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Gli obiettivi reconditi della guerra del gas
Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream è una mossa che penalizza e destabilizza i paesi dell’Unione Europea e avvantaggia gli Usa sia sul piano economico che geostrategico. Di fronte alle pesanti conseguenze di questo atto terroristico e delle sanzioni alla Russia, occorre mobilitarci per chiedere l’uscita dell’Italia dalla guerra.
Price-cap: la mossa del Draghi
Un tetto al prezzo del gas e del petrolio russo non è possibile, all’interno della visione liberista, se non mediante gli aiuti di Stato, almeno che non si voglia percorrere la strada avventurista che potrebbe condurre all’embargo di queste materie prime.
Il patto a tre per L’Italia. La ricetta padronale per la ripresa economica e il neokeynesismo di guerra
Confindustria spiega come superare la crisi in corso e le soluzioni annunciano tagli ai salari e la contrazione dei diritti sociali. Saranno lavoratrici e lavoratori a pagare i costi della guerra.
Quanto ci costa l’atteggiamento della Nato e degli Stati Uniti verso la Russia?
L’espansione della Nato ha spinto la Russia all’intervento. Le conseguenze delle sanzioni e della guerra apriranno un’altra fase storica e su chi ricadranno?
No alla guerra in Ucraina!
Lo scorso sabato decine di manifestanti si sono riuniti a Roma in piazza Barberini per protestare contro la guerra in Ucraina e in solidarietà alle repubbliche popolari del Donbass.
A tutto gas!
La pietra d’inciampo siriana
L’accordo Cina Russia per l’energia
Per capire da dove prende le mosse lo storico accordo del maggio 2015 tra Cina e Russia per la fornitura di gas, bisogna muoversi tra i dati relativi all’ultimo decennio , periodo in cui il Regno di Mezzo cominciò a rivedere le sue politiche energetiche anche alla luce di problemi ambientali e di salute sociale, e mise le basi per il futuro accordo venuto a conclusione il mese scorso.
Il garbuglio dei gasdotti. Morto il “South Stream” la Russia va in Turchia
Il transito del gas via Ucraina per i consumatori europei sarà sospeso nel 2019 mentre le prime forniture arriveranno in Turchia nel dicembre 2016. Fino ad allora l’Europa avrà bisogno di gasdotti di transito per lo stoccaggio gas in Turchia o al confine greco ma percorsi alternativi all’Ucraina.