Il punto di non ritorno della Germania anno uno e fasi preliminari della resistibile guerra mondiale

La Germania ha subito due sconfitte nelle guerre mondiali, lasciando segni indelebili della preistoria umana, formata da lotte suicidi fra civiltà. La borghesia tedesca ha saputo, potrebbe essere intenzionalmente o anche per spinta degli Stati Uniti d'America, reinventarsi per frenare ogni vento di cambiamento proveniente dalla rivoluzione d'ottobre, che avrebbe potuto trovare terreno fertile in un'Europa devastata dalla Seconda Guerra Mondiale.


Il punto di non ritorno della Germania anno uno e fasi preliminari della resistibile guerra mondiale

L'economia tedesca è in stagnazione dall'inizio della pandemia da COVID fino ad oggi. L’industria manifatturiera tedesca non è più in grado di valorizzare adeguatamente il proprio capitale. L'unico settore che mantiene in vita l'industria tedesca è quello militare. Infatti, l'export nel settore militare rappresenta una fonte significativa di profitto per l'economia tedesca. La domanda dei prodotti militari tedeschi proviene da tutti i paesi dell’Unione Europea e anche da altri paesi come Israele. Ci stiamo avvicinando al quarto anno di stagnazione dell'economia tedesca; infatti, dal 2020 il PIL è in lieve calo. Purtroppo, la Germania si prepara ad affrontare una recessione molto peggiore rispetto agli scarsi risultati di questi tre anni. Per questo motivo, vorrebbero riconvertire le proprie industrie offrendo maggiori opportunità ai mercati militari che attualmente sostengono l'economia tedesca. Questo è il punto di non ritorno, qualora la Germania dovesse iniziare a convertire le proprie industrie nella produzione di merci militari sarebbe un'ulteriore catastrofe. 

Per superare la crisi tendenziale del saggio del profitto, ci sono due vie: la conquista di nuovi mercati, dove esportare i propri capitali sovraprodotti, oppure distruggere, fare la guerra e il settore militare rappresenta uno di questi, la quale, pur distruggendo capitale, può generare ricchezza attraverso la successiva fase di ricostruzione ed esportazioni. Unire l'utile al dilettevole è una prerogativa per i paesi imperialisti. L'Ucraina, apparentemente, rappresenta l'opportunità perfetta per la Germania di consumare i propri prodotti attraverso la distruzione per poi ricostruire e conquistare i mercati ad est.

Alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti d'America avevano l'intenzione di trasformare la Germania dell’ovest in un paese prevalentemente agricolo. Tuttavia, questa politica durò solo pochi anni, fino al 1947, quando si resero conto delle gravi conseguenze di mantenere la popolazione tedesca in uno stato di fame. Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti erano molto critici riguardo all'opportunità di far rinascere la Germania dell’Ovest, poiché la consideravano responsabile del genocidio e della perdita delle due guerre mondiali. Infatti, molti esponenti statunitensi autorevoli proponevano di smantellare gli impianti industriali tedeschi sopravvissuti al conflitto e di trasformare la Germania in un paese agricolo. Tuttavia, prevalse un approccio più realistico: il Piano Marshall destinò consistenti finanziamenti alla Germania dell'Ovest per la sua ricostruzione. Senza questi aiuti, si temeva che i tedeschi avrebbero preferito rivolgersi all'Unione Sovietica, affamati come erano.

All'inizio della guerra fredda, oltre agli intellettuali nazisti salvati dagli Alleati per essere utilizzati contro l'URSS, anche il Piano Marshall per la Germania dell'Ovest faceva parte di questa strategia. La parte industriale occidentale della Germania fu preservata, così come la popolazione fu protetta dalla fame grazie agli interventi americani, principalmente perché era emersa una nuova guerra suddetta fredda che richiedeva la neutralizzazione dell'onda rivoluzionaria proveniente dall'est.

Dopo la conclusione della guerra fredda con la vittoria dei paesi capitalistici sul blocco comunista, ci fu un trasferimento di capitali, prodotti con il sudore degli operai sovietici. La Germania dell'Ovest abbatté il muro di Berlino e integrò l'industrializzazione della Repubblica Democratica Tedesca. Nuovi mercati si aprirono ad est e un nuovo ciclo di capitale poteva cominciare, con la possibilità di annettere gli Stati più piccoli dell'ex Unione Sovietica.

Il governo tedesco attuale, rappresentato dai colori del semaforo che richiamano le tre componenti politiche - i socialdemocratici con il rosso, da cui proviene Scholz, il cancelliere federale; i verdi e i liberali con il giallo - ha sostenuto non solo la guerra che è nata in Ucraina contro la Federazione Russa, ma anche le sanzioni contro di essa, nonostante il loro impatto economico negativo. È particolarmente significativo notare come il Partito dei Verdi tedesco e, più in generale, il gruppo parlamentare europeo dei Verdi nell'Unione Europea, sostengano qualsiasi guerra imperialista, trascurando il fatto che una delle principali cause della distruzione dell'ambiente sia proprio dovuta alle guerre. La Russia era il principale fornitore di gas, offrendolo a prezzi convenienti e con un impatto ambientale relativamente basso rispetto ad altre fonti energetiche.

La maggior parte dell'opposizione tedesca è di orientamento di destra, con una piccola parte di sinistra che mostra delle divisioni, come nel caso de “Die Linke”, da cui sono emerse fazioni con ideologie simili al rossobrunismo. Le manifestazioni contro l'ultradestra, rappresentata dal partito Alternative für Deutschland, apertamente ispirato al fascismo e in forte crescita, hanno registrato un'ampia partecipazione in Germania e hanno avuto un'eco significativa nei media.

L'imperialismo tedesco si sta gradualmente emancipando dal gas russo e cerca di interrompere i legami con la Federazione Russa, portando l'Europa verso una situazione simile a quella del passato. Gli Stati Uniti sembrano trarre vantaggio dalla possibile chiusura del gasdotto Nord Stream, che trasporta gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, evitando molte nazioni ex sovietiche che traggono profitti dai passaggi dei gasdotti attraverso i loro territori. Il sabotaggio del Nord Stream 2 ha ulteriormente accelerato il processo di distacco tra l’Unione Europea, con la Germania come motore trainante, e la Federazione Russa.

La politica tedesca di interrompere ogni rapporto con la Russia, vendere armi alle forze naziste ucraine per colpire il territorio russo e la crisi economica stanno conducendo l'Europa verso un periodo oscuro, simile a quello immediatamente precedente alle Guerra Mondiale. L'accentuato orientamento della Germania verso la militarizzazione è evidente dalle dichiarazioni sia dei rappresentanti della maggioranza tedesca che dell'opposizione di destra, che ritengono che il tema delle armi nucleari non debba essere tabù. Inoltre, il Sudafrica ha denunciato la Germania presso la Corte Internazionale di Giustizia per aver fornito armi a Israele, implicato nel genocidio della popolazione palestinese.

Gli ultimi aiuti inviati dagli Stati Uniti all'Ucraina e la recente dichiarazione di Trump, secondo cui non intende difendere stati che non investono adeguatamente nella militarizzazione, hanno prodotto gli effetti desiderati: l’Unione Europea deve assumere un ruolo principale nella guerra in Ucraina, mentre gli Stati Uniti rivolgono l'attenzione verso la Cina. Questa divisione dei ruoli nell'imperialismo occidentale consente di aprire nuovi mercati, distruggere per costruire e mantenere il predominio del dollaro contro il Terzo Mondo e ciò che rimane del Secondo Mondo, sempre meno disposti a dover sottostare ai diktat delle elitè dei paesi occidentali.

Le interazioni tra Macron, Scholz e Tusk (Primo Ministro polacco) non sono più semplici minacce, ma sembrano preludere a una possibile terza guerra mondiale. L'idea di inviare truppe militari da parte di Macron sembra mirare a distogliere l'attenzione dalle critiche alla sua politica interna e dal rischio di perdere consensi alle prossime elezioni europee, creando spazio per la crescita dell'estrema destra rappresentata da Marine Le Pen. D'altra parte, anche se i candidati meno “conservatori” avanzano tali proposte, il passaggio dalle parole ai fatti, con forze più reazionarie rispetto ai governi dei principali paesi imperialisti del mondo, potrebbe verificarsi in breve tempo, rendendo plausibile ciò che era impensabile fino a pochi anni fa, una guerra dichiarata dell'Europa, appoggiata dagli Usa contro la Russia e il nemico economico più importante: la Cina. 

Le intercettazioni avvenute in Germania, che hanno coinvolto alte uniformi militari tedesche, hanno dimostrato la presenza del personale militare che ha contribuito strategicamente all'attacco alla Crimea. Un maggior coinvolgimento dell'Europa nella guerra in Ucraina è evidente, con una presenza ormai dichiarata di personale della NATO. Inoltre, gli armamenti sono passati da quelli difensivi a quelli offensivi, compresa l'aviazione. Macron sta considerando l'invio del proprio esercito, e questo potrebbe essere solo un passo prima dell'uso di armi atomiche. L'esercito ucraino, di fatto, non riesce a sostenere la guerra. L'imperialismo occidentale, che precedentemente aveva condotto piccole guerre in altre parti del mondo, ha subito un cambiamento dopo l'11 settembre, quando un attacco apparentemente orchestrato da quattro analfabeti pakistani ha colpito il cuore della superpotenza mondiale, cambiando l'opinione della popolazione statunitense riguardo al finanziamento di altre discutibili aggressioni nordamericane nei paesi del terzo mondo. Tuttavia, attualmente nessuna popolazione, neanche quella italiana, è disposta a fare sacrifici significativi per gli interessi della borghesia nazionale, e probabilmente nemmeno quella tedesca. Anche la scintilla del missile russo che non ha mai raggiunto il territorio polacco non è sufficiente per cambiare l'opinione pubblica. È essenziale contrastare la casus belli europea, poiché il quadro potrebbe non migliorare dopo le prossime tornate elettorali in Europa.

22/03/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Angelo Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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