Escalation del conflitto Russia-Ucraina

La riunione informale a Praga dei ministri degli Esteri sulla proposta di Stoltenberg di togliere le restrizioni all’uso delle armi date a Kiev è un passo verso l’escalation del conflitto. Contrari Italia, Spagna e Belgio; mentre la Russia dichiara che agirà in modo deciso e proporzionato.


Escalation del conflitto Russia-Ucraina

A Praga, Repubblica Ceca, il 30 e 31 maggio si è discusso sulle restrizioni imposte a Kiev per l'uso delle armi per colpire obiettivi militari in territorio russo e, per quanto è stato reso noto, la maggioranza degli alleati Nato ha di fatto dichiarato che l'Occidente può e deve ridurre le restrizioni per l’utilizzo delle armi date dai paesi Nato all'Ucraina. La decisione non è stata all’unanimità, perché ci sono paesi contrari, e, tra i favorevoli, si sono registrate raffinate sfumature. La Germania, per esempio, ha autorizzato gli ucraini a difendersi, però nel rispetto del diritto internazionale, e contro gli attacchi che arrivano da immediatamente oltre confine, questo anche per le armi già consegnate dal Paese. 

Il segretario generale dell'Alleanza Atlantica (Nato), Jens Stoltenberg, aveva dichiarato già prima dell’incontro che "le sfide che affronta l'Ucraina sono molteplici e può ancora prevalere ma solo con un forte sostegno da parte degli alleati Nato". Al termine dell’incontro ha, invece, dichiarato che gli alleati si aspettano che l'uso delle armi fornite all'Ucraina contro la Russia, colpendo obiettivi militari al di là del confine, avvenga solo nel limitato territorio di Kharkiv e sia, in modo responsabile, in linea con il diritto internazionale. Quanto al rischio di una escalation, Stoltenberg ha precisato: "Ogni volta che abbiamo dato mezzi all'Ucraina Vladimir Putin ci ha minacciato, è stato così per i pezzi di artiglieria, i tank, i missili, gli F-16". È la Russia che ha dato il via all'escalation, prima invadendo un altro Paese e ora aprendo il nuovo fronte a Kharkiv". La riunione era informale ma molto attesa, dopo le dichiarazioni di Stoltenberg di ridurre le restrizioni, e con questa riunione del Consiglio Nord Atlantico (NAC) a livello dei ministri degli Affari esteri si è delineato un pacchetto di misure militari che verrà discusso nei dettagli tra il 9 e l’11 luglio a Washington in un vertice degli alleati Nato. 

Il quadro bellico del conflitto dopo quest’incontro è abbastanza chiaro. Le armi della Nato contro la Russia potranno essere utilizzate per Sunak (Regno Unito), Macron (Francia), Scholz (Germania) e Tusk (Polonia). È importante sottolineare che anche Biden ha autorizzato l’Ucraina per l’utilizzo delle armi Usa contro la Russia, però nell'area vicino a Kharkiv. Questa decisione è arrivata mentre i ministri facevano il punto in vista sul summit di Washington, previsto a luglio. Tajani, Vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Esteri, ha dichiarato a “Mattino 5” della Mediaset: “Noi ci stiamo mobilitando sotto tutti i punti di vista, economico e militare, per sostenere l'indipendenza e la libertà dell'Ucraina. Abbiamo già inviato diversi pacchetti di strumenti militari all'Ucraina e invieremo altri strumenti militari all'Ucraina, penso a strumenti per la difesa aerea, quindi, noi stiamo convintamente dalla parte dell'Ucraina, però diciamo soltanto che le armi italiane possono essere usate soltanto all'interno del territorio ucraino per impedire l'avanzata dei russi e quindi per garantire la libertà dell'Ucraina. Noi abbiamo una Costituzione che all'articolo 11 parla molto chiaramente: l'Italia ripudia la guerra. Noi non possiamo fornire armi per attaccare la Russia in territorio russo. Un conto è usare le armi nel territorio occupato, cioè nel Donbass, ma nel territorio russo non si possono utilizzare perché noi non siamo in guerra con la Russia”. Tra i favorevoli si segnalano anche Finlandia e Canada, mentre  tra i contrari, oltre all’Italia, ci sono la Spagna e il Belgio. 

La Russia, con una dichiarazione del ministro della Difesa, Andrei Belousov, ha fatto sapere che “continuerà ad agire in modo deciso e proporzionato alle minacce per la sicurezza” mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, parlando anche lei di una risposta proporzionata ha parlato della “creazione di una fascia di sicurezza in territorio ucraino”, che è importante perché dovrebbe difendere primariamente le repubbliche di Lugansk (LPR) e del Donetsk (DPR), ma anche la regione di Zaporozhye e Kherson. Putin aveva già dichiarato martedì 27 maggio durante una visita nella Repubblica dell’Uzbekistan, e cioè prima dell’incontro, che “Questa costante escalation può portare a gravi conseguenze” e, in riferimento ai paesi occidentali, che era chiaro che avrebbero permesso all’Ucraina di usare le loro armi per colpire la Russia.

I media non hanno dato molta attenzione a quest’incontro e non hanno presentato approfondimenti significativi, perché, com’è noto, l’8 e 9 giugno si vota per eleggere i 720 membri del parlamento europeo e sono previste anche delle elezioni amministrative e regionali, come in Piemonte. Non è da escludere che i paesi dell’Ue, che si sono dichiarati contrari, possano dopo le elezioni cambiare le loro posizioni. Questo potrebbe avvenire in Belgio, dove insieme alle elezioni del parlamento europeo  si eleggeranno i 150  parlamentari della Camera dei Rappresentanti, con la possibile formazione di un nuovo governo. 

In quest’incontro di Praga si è registrato un atto politico molto significativo come il memorandum d'intesa sulla cooperazione nella lotta alla disinformazione a Praga firmato dal segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri ceco Jan Lipovsky. Al riguardo Blinken ha dichiarato: “Non solo siamo più forti, ma siamo più propensi a prevenire e scoraggiare l'aggressione quando siamo uniti e quando lavoriamo insieme. E’ la premessa fondamentale della nostra alleanza militare secondo cui se attaccano uno di noi, devono affrontare tutti, e questo è in realtà il modo più forte, il modo più efficace, per prevenire in primo luogo l'aggressione. La Repubblica ceca attraverso le sue azioni, attraverso la sua leadership, sta davvero dando vita e sostanza all'Alleanza e al significato di difesa collettiva e penso che questo mandi un messaggio molto potente”. È chiaro che l’escalation del conflitto sta avendo un’accelerazione.

Pensare che questo incontro dei ministri degli esteri Nato non sia servito a niente e che le decisioni operative sarebbero tutte demandate al vertice del Capi di Stato della Nato di luglio è sbagliato, in quanto l’operazione di utilizzare le armi - già date oppure quelle che si consegneranno a breve o a fine d’anno all’Ucraina - almeno per abbattere obiettivi militari in territorio russo vicino al confine o poco oltre è stata di fatto decisa. La pace non è all’orizzonte, e proprio non pare che sia un obiettivo delle diplomazie Usa-Ue. La pace al momento non è neanche un tema di dibattito a livello mediatico internazionale. Però, com’è noto, c’è in programma una conferenza, presentata nei comunicati stampa di “alto livello”, sulla pace in Ucraina per il 15 e 16 giugno 2024 in Svizzera. Avrà, per come si legge nei comunicati di presentazione, lo scopo di fare un incontro dei Capi di Stato e di Governo per sviluppare una visione comune verso una pace giusta e duratura in Ucraina, ma almeno fino ad oggi  per come hanno informato i media la Russia non parteciperà, perché non è stata invitata, ed è incerto se parteciperà la Cina, anche se al momento niente è stato dichiarato, ma sarebbe però coinvolta ufficialmente l’ONU. Questo incontro dovrebbe costituire la base per un processo di pace? Scusate, ma si pensa davvero che una pace, qualunque possa essere, potrà essere decisa unilateralmente senza coinvolgere le due parti in conflitto? E cioè soltanto l’Ucraina e non con la Russia insieme. Al di là della storia pregressa dell’inizio del conflitto, in questi due anni hanno avuto un ruolo da protagoniste soltanto le armi, che, fino ad oggi, hanno stroncato migliaia vite umane sia in Ucraina che in Russia; naturalmente, hanno però sviluppato business notevoli per la loro costruzione e per l’uso stesso.

08/06/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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