Sconvolgente, ma non sorprendente. Questi aggettivi, che hanno definito la vita pubblica americana dal 9 novembre 2016 [giorno dell’elezione di D. Trump, ndt], sono tornati prepotentemente alla ribalta la settimana scorsa a seguito di due rivelazioni emerse da fonti interne e che raccontano episodi di lavoro quotidiano in una Casa Bianca gestita da un “buffone” emotivamente, intellettualmente e moralmente vuoto.
Il New York Times ha infatti pubblicato un articolo anonimo di un funzionario della Casa Bianca che rivelerebbe come molti degli alti funzionari dell’entourage di Trump stiano proteggendo il paese limitando e ignorando molte delle sue direttive e “lavorando diligentemente dall'interno per rendere inefficaci parti della sua agenda e le sue peggiori inclinazioni”.
Tutto questo avviene proprio dopo l'uscita delle prime copie del nuovo libro di Bob Woodward, con le sue gustose storie di funzionari del governo che denunciano l'atteggiamento mentale e il temperamento di Trump alle sue spalle, rimuovendo persino documenti dalla scrivania del presidente prima che potesse firmarli, sapendo che Trump presto se ne sarebbe dimenticato.
È facile ormai provare un senso di saturazione per ogni nuovo scandalo che viene fuori dalla Casa Bianca, dopo quasi due anni di una copertura mediatica senza pause su ogni nuova violazione delle norme esistenti. Ma le notizie della scorsa settimana sui funzionari di Trump che giocano a tenere lontano il “Capo Orco” hanno purtroppo confermato i peggiori timori che tutti nutriamo.
Rachel Maddow su MSNBC [uno dei principali canali televisivi nazionali, ndt] ha saputo sintetizzare il pensiero di molti quando ha affermato, a proposito della lettera anonima, che: "Mi sento come se qualcuno stesse cercando di far scattare l'allarme antincendio, e non sono sicura che come Paese sappiamo come si dovrebbe reagire quando viene lanciato un allarme come questo... ho la sensazione che siamo alla fine di qualcosa. E non so cosa succederà dopo."
Il documento anonimo potrebbe essere il segnale che molti “topi” stiano per saltare giù dalla “nave” di Trump, ma bisogna anche tenere in mente che sono stati già lanciati molti allarmi, la maggior parte dei quali dallo stesso Trump in prima persona.
Già nel giorno del suo insediamento egli mentì in modo sconcertante sulla consistenza della folla accorsa a celebrarlo, che invece era apparsa molto modesta agli occhi del mondo intero. Da allora, Trump ha ripetutamente perturbato e sgomentato - dalla pianificazione della sua risposta al test missilistico nordcoreano, nel bel mezzo del suo ristorante di Mar-a-Lago [residenza privata di Trump in Florida, ndt] fino ai commenti positivi sui nazisti di Charlottesville.
Schiere di commentatori hanno paragonato il nostro “dilemma” Trump alla famosa storiella del re nudo, ma il confronto non regge. In quella storia infatti, i consiglieri e i sudditi del re mostrano tutti di concordare sul favoloso vestito del re perché hanno paura di essere considerati matti se dovessero ammettere che egli è nudo. Al contrario, tutti i consiglieri di Trump – e la maggioranza dei suoi “sudditi” – sanno bene che il matto è Trump e lo riconoscono vicendevolmente tra loro.
La domanda quindi è: Che fare?
Se esistesse una legge naturale che facesse decadere i presidenti sulla base della loro incompetenza o immoralità, allora Trump sarebbe già sparito dalla circolazione da un pezzo.
Egli tuttavia continua a mantenersi saldo al potere, sostenuto da un sistema politico che preferisce che sia un pericoloso autocrate a preservare la disuguaglianza di massa rispetto al rischio di un sollevamento democratico che sarebbe necessario per liberarsene.
La complicità dei Repubblicani è scontata. Essi possono manifestare, dietro le quinte, motivi di malcontento verso il presidente, spesso attraverso dichiarazioni anonime, ma in pubblico sostengono Trump fino in fondo. E il perché non è certo un segreto: Trump sta spingendo forte sui tagli alle tasse per le imprese, sta smantellando le normative a tutela del lavoro e dell’ambiente, pompando il budget per il Pentagono e riempiendo le corti di giustizia di religiosi fanatici e di ideologhi ultraliberisti — in altre parole egli sta implementando l’agenda conservatrice che tutti loro sostengono, nonostante le differenze sui dettagli.
Il presunto “rinnegato” della Casa Bianca di Trump, cioè l’autore dell’articolo anonimo apparso sul New York Times, ha reso chiaro che egli intende difendere e continuare a portare avanti l’essenza del programma di Trump, a favore dei capitalisti e contro i lavoratori, con l’unica preoccupazione di voler rimuovere quell’elemento di instabilità causato dalla personalità dello stesso Trump.
I Democratici, dal canto loro, dichiarano con toni roboanti e apparentemente determinati di volersi opporre a Trump. Ma quando hanno avuto l’opportunità di mettere in pratica i loro proclami con delle azioni incisive — come ad esempio quando Trump li sfidò a far cadere il governo in difesa del programma di protezione dei giovani immigrati (DACA) — essi si sono tirati indietro come sempre.
Questi fallimenti sono dipinti dai media come sintomo di mancanza di unità e di risolutezza, ma la ragione più profonda risiede invece alla base. Così come i Repubblicani, anche i Democratici sono finanziati da miliardari e multimilionari che traggono beneficio dalla disuguaglianza di massa.
Questi mega-donatori possono magari non amare particolarmente Trump, ma hanno intascato letteralmente tonnellate di soldi grazie a lui e la sola alternativa sarebbe lo status quo pre-Trump con deportazioni, studenti indebitati e bombardamenti con i droni, solo realizzati con un razzismo ed una crudeltà meno apertamente evidenti. Non c’è quindi una chiamata all’azione.
La lezione qui è un’altra, che molti hanno assorbito dal momento in cui Trump ha assunto la carica: nessuno ci può salvare se non noi stessi.
Questo è il cuore dell’idea socialista nata molti anni fa in un’epoca altrettanto buia, un’epoca di morti premature di lavoratori causate dagli sfruttatori e dall’inquinamento delle fabbriche, e forgiatasi sullo sfondo del fascismo e delle guerre mondiali.
Il grande leader socialista statunitense, Eugene Debs, divenne un eroe per milioni di lavoratori circa un secolo fa, predicando un messaggio senza compromessi ma ispiratore di potere e responsabilità nella classe operaia:
“Troppo a lungo i lavoratori di tutto il mondo hanno atteso un qualche Mosè che li conducesse fuori dalla schiavitù. Egli non è arrivato. E non arriverà mai. Io non vi condurrò fuori verso la libertà, se anche potessi, poichè se voi foste condotti fuori potreste poi essere ricondotti indietro. Vorrei che liberaste dalle vostre menti la convinzione che non c’è nulla che potete fare per voi stessi. Non siete voi ad aver bisogno del capitalista. E’ lui invece che non può esistere neanche un istante senza di voi.
Voi fate tutto e lui possiede tutto: qualcuno di voi può essere indotto a credere che se non fosse per lui voi non avreste un lavoro. Ma di fatto non è lui a darvi il lavoro, siete voi a dare a lui il lavoro che lui trae da quello che voi producete e lui è assolutamente fedele al suo compito. E lui può farlo perché siete voi che lo sopportate, e se voi non siete capaci di modificare questa relazione, potete stare pur certi che non sarà lui a farlo. Voi producete l’automobile e lui la guida. Se non fosse per voi, lui dovrebbe andare a piedi; e se non fosse per lui, voi potreste guidarla”.
Il recente incremento di scioperi, inclusa l’ondata di scioperi della scorsa primavera da parte degli insegnanti negli Stati “rossi” [cioè gli stati governati dal Partito Repubblicano, il cui colore simbolico è il rosso, ndt] che sta riprendendo con l’inizio dell’anno scolastico; il crescente supporto a favore delle campagne “Medicare for All” [cassistenza sanitaria per tutti, Medicare è un regime assicurativo sostenuto da fondi pubblici, ndt] e #AbolitionICE [la misura che prevede la separazione dai genitori e quindi l’espulsione dei figli minori degli immigrati clandestini, ndt]; i recenti successi elettorali dei candidati socialisti come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez; tutti questi eventi dimostrano che sempre più lavoratori cercano di vedere oltre la debole alternativa a Trump rappresentata dai Democratici filo-aziendalisti e dai loro sostenitori miliardari.
Il compito dei socialisti oggi è di costruire sulla base di queste espressioni della volontà popolare organizzando le migliaia – forse milioni di persone – attorno a quel tipo di potere operaio di cui parlava Debs.
Quel potere si potrà esprimere in maniere che potranno sembrare uniche e distinte tra loro: con movimenti di protesta che hanno un avvio modesto; con una manciata di scioperi che man mano si diffondono e acquistano maggior forza; con uomini e donne ordinari che provano ad esprimere il loro desiderio di cambiamento attraverso il loro voto e lottando per un’alternativa indipendente al sistema bipartitico dominante.
Alla fine queste diverse forme di radicalizzazione dovranno essere collegate insieme, maturare e crescere finché la classe operaia non guadagni la capacità collettiva di mettere fine alla parata dell’imperatore.
Se ciò può apparire inverosimile, ricordiamoci degli insegnanti che in tutto il paese hanno scioperato per ottenere dai regimi repubblicani negli stati “rossi” accordi migliori di qualunque altro stato, ed immaginiamoci quindi cosa sarebbe possibile se molti più lavoratori seguissero il loro esempio.
Siamo ancora lontani da un mondo in cui una classe operaia fiduciosa e unita possa essere capace di farsi sentire dall’America delle imprese e dal governo degli Stati Uniti. Ma da quando Trump ha occupato la Casa Bianca abbiamo avuto un assaggio della forza che le proteste di massa e il potere dei lavoratori possono avere. Alcune delle manifestazioni più imponenti della storia degli Stati Uniti hanno avuto luogo negli ultimi 20 mesi, e non dimentichiamoci degli insegnanti degli stati rossi che hanno conquistato incrementi salariali a doppia cifra dai Repubblicani adoratori di Trump.
Ma se questa può sembrare un’utopia irrealizzabile, guardiamo alle storie ridicole che vengono fuori dalla Casa Bianca, che sarebbero anche esilaranti se non fossero terrificanti. Inverosimile è piuttosto l’idea che qualcuno strettamente connesso al sistema di potere di Washington possa cambiarlo in alcun modo e che noi possiamo continuare ad andare avanti con questa assurda situazione.
Pubblicato su: The Socialist Worker, 11 settembre 2018
Traduzione dall’inglese di Zosimo