LUGANO. La difficoltà di portare 15 autori con i loro gruppi per le due serate a Mendrisio e le tre serate a Lugano, organizzazione e costi, hanno imposto a chi da 41 anni ha elevato il festival di musica jazz, poi anche di word music, al rango di evento internazionale atteso e partecipato da migliaia di appassionati a un ridimensionamento che non va a discapito della qualità.
Purtroppo Marcin Patrzalek, uno dei nomi eccellenti, ha dovuto dare forfait a causa di un incidente stradale. C’è stato, a sostituirlo, il geniale chitarrista svedese Ulf Wakenius che il pubblico di EstivalJazz ha conosciuto nel 2012 sul palco di Mendrisio in duo con la straordinaria cantante Youn Sun Nah. Musicista di assoluto prestigio internazionale, Wakenius dal 1997 al 2007 ha fatto parte del quartetto di Oscar Peterson suonando durante la sua carriera con un numero impressionante di altre celebrità jazzistiche, ricevendo tra l’altro una nomination ai Grammy Awards e numerosi altri riconoscimenti internazionali.
La musica di Estival è ripartita giovedì dalla sua piazza storica. Superata con successo la boa della quarantesima edizione, lasciate alle spalle le 20 edizioni di Mendrisio, Estival ha ritrovato un nuovo e deciso rilancio grazie all’arrivo del nuovo sponsor che, assieme a tutti gli altri sostenitori che hanno confermato la loro adesione, ha permesso a Estival di continuare a offrire un cartellone artistico di grande richiamo e arricchire la proposta turistica e culturale della Città di Lugano. Con questa felice prospettiva, l’organizzatore Andreas Wyden e il direttore artistico Jacky Marti hanno finalmente potuto tirare il fiato e lavorare a pieno ritmo per allestire il cartellone della edizione n. 41 con immutate garanzie di qualità: le stesse a cui è stato ormai abituato il suo numeroso e fedele pubblico per un appuntamento straordinario e ricco di nomi altisonanti.
Da giovedì 4 a questa sera è tornata a splendere nella sua unicità la storica piazza di Lugano con le luci sul palco principale allestito in Piazza della Riforma per nove strepitosi concerti con i protagonisti del Gotha mondiale della musica contemporanea preceduti da tre appuntamenti in pre-serata organizzati nell’adiacente Villaggio Estival.Tre serate dunque che hanno risposto a ciò che preannunciavano: uniche all’insegna della grande musica e di personaggi di altissimo livello in un’appassionante scorribanda fra i generi, i ritmi e i colori della nostra contemporaneità musicale. Anche nel 2019 tutti i concerti di Estival Jazz Lugano sono stati gratuiti. La RSI–Radiotelevisione Svizzera, sempre presente in qualità di Host Broadcaster ha assicurato la copertura radiotelevisiva dei concerti.
Un weekend imperdibile per migliaia di appassionati della qualità musicale. Le prime note che hanno scandito l’apertura ufficiale di Estival sono state quelle affidate alla chitarra di Ulf Wakenius, preludio per l’ingresso dell’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) con il suo prestigioso ospite: una presenza che non è potuta mancare e che è stata vissuta da tutti come una sorta di tradizione per l’esordio della manifestazione. Diretta dal Maestro Mariano Chiacchiarini, quest’anno l’OSI ha accompagnato il pianista, chitarrista e compositore congolese Ray Lema, un’icona della musica africana, forse fra gli artisti più eclettici che si sono esibiti sul palco di piazza della Riforma. La sua musica è un insieme di Jazz, Afro-Beat e Classica, tutto ciò che ha accompagnato e rappresenta la sua vita.
Musicista precoce, Ray inizia a 12 anni suonando l’organo in chiesa. Poi arriva il pianoforte con le sue prime ispirazioni, a cominciare dal genio di Fela Kuti di cui è stato direttore d’orchestra. Vicino alla musica tradizionale, la maggiore influenza stilistica gli deriva dalla passione per il grande Jazz di cui adora la libertà e i suoi universi musicali. Nella formazione che l’accompagna spicca la presenza di Etienne Mbappè, il bassista camerunese famoso in tutto il mondo per il suo energico virtuosismo, ma anche per i guanti neri che indossa durante i concerti. Molti lo hanno ricordato ospite di Estival nel 2010 con Bill Evans e Robben Ford. Per chiudere in bellezza la serata, sul grande palco cittadino è stata protagonista la voce calda, profonda e inconfondibile di Mario Biondi. Di origine catanese, Mario da sempre è appassionato di musica Soul, un genere che lo accompagna fin dagli esordi aprendo alcuni concerti di interpreti e autori del panorama internazionale di assoluto livello come Ray Charles. Amico di lunga data del Ticino, Biondi è sulla breccia da molti anni e ha duettato con i più grandi artisti realizzando innumerevoli tournées esibendosi nei maggiori teatri del mondo. È stato protagonista di importanti concerti nei principali festival Jazz in Italia e in Europa. Dopo essere stato ospite qualche anno fa a Estival Nights, Mario Biondi torna a Lugano accompagnato da un gruppo jazz con un progetto che rende omaggio alle sue grandi doti di crooner.
Venerdì la secvonda serata di Estival si è avviata con i ritmi e le atmosfere del grande Jazz con la batteria di Billy Cobham, grande amico di Estival e uno dei batteristi più apprezzati già alla fine degli anni ‘60. Dapprima accompagnando la tromba di Miles Davis poi con la Mahavishnu orchestra. Da allora Billy è stato uno dei più acclamati musicisti nell’ambito del Jazz, della Fusion e del Rock. Il suo drumming è inconfondibile per velocità e potenza, un cocktail di energia esplosiva, virtuosistica e creativa che ha contagiato i palchi internazionali più prestigiosi esibendosi con orchestre sinfoniche, big band di altissimo livello, con gruppi da lui capeggiati o insieme a leggende della musica contemporanea da Clark Terry a Duke Pearson, Thad Jones, Mel Lewis fino ai Blood, Sweet & Tears, Horace Silver, i Jazz Messengers di Art Blackey, John Abercrombie e molti altri ancora. Un passaporto invidiabile per Billy Cobham accompagnato dalla sua band e arricchita dalla prestigiosa presenza del trombettista Randy Brecker, artista dai cinque Grammy e dalla carriera straordinaria. La serata è proseguita all’insegna del Jazz di qualità con la luminosa bravura di Zara McFarlane, una delle stelle più brillanti del Jazz contemporaneo. Voce calda, avvolgente e dotata di una tecnica straordinaria, Zara è una delle artiste più riconosciute e rispettate del nuovo Jazz inglese. Dalle origini giamaicane, Zara è nata e cresciuta tra l’East London e l’Essex. I suoi primi ascolti, quelli preferiti, sono stati per Sarah Vaughan e Nina Simone, ma anche per Michael Jackson e Lauryn Hill. Vincitrice di molti premi, cantautrice e interprete, la McFarlane è ambasciatrice di un sound eloquente e provocatorio, fra melodie jazz, reggae e nu-soul che l’avvicinano alla tradizione musicale afro-caraibica dando loro nuova slancio, tra Calypso, Spiritual, Funk e Dub. E’ stata una scoperta di Estival dedicata al pubblico degli appassionati. Per concludere in bellezza la seconda serata, il palco è ancora al femminile per il ritorno della grande tradizione brasiliana, in particolare con il Samba di Mart’nália, musicista, percussionista, cantante e compositrice. Una delle artiste più complete che io conosca, sottolinea suo padre, il grande Martinho da Vila. Dal timbro speciale, il suo canto è nero, dolce e swingante e le sue composizioni nascono da diverse ispirazioni. Nata a Rio de Janeiro, Martnália è sempre stata circondata dalla musica. La sua carriera inizia presto, all’età di 16 anni, come vocalist al seguito del padre. Incide il suo primo disco di Samba nel 1985 e dal 1994 si unisce al gruppo del percussionista Ivan Lins e fra i suoi mentori può annoverare nomi come Caetano Veloso e Maria Bethânia.
Serata di assoluto prestigio quella di questo sabato, pensata per chiudere in bellezza la 41. edizione di EFG Lugano Estival Jazz.Il programma inizia tra i profumi locali con la big band della Scuola di Musica Moderna (SMUM) schierata sul palco per festeggiare con la sua città i suoi primi 25 anni. Si può dire che la SMUM è nata da una costola di Estival, è stata infatti fondata nel 1994 grazie ai suoi mentori originari: il trombettista e compositore luganese Franco Ambrosetti, il batterista Guido Parini, il chitarrista Giorgio Meuwly e il clarinettista e sassofonista Duca Marrer, scomparso nel 2009. Per celebrare la ricorrenza, Estival ha voluto chiamare sul palco una formazione che, oltre ai fondatori della SMUM, comprende diversi suoi docenti, musicisti fra i più affermati a livello internazionale come Gabriele Comeglio, Emilio Soana, Danilo Moccia, Mario Rusca. Per citarne solo alcuni. In scena c’è da ascoltare con attenzione la prestigiosa tromba di Franco Ambrosetti, raffinato interprete e grande improvvisatore, sulla breccia dagli anni ’60, affiancato dal sax del figlio Gianluca. Ospite d’eccezione lo straordinario jazz performer Bobby Watson, un sassofonista di grandissima esperienza e storico amico di Estival. Decisamente delle nozze musicali d’argento di tutto rispetto. Il secondo concerto è un atteso ritorno, quello di Marcus Miller.
Ai vertici da più di trent’anni, Marcus è fra gli artisti più influenti del nostro tempo. Vincitore di due Grammy Award, nel 2013 l’UNESCO l’ha nominato Artista per la Pace. Bassista straordinario, il suo personalissimo sound è una combinazione di stili fra Funk, Groove, Soul e pura abilità tecnica acquisita al fianco di artisti come Kenny Washington e Miles Davis, con cui ha realizzato incisioni entrate nella storia come “Tutu” e “Music From Siesta”. Maestro di “slapping”, Miller ha collaborato, fra gli altri, con Herbie Hancock, McCoy Tyner, David Sanborn, Roy Hargrove, James Carter, Wayne Shorter, Maceo Parker… ma anche con Frank Sinatra ed Elton John. Insomma, un gigante del Jazz contemporaneo che torna dopo 11 anni a infiammare la piazza di Estival. E per chiudere un ritmo travolgente, con un mix di Flamenco, Salsa e Jazz per siglare il finale della manifestazione Estival ha voluto chiamare i Patax, un gruppo eccezionale, una locomotiva di ritmo e colori per una valanga di vitalità. La band arriva dalla Spagna seguendo la traiettoria di artisti della Fusion come i Weather Report, Chick Corea Elektric Band, Frank Zappa, Herbie Hancock e Joe Zawinul. Il loro progetto è anche un’eredità naturale del Jazz degli Irakere, di Wayne Shorter, Miles Davis, Hermeto Pascoal e Paco de Lucía, introducendo la Fusion a un nuovo livello di comunione ritmica e musicale con l’inserimento del Flamenco e del Folclore afrocubano. Insomma, tutti ingredienti saporiti e indispensabili per realizzare una magica ricetta musicale che fa ballare. E si suda, si vive, ci si diverte con una splendida conclusione!