PARIGI. Per la giustizia, la dignità e l'uguaglianza si cammina insieme il 19 Marzo. Il Partito Comunista Francese ha chiamato a partecipare alla camminata per la giustizia e la dignità, valori che vanno insieme verso una nuova società.
Dopo due fatti di cronaca nera, lo stupro subito da Theo Luhaka e la morte di Adama Traoré, la passeggiata avviata dalle famiglie delle vittime della violenza della polizia, dovrebbe rappresentare un momento importante di lotta e di ribellione.
I controlli discriminatori, le umiliazioni di stampo razzista, l’inaudita violenza della polizia: sono segnali di negazione dei diritti umani.
Già otto anni fa Amnesty International denunciò che in troppi casi gli agenti di polizia hanno goduto di impunità giudiziaria.
Diventa sempre più urgente contestare questa politica globale che potremmo definire dei "due pesi, due misure", tentando di capire le cause che rendono, in certe precise situazioni, l'azione delle forze di polizia pregiudizievoli per i diritti fondamentali e della giustizia, in netto conflitto con il principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Qualunque sia la ragione per l'avvenuto arresto, la dignità di ogni essere umano deve essere preservata, altrimenti un divario di odio e diffidenza crescerà tra i giovani dei quartieri periferici e la polizia, che deve svolgere i suoi compiti nel rispetto dei principi costitutivi e in modo esemplare come il tutore dell'ordine pubblico dovrebbe sempre avere.
In questo Paese, chiamato tra un mese al primo turno delle elezioni presidenziali, con un parterre di candidati dove il razzismo lo si trova nei programmi e le abitudini di bieco paternalismo e favoritismo dei propri familiari ha fatto partire anche denunce, occorre porre fine al profilo razziale che è spesso punto di partenza della violenza della polizia. Lo Stato è stato anche recentemente dalla Corte di Cassazione per colpa grave su sé stesso.
Il PCF e le altre organizzazioni di sinistra alternativa hanno l’occasione per promuovere e delineare il significato del disegno di legge presentato dai parlamentari comunisti nel maggio 2016 per la vigilanza dei controlli d'identità anche tramite una cosa semplice come una ricevuta.
Per porre fine all'impunità, stigmatizzando il razzismo e la discriminazione, si rende un servizio ai giovani delle periferie perché non siano più trattati come nemici dello Stato.
In altre parole i compagni parigini mi ricordano come occorra “stabilire una forza di polizia locale ben addestrata, con i mezzi necessari per il lavoro e così invertire la violenza sociale che colpisce soprattutto i giovani e le classi lavoratrici”. Insomma, in testa ai programmi politici bisognerebbe scrivere l’impegno per lo sviluppo della sicurezza del lavoro e per la formazione contro la disoccupazione, per l'aumento dei salari e lottare contro la discriminazione e la segregazione.
La campagna elettorale si fa sempre più vivace ed entro ieri sono stati assegnati gli incarichi per il sostegno propagandistico a Jean Luc Mélenchon , candidato alla presidenza della Repubblica.
L’impegno è il rafforzamento dell’ancoraggio popolare e territoriale, una risorsa che deve trovare un metodo nei dispositivi della campagna elettorale fino al primo turno, ma anche in attesa delle elezioni parlamentari.
Un gesto democratico il 23 aprile, al primo turno delle elezioni presidenziali, sarebbe necessario. Milioni di elettori attendono di essere ascoltati, credono ancora e fortemente in una chiara politica di uguaglianza e giustizia sociale, nel coraggio di affrontare l’invadenza della finanza liberista, aprendo la strada a una Repubblica democratica di sinistra.
“Nelle prossime settimane faremo di tutto per dare alla campagna per il voto a Jean-Luc Mélenchon la più grande capacità possibile e di lotta” sottolineano i compagni impegnati in tutto il Paese.
La sponsorizzazione degli eletti comunisti, come la loro azione quotidiana in difesa degli interessi popolari e la promozione dei diritti sociali e democratici, porta un requisito: intensifica i lavori di approfondimento e l’impegno di giustizia e di progresso, milioni di nostri simili vogliono il cambiamento, uscire dall’attuale situazione di emergenza sociale.
Rimane vivo il pericolo di non arrivare a un secondo turno delle Presidenziali con il ballottaggio tra il diritto e la minaccia delle destre, anche estreme.
In troppi dimenticano che un programma liberista, ora voluto in tutta l'Unione europea, è proprio la causa del sorgere delle destra razziste e del populismo. “Di fronte a questi pericoli un enorme lavoro di convincimento è richiesto entro il 23 aprile – mi dice una compagna del PCF – ci è richiesto dalla società un patto con impegni concreti per cambiare la vita”.
I comunisti fanno campagna a servizio di questo obiettivo, per costruire alternative in grado di bloccare l'offensiva liberista del capitalismo.
Nelle elezioni politiche che seguiranno a quelle presidenziali si respira il convincimento che tutto sarà fatto dai comunisti per soddisfare il requisito della nuova politica della sinistra alternativa che vuole portare la voce del popolo nell'Assemblea Nazionale. La gente ha bisogno di essere meglio rappresentata e difesa meglio nella sua dignità e nei suoi diritti.
In Francia, nel pur variopinto mondo della sinistra alternativa, si ascolta l’auspicio dei compagni che vogliono una rappresentanza parlamentare di uguali e diversificata, con operai, impiegati, facce nuove. Questo è il significato delle campagne elettorali in corso, dove occorre porre fine alle divisioni che potrebbero impedire l'elezione di molti parlamentari, condizione utile al popolo e per il progresso di una nuova Repubblica sociale, democratica, ecologica.
In questi giorni si esamina anche il tema del voto all'estero. Il ministro degli esteri Matthias Feckl ha annunciato che le condizioni di sicurezza non sono ancora state soddisfatte per permettere al francese che vive all’estero possa votare alle prossime elezioni parlamentari di giugno. Questo pone un serio problema di democrazia.
Non viene negato il pericolo di attacco informatico o di frode, ma c’è motivo d’essere scioccati nell’apprendere a poche settimane dalle elezioni che le esperienze passate non hanno insegnato a sviluppare un dispositivo affidabile, permettendo a ogni francese fuori dalla Francia, che si è registrato per votare presso i consolati, di farlo senza vedere limitato il suo diritto.