Videolezione: Fenomenologia dello spirito

Proseguiamo la pubblicazione del corso di filosofia: Le origini filosofiche del marxismo: la filosofia di G.W.F. Hegel, tenuto dal prof. Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci con la terza videolezione Fenomenologia dello spirito: La coscienza, l’autocoscienza e la ragione osservativa



Link agli articoli usciti su questo giornale in cui sono approfondite le questioni affrontate nella video lezione: “La fenomenologia dello spirito”; “Fenomenologia dello spirito II parte”; “Fenomenologia dello spirito III parte”; “Fenomenologia dello spirito IV parte”; “Fenomenologia dello spirito V parte”; “Fenomenologia dello spirito VI parte”; “La coscienza infelice”; “Il momento Ragione della Fenomenologia dello spirito”.

Introduciamo i temi fondamentali della Fenomenologia dello spirito, al contempo prima parte e introduzione al sistema hegeliano

Dopo aver definito, in funzione delle sue lezioni, i lineamenti fondamentali del suo futuro sistema delle scienze filosofiche in tutte le sue principali determinazioni, Hegel si sente ormai pronto a passare alla stesura definitiva, cominciando a scrivere la prima parte, ovvero l’introduzione allo studio delle scienze filosofiche costituita dalla Fenomenologia dello spirito. Hegel ultima tale scritto nel 1807, proprio nei giorni in cui Napoleone entra da trionfatore a Jena, dopo aver sgominato l’esercito prussiano nell’omonima battaglia ed estende il dominio della Francia, profondamente rinnovata dalla Rivoluzione francese, sulla Germania dove ancora era sostanzialmente dominante l’ancien régime.

Tale evento, di portata storica universale, ossia l’affermazione anche nell’Europa centrale delle istituzioni moderne borghesi, affermatesi in Francia nel corso della Rivoluzione, è per Hegel un’ulteriore conferma di vivere in un periodo in cui si sta chiudendo un’era della storia del mondo, l’epoca cristiano-feudale, e se ne sta aprendo un’altra, ovvero quella del mondo borghese-moderno. Si tratta, perciò, dell’epoca più adatta all’elaborazione di un nuovo sistema filosofico in grado di ricomprendere in sé concettualmente l’intera epoca precedente, dal momento che la nottola di Minerva, simbolo della filosofia, si leva sempre in volo unicamente sul far della sera, quando una grande azione storica si è compiuta e una civiltà è ormai giunta al suo tramonto, dalle cui ceneri sorgerà una nuova e superiore epoca della storia universale (prosegui qui la lettura dell’articolo).

“Non si può comprendere perfettamente Il Capitale di Marx – osserva Lenin nei suoi Quaderni filosofici – e in particolare il suo primo capitolo senza aver studiato a fondo e compreso tutta la Logica di Hegel. Quindi nessun marxista ha compreso Marx da mezzo secolo a questa parte”. Tanto che Lenin, due anni prima della sua morte, in un articolo consacrato al materialismo militante e che ha dunque lo statuto di una sorta di testamento filosofico, non reclama la fondazione di una “società per lo studio della dialettica marxista”, bensì di una “società degli amici materialisti della dialettica hegeliana” [V. I. Lenin, Sul significato del materialismo militante, 1922].

Del resto lo stesso Marx fa vanto a Hegel, a questo “individuo colossale al quale dobbiamo tanto” [K. Marx, Marx-Engels Werke, XXXIII, p. 665], che egli “per primo comprese la storia della filosofia nel suo insieme” [K. Marx, “Lettera a Lassalle” del 1858 in Marx-Engels Werke, XXIX, p. 549] Inoltre nella Postazione alla seconda edizione de Il capitale Marx sostiene d’aver “civettato” con Hegel ed esprime disprezzo nei confronti dei suoi contemporanei, “epigoni pretenziosi e mediocri” che continuano a denigrare Hegel dilettandosi a trattarlo “da ‘cane morto’”. Anche perché Hegel “è stato il primo ad esporre le forme generali del movimento [dialettico della realtà] in modo ampio e cosciente” [K. Marx, Marx-Engels Werke, XXIII, p. 27].

Infine ha osservato Bertolt Brecht: “Una conoscenza più o meno completa del marxismo costa oggi dai venti ai venticinquemila marchi-oro [oggi pari a 100 mila euro], e senza tutte le finezze e i dettagli. Per meno non si ottiene niente di veramente buono, al massimo un marxismo di mezza tacca, senza Hegel o senza Ricardo”. [Dialoghi di profughi].

Proprio per questo, dopo aver in lungo e largo esposto il pensiero di Marx nei precedenti anni accademici, abbiamo deciso di dedicare un corso dell’Università popolare Antonio Gramsci a: “Le origini filosofiche del marxismo: la filosofia di G.W.F. Hegel.

Clicca su questo link per continuare a leggere la presentazione del corso.

11/07/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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