L’aborto è normale, l’aborto è legale. ‘Elogio’ del presidente Donald Trump per le donne, per i diritti LBGT e per la sua posizione ‘pro-life’ sull’aborto. Il 45esimo uomo della poltrona d’America appena insediato (20 gennaio scorso) è noto per le sue esternazioni poco piacevoli nei confronti del gentil sesso.
È di qualche giorno fa la notizia che il magnate di destra per eccellenza made in USA ha cancellato i finanziamenti del governo federale a tutte le organizzazioni che praticano o fanno informazione sulle interruzioni di gravidanza nel mondo, come già Reagan e George W. Bush prima di lui. Questo uno dei primi ordini esecutivi – sotto il nome di “Mexico City Policy” ‒ di Donald Trump che ha suscitato non poche polemiche tra pro e contro dell’aborto dal momento che si tratta di un diritto giuridico protetto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Un provvedimento che, da quando fu introdotto dall'amministrazione repubblicana nel 1984, è stato revocato dalle amministrazioni democratiche e reintrodotto da quelle repubblicane che si sono succedute. L'ultima volta era stato il presidente Barack Obama a cancellare il bando.
Insomma tutto molto Trump, che rivela ancora una volta la mancanza di rispetto per la donna – proprio lui che dice di ammirarle – nella sua libertà di decidere se mandare avanti una gravidanza o no. Non è questione di religione, credo e valori: ma una posizione che mette ancora una volta le donne in una condizione subalterna di inferiorità e il governo in questo caso, non dovrebbe regolare la moralità. E non si tratta di promuovere una ‘cultura della vita’ ma del diritto di scegliere in primis in barba a una politica di genere sessista e stereotipata.
Tagli ai fondi delle Ong. Con la “Mexico City Policy” le ONG che in tutto il mondo provvedono assistenza sanitaria e informazioni alle donne che scelgono di interrompere una gravidanza, non riceveranno più un soldo dall’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale, uno dei più grandi finanziatori al mondo delle organizzazioni che lavorano nei paesi in via di sviluppo. Organizzazioni non governative come Pathfinder International, che ha sede in Massachusetts e si occupa di diffondere la contraccezione, la prevenzione della trasmissione dell’HIV e le cure a madri e bambini in venti paesi tra Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina, dovranno scegliere se rifiutare i finanziamenti del governo federale americano.
Pura retorica egocentrica. Il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer ha riferito ai giornalisti: “È risaputo che il presidente ha posizioni pro-life, lo ha fatto sapere in modo chiaro”. Spicer ha usato l’espressione “pro-life”, letteralmente “a favore della vita”, che negli Stati Uniti è usata come autodefinizione dalle associazioni che vogliono rendere illegale l’aborto e a cui si oppongono i gruppi cosiddetti “pro-choice”, letteralmente “a favore della scelta”. Spicer ha anche detto: “Il presidente vuole difendere tutti gli americani, anche quelli che non sono ancora nati, e penso che la reintroduzione di questa norma non sia soltanto un modo per riflettere questo valore ma anche per rispettare i contribuenti”. E quindi per difendere gli americani, il tycoon repubblicano taglia le gambe all’operato delle Ong e darà modo di incrementare le pratiche di aborto clandestino con gravi ricadute sulla salute sociale.
“Diritti” LGBT cancellati dal sito della Casa Bianca. Ma non è tutto. Il secondo importante atto in netta discontinuità del diktat etico dell’establishment globale, è stata l’immediata rimozione dal sito della Casa Bianca dell’intera sezione dedicata ai “diritti” LGBT.
Ora collegandosi alla pagina web LGBT si viene accolti da un messaggio che afferma testualmente: “Iscriviti per avere aggiornamenti sul presidente Donald J. Trump!” e “Spiacenti, la pagina che stai cercando non è stata trovata” accanto al nuovo logo presidenziale del presidente. Questa l’altra perla del magnate Donald Trump: aveva promesso di “rivoltare i banchi” e lo ha fatto. Ti meriti una standing ovation mister president.