Economia e Lavoro

La storia di Francesca, addetta alla pulizie in una sede ministeriale di Roma, che rischia il licenziamento perché deve curarsi dal cancro. Una storia che ha dell’incredibile e che rivela tutta la drammaticità del momento storico che stiamo vivendo. 

Roma, Eur Torrino, un quartiere per ricchi, un ristorante argentino con un menù non certo popolare, frequentato nientepopodimeno che dai giocatori della Roma, sempre pieno, con ottimi incassi. Eppure, molti suoi dipendenti pregherebbero per lavorare in una trattoria popolare, magari meno blasonata, ma gestita da gente perbene, che a fine mese paga il dovuto.

Matteo Renzi, commentando i dati Inps, dice una bufala e una verità. L’Inps diffondendo i dati periodici dell’Osservatorio sul precariato, fa notare che “nel primo trimestre 2015 aumentano, rispetto al corrispondente periodo del 2014, le assunzioni a tempo indeterminato (+91.277), mentre diminuiscono i contratti a termine (-32.117)” e il presidente del Consiglio maschera i nuovi rapporti di lavoro come se fosse nuova occupazione

Con il ritorno della primavera, politici e giornalisti annunciano che finalmente siamo “in ripresa”. Renzi già a metà marzo ci dava nientepopòdimenoche “fuori dalla crisi economica”.Così lorsignori e i relativi pennivendoli chiamano lo 0,6% di crescita del Pil ...

Molte considerazioni politiche, e più o meno emotive, sono state già effettuate a favore o contro l’esodo di masse disgraziate verso i paesi “ricchi” dell’Europa. Il numero dei morti scandalizza più delle cause e delle sofferenze di queste morti, e nella conta – spesso impossibile – dei cadaveri, si evidenziano le paure, con reazioni difensive del “diritto” al privilegio del vivere “civile” o, all’opposto, le forme della solidarietà dell’accoglienza umana. 

Un’esperienza che facciamo quotidianamente, da semplici cittadini, è di non capire ciò che accade ai piani alti dell’edificio economico-finanziario, di provare un’inquieta estraneità verso gli intrecci dell’alta finanza con settori della società civile.

Quando le cose per i padroni dell’economia vanno bene – è successo a lungo e ancora periodicamente accade, in luoghi e tempi diversi – allora l’emigrazione è, quando non proprio incoraggiata, almeno tollerata. 

L’idea di flessibilità salariale che Marchionne vuole applicare al gruppo FCA, è stata esplicitata dallo stesso dirigente in eventuali aumenti salariali legati agli obiettivi aziendali.

Questo 1 maggio c'è poco da festeggiare e molto da lottare. Il jobs act conclude (o almeno si spera, perché al peggio non c'è limite) la controriforma del mercato del lavoro, iniziata la notte di San Valentino di craxiana memoria e proseguita con lo smantellamento della scala mobile, le deroghe al contratto nazionale di lavoro, l'introduzione di una selva di contratti precari, fino a giungere all'esclusione – col contratto a tutele crescenti – dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori nei confronti dei nuovi assunti, e quindi, nel tempo, di tutti i lavoratori.

Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi al mondo, nel 2006, in un'intervista al New York Times, ammise senza troppo pudore, con enorme imbarazzo da parte dei pennivendoli negazionisti di professione, che esiste una guerra di classe, ma che era la sua classe che la stava portando avanti e la stava vincendo.

I toni eccessivamente entusiastici che hanno accompagnato l’annuncio di Marchionne di legare gli aumenti salariali agli obiettivi di impresa, lasciano intendere poco di buono per le sorti dei lavoratori. 

“La crisi ha significato un’enorme svalutazione delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione greca, con il 40% delle persone che tocca o vive al di sotto della soglia di povertà, allo stesso tempo tuttavia ha rappresentato molto efficacemente un meccanismo di accumulazione capitalistica. Ad esempio il 10% dei greci più ricchi ha aumentato il proprio capitale del 7,5% negli ultimi quattro anni. Così che detiene oggi il 56,1% della ricchezza totale del paese. Con queste parole Nasos Iiliopuolus...

I primi annunci sul Documento Economico e Finanziario (Def) del governo li abbiamo commentati due settimane fa. Ora è disponibile nel sito del Ministero il testo definitivo di quel documento.

Uno degli aspetti più propagandati dalla macchina renziana è quello del riordino degli ammortizzatori sociali. Ancora una volta vengono esaltati alcuni aspetti per far passare un messaggio di ampliamento delle tutele mentre in realtà siamo di fronte ad una loro rimodulazione

Sì, c’era una volta una professione che di deontologia ne aveva da vendere. Si faceva una lunga formazione presso le redazioni e nelle scuole di giornalismo. Si studiavano le norme deontologiche a cui era necessario attenersi, per non incorrere in sanzioni. La Carta di Treviso, la carta di Firenze, la carta di Roma, come la carta di Milano, erano e sono il pane quotidiano per chi esercita questa professione.

Dopo chi rideva del terremoto dell’Aquila e la banda Balducci, è arrivato l’“Incalzagate” con i rolex a Lupi e, secondo quello che emerge dalle indagini, un’organizzazione malavitosa nella gestione della cosa pubblica. Notizia dell’ultima ora sono le dimissioni di Pietro Ciucci dai vertici Anas.

“Non ci sono tagli e non c'è un aumento di tasse, capisco che non ci siete abituati, ma è così”. “I sindaci dicono che ci sono tagli, ma non è vero”. “Ci sono stati 18 miliardi di tasse in meno nel 2015. Nel Def proseguiamo su questa linea”. “Chi non ha mai pagato è può, deve pagare un po' di più e chi ha sempre pagato deve riavere”. “Ci sarà una sorta di quattordicesima in busta paga”.

Nell’articolo precedente “Sono un bancario…non un banchiere” ci eravamo lasciati su un’ipotesi di un percorso di lotta per contrastare l’offensiva dell’ABI che doveva materializzarsi nella proclamazione di 2 giorni di sciopero della categoria.  

“Esiste un paese dove si vive bene, dove la qualità della vita è migliore perchè si lavora meno e si guadagna di più, dove c’è più tempo libero da poter spendere per sé stessi, per la famiglia e per gli altri, senza dover affrontare grosse rinunce da scontare poi in busta paga.

ABI propone di mantenere inalterate le previsioni vigenti nell’art. 2 del CCNL solo per le attività del parabancario: intermediazione mobiliare, leasing e factoring, credito al consumo. Propone invece di sottrarre alla disciplina dell’art. 2, e di portarle in quella dell’art. 3 del CCNL (contratti complementari), le altre attività: gestione delle carte di credito/debito e sistemi di pagamento, servizi di elaborazione dati, anche di tipo consortile, centri servizi con attività di tipo amministrativo/contabile e di supporto operativo, gestione degli immobili ...

Dopo anni di cassintegrazione, promesse deluse e mobilitazioni, i lavoratori ex-Alitalia si ritrovano come previsto licenziati o esodati e senza nessun futuro lavorativo certo. Nessuna stabilizzazione e nessuna ricollocazione è avvenuta né per mano dell’azienda né per quella delle istituzioni locali e nazionali. Per questi motivi l’ex-Comitato Cassaintegrati Overbooked di Alitalia si è oggi ampliato e trasformato in Comitato per la Rioccupazione Stabile nel Trasporto Aereo (Co.ri.s.t.a.)

A gennaio i dati sulla disoccupazione erano ancora al 12,6% con oltre 3.200.000 persone. Un dato che, oltre tutto, è falsato al ribasso dal sistema di calcolo adottato nel nostro paese (nelle statistiche rientrano tra i “disoccupati” solo quelli che dichiarano di aver cercato attivamente lavoro nell’ultimo mese) e che se invece viene parametrato a quello degli altri paesi europei in realtà sarebbe oltre il 20%. E la cancellazione di fatto dell’articolo 18 da parte del governo Renzi, che concede così la libertà di licenziamento tanto agognata da Confindustria...

Nel tentativo di rilanciare un percorso di lotta e organizzazione capace di riunificare una classe lavoratrice frantumata, sia sul piano contrattuale che politico e sindacale, la questione salariale, legata strettamente a quella dell’orario di lavoro, è un fattore determinante nella costruzione di una piattaforma in grado di rappresentare le istanze di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori subordinati (dipendenti o precari che siano).

In tre ore di audizione davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, il Presidente della Banca Centrale Europea (Bce) Mario Draghi ha sciorinato ottimismo sugli effetti del Quantitative easing (Qe) da poco introdotto e che, con Pasquale Vecchiarelli, abbiamo esaminato su questo periodico. A quell'articolo rimandiamo per i rilievi critici sullo strumento.

Dopo l’apertura del dibattito pubblico sulla “coalizione sociale”, la FIOM fa appello a scendere in piazza sabato 28 marzo a Roma. Una manifestazione che si rivolge a tutti i movimenti e settori in lotta contro le politiche del governo Renzi e della Confindustria, per la tutela dei diritti dei lavoratori salariati e per la loro universalizzazione a tutte le figure lavorative precarie. Riportiamo il lancio della manifestazione da Controlacrisi.

Prima ancora che il quantitative easing (QE) inondi di liquidità l'Eurozona, siamo stati sottoposti a un'altra inondazione: i commenti entusiasti della stampa compiacente su questo “bazooka” che finalmente invertirà le politiche restrittive e permetterà il rilancio dell'economia. 

In un precedente articolo confrontavo la produttività fra agricoltura convenzionale e biologica. Diciamo subito che mettendo questa volta a confronto la produttività dell’allevamento convenzionale con quella del biologico, non si è in grado, a causa della loro assenza, di fare ricorso a delle meta-analisi, cioè ad analisi statistiche che integrino i risultati di diversi studi dedicati all’oggetto della nostra riflessione.

Parte VI. Escursione a tappe tra le lacune dell'economia politica. Neoliberisti. b) La teoria

Sul conto di questo trattato euro-atlantico, in realtà, il grande pubblico sa ben poco. I negoziati tra Commissione Europea e governo USA sono segreti e, a parte le équipes di tecnici addetti ai lavori, nessuno può mettervi becco; nemmeno i governi nazionali degli Stati che saranno coinvolti, vale a dire 28 Paesi UE oltre ai singoli Stati a stelle e strisce.

Per alcuni decenni del secondo dopoguerra, la teoria e le politiche keynesiane avevano conquistato una certa egemonia in ambito accademico e politico. Tuttavia l'accumulazione di capitale e l'avanzata della classe lavoratrice degli anni 60 e 70 del secolo scorso avevano determinato una caduta del saggio del profitto. L'imperativo perciò divenne restaurare il dominio del capitale e ripristinarne la profittabilità.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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