300 delegati approvano

Il 22 novembre dopo una no-stop di 4 giorni si è arrivati ad un’ipotesi di accordo del nuovo contratto dei metalmeccanici, approvata il 16 dicembre dai delegati. Iniziano le consultazioni tra i lavoratori che finiranno con un Referendum.


300 delegati approvano

“Abbiamo il Contratto! La parola alle lavoratrici e ai lavoratori”. Sono titoli assenti dai telegiornali anche se la notizia c’è e riguarda l’ipotesi di accordo del rinnovo contrattuale dei metalmeccanici sottoscritta tra la Fim, Fiom e Uilm e la Federmeccanica-Assistal ma, come è ormai ordinario per gli eventi sindacali, non ci sono stati approfondimenti sui media. Nessuna notizia neanche per l’assemblea delle delegate e dei delegati di Fim-Fiom-Uilm del 16 dicembre che ha approvato l’ipotesi di contratto nazionale dei metalmeccanici sottoscritta il 22 novembre [1] mentre ora è in corso la consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori che si concluderà con il voto certificato tramite il referendum dei lavoratori nei giorni 18, 19 e 20 febbraio 2026 e con la sottoscrizione formale dell'accordo, come da lettera inviata alla Federmeccanica-Assistal il 24 novembre dai tre segretari generali di Fim-Cisl Ferdinando Uliano, Fiom-Cgil Michele De Palma, Uilm-Uil Rocco Palombella [2]. 

Sia chiaro. Non sono mancate critiche come ad esempio: “un risultato disastroso che si commenta da solo, e a tutto vantaggio della controparte”; oppure giudizi sintetici generali negativi sui contenuti come ad esempio: “Fim, Fiom e Uilm erano partiti chiedendo 280 euro di aumento in tre anni e una riduzione d’orario a 35 ore a parità di salario ma hanno firmato invece per 205 euro in quattro anni (2025-2028) allungando di sedici ore la flessibilità e cioè l’orario plurisettimanale, i sabati mezzo gratuiti non pagati come straordinario, i quali passano da 80 ore a 96 per la stragrande maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici. L’aumento si aggira tra i 185 e i 192 euro lordi”. La FLMU-Cub ha respinto [3] questa ipotesi di accordo perché le richieste dei sindacati confederali per il salario erano state 280 euro in tre anni e dovevano sforare i limiti imposti dall’indice IPCA, altra richiesta era stata l’orario di lavoro a 35 ore settimanali ed il contrasto alla precarietà, queste richieste per la FLM sembravano un'inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti ma, contrariamente alle aspettative, la vertenza contrattuale si è conclusa invece su ben altri contenuti rientrando nello schema di contrattazione previsto dal patto di fabbrica e dalla concertazione. Come si vede sono critiche rispettabili, certo, però non tengono conto della fase in corso che, a parere di chi scrive, prevedeva l’annullamento del contratto in sé. Comunque, al di là della validità delle critiche e dei giudizi negativi su questa ipotesi di accordo contrattuale in questo articolo, premesso che saranno i lavoratori metalmeccanici che voteranno questa ipotesi di contratto e chiaramente non altri per l’approvazione definitiva, non si analizzano i dettagli delle singole parti offrendo giudizi nel merito, ma si presenta una interpretazione politica di questa ipotesi contrattuale che rappresenta un risultato soprattutto politico che è stato raggiunto dai lavoratori metalmeccanici: non era scontato che in questa fase divenisse possibile e, questa ipotesi,  la si è sottoscritta naturalmente non gratis ma dopo una serie di lotte sindacali e con 40 ore di scioperi che hanno pesato molto sulle famiglie dei lavoratori. 

L’ipotesi di contratto assicura un aumento salariale sui minimi contrattuali di 205 euro al livello medio (C3) e resta in vigore la sponda di protezione per la difesa dei salari - che è in sé fondamentale in quanto svolge la funzione di salvaguardare in parte la struttura della parte economica del contratto, in quanto mantiene attiva la garanzia dell’adeguamento dell’indice IPCA-NEI che assicura l’incremento di un salario aggiuntivo in funzione della clausola di salvaguardia nel caso in cui l’inflazione dovesse avere dei picchi elevati negli anni di vigenza del contratto. Come è noto, la clausola di salvaguardia nell’ambito del rinnovo del contratto collettivo nazionale dei Metalmeccanici 2025-2028 è uno strumento che protegge il potere d'acquisto dei lavoratori dall'inflazione e viene attivato in caso di scostamenti significativi come i picchi inflazionistici registrati dall'indice IPCA-NEI. Tuttavia i rilevamenti dei dati inflazionistici sono al netto dei beni energetici importati rispetto agli aumenti salariali già stabiliti e sono per circa 205 euro di incrementi complessivi in 4 anni. Questa clausola, già presente in precedenti accordi contrattuali, assicura che gli aumenti retributivi abbiano valore oltre l'inflazione prevista garantendo un recupero salariale come è dimostrato anche negli accordi per le PMI, quindi questo sistema garantirà la difesa dei salari dall’erosione inflattiva, ma la dinamica dovrà essere controllata continuamente dalle organizzazioni sindacali e naturalmente devono essere maggiormente presenti nelle aziende anche se è un meccanismo totalmente autonomo e dovrà comunque essere seguito nella sua applicazione. 

L'IPCA-NEI è l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato al netto degli energetici importati ed è un indice ISTAT usato per adeguare i salari nei contratti collettivi, ma sempre escludendo, sia chiaro, l'impatto volatile dei prezzi energetici importati che rappresentano un grosso limite per il potere di acquisto dei salari e stipendi a causa delle dinamiche molto negative delle bollette del gas e dell’energia elettrica. Per il 2024 il valore ufficiale è stato stabilito all'1,3% ed ha determinando aumenti salariali a partire da giugno 2025. Questo indice è fondamentale per la contrattazione poiché misura l'inflazione di fondo ed è calcolato dall'ISTAT con una metodologia specifica che, ripetiamolo, non tiene conto dei prezzi energetici importati. 

L’ipotesi sottoscritta è importante per gli appalti, soprattutto per l’obbligo in capo alle aziende con più di 400 dipendenti di fornire alle Rsu uno schema informativo su ditte in appalto, normativa sul cambio appalto e per gli appalti di lunga durata. Sono oltre un milione e mezzo i lavoratori metalmeccanici in Italia e sono una parte importante dell’industria manifatturiera in generale. In particolare l’industria metalmeccanica si occupa della lavorazione dei metalli e della produzione di manufatti metallici impiegando anche prodotti semilavorati per realizzare beni finiti e rilevante è la meccanica strumentale, ossia quella produzione di macchinari e impianti destinati ad altri settori produttivi come l'industria tessile, l’agricoltura, l'edilizia o la fabbricazione industriale, poi ci sono i settori delle nanotecnologie, automotive, Astronautica, Aeronautica, Elettronica e informatica. 

A parte tradizionali lavorazioni non completamente automatizzate, in generale il settore metalmeccanico presenta un continuo aumento delle innovazioni tecnologiche e nel tempo il livello di studio dei lavoratori si è alzato ed hanno provocato nuovi processi professionali che oggi sono mirati contrattualmente ad affermare una formazione continua, prova eloquente è l’articolo 6, pp. 6-10 dell’ipotesi di accordo che rappresenta uno strumento importante per la formazione continua. Ecco il testo dell’introduzione: “Federmeccanica-Assistal e Fim, Fiom e Uilm, convengono sull’importanza della formazione continua quale strumento fondamentale per la valorizzazione dei lavoratori e per l’indispensabile incremento della competitività dell’impresa e la considerano, anche in virtù dell’introduzione del diritto soggettivo alla formazione continua di cui all’articolo 7, sez. IV, Titolo VI, un valore condiviso la cui realizzazione rappresenta un impiego partecipativo secondo quanto di seguito definito”.  

Ai lavoratori il compito di approfondire il percorso indicato, niente è dato per scontato ma se la formazione non è continuamente al centro di trattative sindacali decide soltanto l’azienda, quindi la formazione continua per i lavoratori è sempre una continua ricerca che ha relazioni dinamiche  con gli adeguamenti salariali in quanto l’orizzonte del potere di acquisto dei salari è in sintonia stretta con il risultato economico complessivo dell’azienda che, però, non è indipendente dall’impegno professionale dei lavoratori che si lega a sua volta anche alla passione professionale del lavoratore. 

L’ipotesi di contratto che è stata approvata dai delegati avrà certo un costo per le aziende ma sarà comunque complessivamente al di sotto dei profitti aziendali ed è da considerarsi un investimento aziendale. L’inflazione è un fenomeno economico che viene manovrato:  è aumentata del 17,9% tra il 2021 e il 2025 mentre il salario minimo tabellare è aumentato del 17% ed è quindi quasi in pareggio. Però si deve tenere conto che il merito non va alla forza contrattuale delle organizzazioni sindacali in quanto, come dire, la tenuta è dipesa da fattori esterni all'indice IPCA-NEI di riferimento che vengono calcolati al netto dei beni energetici importati cioè il costo del gas, ad esempio, che ha messo in crisi i bilanci delle famiglie non ha messo in crisi i bilanci delle aziende. In poche parole, il costo della vita reale non è entrato per intero nelle trattative sindacali come un dato-base cui fare riferimento, e l’adeguamento all’inflazione è quindi stato parziale perché è un calcolo automatico che alza la paga dei metalmeccanici a scadenza annuale ma si avvicina di poco ai prezzi che salgono; peraltro il taglio delle tasse Irpef in busta paga per la finanziaria 2026, ad esempio, di quei non moltissimi lavoratori che hanno redditi tra 28.000 e 50.000 euro che scenderà dal 35% al 33% lo pagherà lo Stato e non le aziende, e questo peraltro rappresenta Il cuore della finanziaria 2026 grazie a Giorgia & Company. Si ricorda che ci sono anche i buoni spesa, trattati come welfare, che sono certamente utili, ma non sono stipendio e non contribuiscono ad alzare il livello dei contributi pensionistici. L’aumento contrattuale complessivo è stato pari al 9,64% ed ha superato il tasso di inflazione programmato (7,20%) ma le bollette del gas e dell’energia elettrica nonché le spese sanitarie di analisi e visite mediche sono fuori dai costi del contratto e gravano sul livello della spesa alimentare e dei costi del tempo libero che si è quasi azzerato. 

Il contratto era scaduto a giugno del 2024 ed è stato rinnovato dopo 17 mesi durante i quali si è consumata una rottura del tavolo delle trattative che è stato molto agitato dai media, ed è ripreso il 15 luglio 2025 grazie alla mobilitazione dei metalmeccanici. Inoltre, ricordiamolo, ci sono state 40 ore di sciopero che hanno avuto un peso per le famiglie e varie sono state le manifestazioni in tutt’Italia. L’interrogativo che si pone è cosa farà questa categoria di lavoratori rispetto ai problemi aperti nel paese e c’è da rilevare che per la finanziaria 2026 il movimento sindacale si è diviso: purtroppo, la Cgil da sola ha proclamato lo sciopero il 12 dicembre dopo che c’era stato un altro sciopero il 28 novembre proclamato dalla USB-Unione Sindacale di base, e la Cisl il 13 dicembre ha manifestato in Piazza Santi Apostoli a Roma chiedendo il miglioramento della manovra finanziaria ed ha chiesto  un Patto e cioè una nuova concertazione [4].

La finanziaria che il parlamento approverà, denominata anche “finanziaria  dei ricchi” per le note normative fiscali dell’Irpef che abbiamo richiamato, farà decollare un ulteriore aggravamento delle condizioni delle famiglie in quanto il potere di acquisto dei salari, stipendi e pensioni continuerà a diminuire, peraltro con un focus sul riarmo in generale e in particolare la costruzione e l’acquisto di nuovi armi. Il governo si è dato l’obiettivo di incrementare la  Difesa e onorare la promessa fatta alla Nato; e quindi la legge di Bilancio in esame al Parlamento presenta una serie di investimenti nella Difesa tra missili, caccia, elicotteri, fregate e blindati. Incrociando i dati degli allegati vari e dell’ultimo documento programmatico di finanza pubblica i media hanno diffuso la notizia che nel triennio 2026-2028 il settore della difesa assorbirà il 40,9% della previsione del ministero delle Imprese e del Made in Italy. In cifre: sui 25,16 miliardi di euro allo sviluppo della difesa andranno 10,29 miliardi di euro. L’obiettivo della UE è di rafforzare rapidamente la capacità militare anche a costo di dirottare risorse da pensioni, sanità e welfare. Ecco quindi che ai metalmeccanici, in finale di questo articolo, si chiede se vogliono attivarsi per rilanciare complessivamente il movimento sindacale del quale fanno parte contro queste politiche che stanno portando, peraltro, ad uno stato di guerra strisciante e che non ha giustificazione alcuna.

Possibile che dobbiamo accettare che per centrare l‘obiettivo della NATO del 2%, l’Italia debba avvicinarsi a quota 1,5% del PIL in armi (e anche di più considerando il bilancio integrato)? Le spese del Ministero della difesa che saranno autorizzate dalla legge di bilancio 2025-2027 (LDB - Legge 207/2024) per il 2025 saranno pari a 31.298,4 milioni di euro soltanto in termini di competenza e rappresentano oltre il 3 per cento (3,4%) delle spese finali del bilancio dello Stato. A fronte di queste spese la sanità pubblica è inadempiente e crea spazio per business alla sanità privata: in pratica la sanità pubblica è come se non ci fosse, e purtroppo molte famiglie non hanno le disponibilità finanziarie per curarsi e c’è anche il problema serio della spesa alimentare che sta diminuendo di qualità. Si spera che i metalmeccanici, storica categoria di lotta, contribuiscano a dare un contributo di lotta su questi temi per provare ad invertire insieme la tendenza in corso che, se non verrà bloccata, ci porterà tutti in un vicolo cieco.  

Note:

[1] (chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.fiom-cgil.it/attachments/article/12603/ipotesi%20di%20accordo%20ccnl%20federmeccanica%20assistal%2022-11-2025.pdf).

[2] (chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.fiom-cgil.it/attachments/article/12603/25_11_24-lettera-per_validazione_ipotesi_accordo.pdf)

[3] (https://cub.it/flmu-cub-respinge-il-rinnovo-ccnl-di-fim-fiom-uilm/).

[4] (https://www.cisl.it/notizie/primo-piano/manifestazione-nazionale-cisl-a-p-zza-ss-apostoli-a-roma-migliorare-la-manovra-costruire-un-patto-fumarola-al-governo-apriamo-una-nuova-stagione-di-concertazione-per-trovare-soluzioni-e-decider/).

26/12/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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