La costruzione dell’economia marginalista, o neoclassica viene radicalmente criticata da Sraffa sia per le assunzioni irrealistiche che per la sua logica interna. Il suo fine era di rivitalizzare e rendere coerente la teoria classica di Ricardo e di Marx. Tuttavia il suo modello è stato utilizzato da alcuni seguaci della sua scuola e da altri economisti borghesi per confutare la teoria marxiana, aprendo un dibattito lunghissimo.
La scuola del circuito monetario riprende invece l’idea del sistema economico come un processo circolare in cui intervengono, con ruoli diversi, le classi sociali (banchieri, capitalisti e lavoratori). Sviluppando un’intuizione abbozzata da Marx nel libro II del Capitale, emerge che il capitalismo non può funzionare senza il credito perché la moneta messa in circolazione per acquistare la forza-lavoro è inferiore a quella che servirebbe per realizzare il plusvalore.