Xiomara Castro, candidata del Partito Libertad y Refundación (Libertà e Rifondazione) – denominato anche “Libre” – si è imposta nelle recenti elezioni presidenziali in Honduras del 28 novembre scorso. Il suo mandato inizierà a gennaio del 2022 quando subentrerà all’attuale presidente Juan Orlando Hernández, al termine del suo secondo mandato e che insieme all’ex presidente Porfirio Lobo (2010-2014) hanno dato vita a 12 anni consecutivi di governo del Partito Nazionale seguiti al golpe militare del giugno 2009 che aveva destituito il presidente progressista Manuel Zelaya, il marito di Xiomara Castro.
Con una partecipazione al voto del 70%, Xiomara Castro ha ottenuto quasi il 54% dei voti, staccando fortemente il candidato del Partito Nazionale, Nasry Asfura, che ha avuto il 34%, seguito a sua volta dal candidato del Partito Liberale, Yani Rosenthal, con il 9,2%. I restanti partiti politici hanno ottenuto complessivamente l’uno per cento dei voti. Alcuni partiti di sinistra si sono uniti in una coalizione con il Partito Libre, il quale dovrebbe aver ottenuto la maggioranza dei seggi al Congresso Nazionale, risultato ancora non ufficialmente confermato.
Parlando in televisione dopo il voto, Castro ha promesso “democrazia diretta e partecipativa. Non ci saranno più odio, guerra, corruzione, narcotraffico e crimine organizzato né ci saranno ZEDES, povertà e miseria”. Con un tweet ha voluto celebrare i “12 anni di un popolo in resistenza, 12 anni che non sono stati vani perché il popolo ha realmente sperimentato la frase «solo il popolo può salvare il popolo!» ”.
L’acronimo ZEDES identifica le “Zonas de Empleo y Desarrollo Económico”, zone di occupazione e sviluppo economico. Si tratta di aree create durante il regime di Hernandez e controllate da investitori privati che, “facendosi carico” delle popolazioni locali, sviluppano imprese agricole su scala industriale, industrie manifatturiere che godono di esenzioni fiscali e grandi progetti minerari e di produzione energetica.
Un obiettivo fondamentale del nuovo governo del Partito Libre sarà quello di riattivare gli sforzi a suo tempo prodotti dal governo Zelaya, rimosso poi dal golpe, per realizzare riforme democratiche ed economiche che possano beneficiare la maggioranza della popolazione oppressa dell’Honduras. Altra importante sfida sarà rappresentata dal risanamento degli effetti devastanti delle politiche e dei crimini commessi dai governi Lobo e Hernandez al servizio delle poche grandi famiglie estremamente ricche che controllano la società honduregna.
La spinta elettorale del Partito Libre è riuscita a superare le violenze mortali e i brogli che accompagnarono le vittorie elettorali di Hernandez su Xiomara Castro del 2013 e su Salvador Nasralla del 2017. Nel 2015 Hernández aveva inoltre modificato la composizione della Corte Suprema di Giustizia ottenendo così l’autorizzazione per un secondo mandato, aggirando il divieto costituzionale. In quell’occasione, decenni di omicidi avvenuti negli ultimi mesi avevano provocato forti critiche da parte dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. La campagna elettorale del Partito Nazionale si è focalizzata sull’anticomunismo e sull’opposizione all’aborto.
Entrando al governo del paese, Xiomara Castro e i suoi alleati dovranno concentrare i loro sforzi su una società che è la seconda più povera dell’intero emisfero occidentale e su un paese che è divenuto un nodo di transito strategico per il traffico degli stupefacenti della grande regione circostante con un governo che attualmente dipende da una polizia militarizzata e propensa alla violenza. L’eredità criminale del presidente Hernandez non potrà essere rimossa immediatamente. Egli e il fratello Tony sono implicati nel traffico di droga, quest’ultimo è stato anche condannato all’ergastolo negli Stati Uniti. È significativo che gli honduregni più vulnerabili stiano emigrando in massa verso gli Stati Uniti nella speranza di iniziare una nuova vita.
Il governo USA ha interferito per molto tempo negli affari interni dell’Honduras. L’Honduras era stato utilizzato come base militare in appoggio alle forze paramilitari dei Contras che si opponevano al governo sandinista in Nicaragua negli anni ’80. La preparazione del golpe militare del 2009 era nota in anticipo agli Stati Uniti che hanno immediatamente riconosciuto il governo di Porfirio Lobo che prese il potere a seguito dello stesso golpe. Gli Stati Uniti dispongono di una grande base aerea e altre installazioni militari in Honduras.
Il Partito Libre, fondato nel 2011, è il braccio politico del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, un movimento sociale che si era formato immediatamente dopo il golpe militare che aveva destituito Zelaya. Esso portò avanti una campagna di disobbedienza civile come forma di protesta mirata a restaurare il governo di Zelaya. Il Fronte denunciò gli abusi dei diritti umani e promosse un’assemblea costituente, in continuità con politiche portate avanti da Zelaya e che il Partito Libre intende riconsiderare.
Juan Barahona riveste il ruolo di segretario generale del partito ed è deputato al Congresso Nazionale eletto per la prima volta nel 2017 e infine, in veste di leader sindacale, guida la Federazione Unitaria dei Lavoratori dell’Honduras. Nel 2018 ebbe a dichiarare a un giornalista: “il mio sogno è di prendere il potere per trasformare il paese e avviare un sistema differente, egualitario, un sistema socialista”.
Articolo originale pubblicato su “People’s World”, sezione in lingua spagnola “Mundo Popular” il 2 dicembre 2021.
Traduzione dallo spagnolo a cura di Zosimo.