MILANO. Perché discutere dei numeri in crescita per i casi di morbillo negli Stati Uniti d’America qui a Milano? Forse il motivo sta nel momento complicato, con ansie e interrogativi razionali che si intrecciano a brusche accelerazioni imposte dalla scienza: dovremmo contribuire e partecipare al ripensamento con il ribadire che occorre vaccinare i bambini.
Proprio quello che sta avvenendo negli USA ci aiuta nella consapevolezza di non mancare questo appuntamento. I casi di morbillo negli Stati Uniti hanno raggiunto un picco che non si registrava da 25 anni, sospinto dalla diffusione di disinformazione sul vaccino che può prevenire la malattia. Ufficialmente dichiarato da funzionari della sanità federale.
I centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno riportato 704 casi al 26 aprile, con un aumento dell'1,3% rispetto al conteggio di 695 della settimana precedente. La stragrande maggioranza dei casi si è verificata nei bambini che non hanno ricevuto il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia, che conferisce l'immunità a dette malattie.
La sofferenza cui assistiamo oggi è evitabile: lo ha dichiarato il segretario americano della Salute e dei servizi umani Alex Azar. È noto dovunque che i vaccini sono sicuri perché appartengono ai prodotti farmaceutici più studiati di cui disponiamo.
Una frangia dei genitori americani e dell’occidente rifiuta di vaccinare i propri figli credendo, contrariamente alle prove scientifiche, che gli ingredienti in essi contenuti possano causare autismo o altri disturbi. Quel che è provato, invece, è che i vaccini oltre all'antigene immunizzante (il principio attivo) contiene anche conservanti, stabilizzanti, antibiotici, adiuvanti, e questi elementi possono dare problemi anche gravi. In 22 Stati degli USA si sono registrati casi di malattie estremamente contagiose e talvolta mortali. Nessuno dei casi del recente focolaio ha causato mortalità, ma il 3% ha contratto polmonite e il 9% è stato ricoverato in ospedale a causa di complicazioni della malattia: lo ha confermato il direttore del CDC Robert Redfield.
Addirittura il presidente Donald Trump ha sollecitato gli americani a vaccinarsi per prevenire la diffusione del morbillo: un cambio di rotta dalle osservazioni fatte nel 2014 quando Trump espresse dubbi sul fornire ai bambini le dosi raccomandate di vaccini secondo il programma governativo.
Insomma, le vaccinazioni sono importanti e la contestazione non può essere generalizzata.
L'attuale epidemia si è concentrata a New York: oltre 390 casi sono stati registrati da ottobre 2018, soprattutto tra i bambini delle comunità ebraiche ortodosse di Brooklyn, mentre la maggior parte dei casi recenti sono stati ancora a New York e a Los Angeles.
L'epidemia nazionale si è intensificata: 82 persone nel 2018 e già più di 40 nel 2019 hanno portato il morbillo negli Stati Uniti da altri Paesi, più frequentemente dall'Ucraina, da Israele e dalle Filippine.
Sebbene il virus del morbillo sia stato dichiarato eliminato dagli USA nel 2000 - significa zero casi in tutto l'anno - le epidemie si sono ancora verificate e non soltanto a causa di viaggiatori provenienti da Paesi in cui il morbillo è ancora presente.