India: proteste e scontri per la legge sulla cittadinanza che esclude i musulmani

La protesta unisce ormai milioni di persone in tutto il Paese e non si tratta solo delle ‘minoranze’ di musulmani o di agitazioni studentesche, ma di chiunque creda ancora nel sogno di un’India inclusiva.


India: proteste e scontri per la legge sulla cittadinanza che esclude i musulmani Credits: https://www.indiatoday.in/india/story/situation-tense-in-jamia-millia-islamia-many-students-decide-to-leave-for-home-1628788-2019-12-16

Nonostante la brutale repressione delle forze dell’ordine, è sempre più alta la tensione in India per la recente imposizione della cosiddetta “Legge sulla Cittadinanza” (CAB).

Le proteste sono scoppiate in un primo tempo negli stati del Nordest, dove sei manifestanti sono stati uccisi dalla polizia a Guwahati, in Assam, dove la situazione resta molto tesa. Internet è stato sospeso nelle zone dove gli scontri sono stati più violenti e funziona a singhiozzo: Assam, Uttar Pradesh, Bengala Occidentale, il numero dei feriti è letteralmente inqualificabile, e tra essi molti resi ciechi dai proiettili di gomma sparati ad altezza uomo.

L'11 dicembre 2019 il Parlamento indiano aveva approvato questa legge sulla cittadinanza in forma di emendamento, che avrebbe l’obiettivo di conferire la cittadinanza a persone provenienti da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan a patto che siano di fede indù, sikh, buddisti, giainisti, parsi o cristiani (escludendo quindi individui di credo islamico) e nel caso abbiano subito persecuzioni nei loro paesi nativi.

La popolazione indiana si è ovunque mobilitata per protestare contro questa scelta. Inevitabilmente, il governo ha represso queste proteste. Oltre alle situazioni di estrema violenza che si sono verificate nella provincia nord-orientale dell'Assam, la polizia ha anche fatto ricorso a violenza estrema contro gli studenti che protestavano alla Jamia Millia Islamia, un'università di Delhi (in foto), sparando munizioni vere, dispiegando accuse di manganelli, irrompendo nelle aule degli studenti e persino sparando proiettili di gas lacrimogeni all'interno della biblioteca universitaria. La violenza della polizia è stata anche segnalata in un blackout di Internet nell'Università musulmana di Aligarh, a 140 km da Delhi.

In rete non si contano le denunce e petizioni che segnalano la data cruciale in cui questa legge dovrebbe essere ratificata, ovvero giovedì 19 dicembre, e già si prevede che le proteste si faranno ancora più acute e probabilmente sanguinose nei prossimi giorni. 

In estrema sintesi coloro che si oppongono all’introduzione di questa legislazione sottolineano l’incompatibilità di un Diritto di Cittadinanza su base religiosa, con le basi secolari della Costituzione indiana. Inoltre: molte comunità musulmane subiscono persecuzioni per motivi religiosi e culturali in Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, nonché in altri paesi vicini all'India. L'esclusione dei musulmani dal campo di applicazione di questa legislazione rivela il bigottismo religioso di questa legislazione solo apparentemente progressista. Infine, l'attuale governo ha promesso di estendere il National Register of Citizens (NRC) a tutto il paese - un esercizio in cui i cittadini sono tenuti a dimostrare il loro status legale al governo. Questo emendamento è dunque un tentativo di privare i musulmani del diritto di voto e possibilmente renderli apolidi.

Condanniamo nei termini più decisi il comportamento estremamente violento delle forze dell'ordine contro i manifestanti pacifici” si legge nel testo di una petizione on line sottoscritta da centinaia di accademici in varie Università americane, oltre che in India. “Dobbiamo anche attirare l'attenzione sul continuo blackout di Internet in Kashmir, una situazione che continua da oltre quattro mesi ed è il blackout più lungo di sempre in un paese democratico. Oltre alle connessioni internet bloccate, alla detenzione di leader politici e alla revoca dello stato di autonomia amministrativa, un team della società civile che ha visitato il Kashmir ha riferito circa gli arresti di minori, e numerose altre violazioni dei diritti umani”.

21/12/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: https://www.indiatoday.in/india/story/situation-tense-in-jamia-millia-islamia-many-students-decide-to-leave-for-home-1628788-2019-12-16

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L'Autore

Daniela Bezzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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