e ricercatori, il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica ha illustrato la proposta di suddivisione del territorio regionale in ABI. Si tratta di una proposta che, in sintonia con la Legge Galli, individua gli ABI sulla base di criteri idrogeologici, demografici e strutturali consentendo una gestione della risorsa idrica efficiente, efficace ed equa nei confronti dell'ambiente e delle comunità locali.

Una proposta che urgentemente va presa in carico dalla Regione essendo scaduti ad Ottobre i termini per la definizione dei nuovi ABI alla luce anche della decadenza, a partire da gennaio 2015, delle attuali Autorità d'Ambito.

A questo punto è lecito chiedersi se la volontà dell’Assessorato regionale all’Ambiente e di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio sarà coerente con il voto unanime espresso ad Aprile.

Da canto loro, il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica, l’associazionismo di base, i tanti comitati locali e i 54 Consigli Comunali che hanno sostenuto la legge di iniziativa popolare continueranno a vigilare affinché la Regione Lazio, prima tra tutte le Regioni d’Italia, si ponga all’avanguardia nell’attuazione dei referendum di Giugno 2011.

Fulvio Parisi
(Coordinamento Romano Acqua Pubblica, campagna “deLiberiamo Roma”)  

20/12/2014 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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Fulvio Parisi

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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