III videolezione: dal Simposio di Platone alla dialettica e il bene

Proseguiamo la pubblicazione delle videolezioni del corso di filosofia: “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”. Secondo ciclo: “Dall’utopia comunista di Platone al realismo immanentistico di Aristotele” – tenuto dal professor Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci – con il video della terza lezione: “Dal Simposio di Platone alla dialettica e il bene”.


Le due precedenti videolezioni del corso di filosofia sono state pubblicate nell’ultimo e penultimo numero di questo settimanale. Il corso, tenuto ogni mercoledì alle 18 da Renato Caputo, proseguirà con le seguenti lezioni:

4) La Repubblica di Platone – mercoledì 22 settembre ore 18

5) Gli ultimi dialoghi platonici – mercoledì 29 settembre ore 18

6) L’ultimo Platone e l’introduzione ad Aristotele – mercoledì 6 ottobre ore 18

7) La metafisica di Aristotele – mercoledì 13 ottobre ore 18

8) Dalla fisica alla logica di Aristotele – mercoledì 20 ottobre ore 18

9) Dalla logica alla gnoseologia di Aristotele – mercoledì 27 ottobre ore 18

10) Dall’etica alla retorica di Aristotele – mercoledì 3 novembre ore 18

I video delle nuove lezioni saranno pubblicati nei prossimi numeri de “La Città Futura”. Per maggiori informazioni andare alla sezione Iniziative di questo giornale.

1. Versione cartacea dell’introduzione alla presente videolezione:

Nel Simposio di Platone sono presenti figure importanti della cultura e della politica ateniese. I convitati decidono di pronunciare a turno un encomio a Eros (in particolare all’amore omosessuale). Aristofane si affida a un racconto mitologico sulla natura degli uomini: gli uomini in origine erano rotondi e c’erano tre sessi: maschio, femmina e androgino. Zeus li divise a metà per dimezzare la loro forza, condannando ogni metà alla ricerca dell’altra perduta. L’eros è quindi la percezione di una mancanza, il bisogno dell’intero, di recuperare l’unità perduta.

Il discorso di Socrate

Eros non è l’amato ma è l’amante. L’amore è desiderio e si desidera ciò di cui si è privi. Quindi Eros non è bello, ma aspira al bello, non è sapiente, ma mira alla sapienza. È figlio di Povertà (Penia) e di Espediente (Poros), è quindi mancanza, ma ha gli strumenti per procurarsi ciò cui aspira.

La natura erotica della filosofia

Eros è filosofo in quanto aspira a una scienza che non possiede, è caratterizzato dalla ricerca e la filosofia ha una natura erotica in quanto è amore, desiderio di sapere. La filosofia ha quindi questo aspetto tensionale capace di operare mediazioni. Verso l’alto attraverso la conoscenza dei corpi belli si raggiunge il bello ideale, è un processo educativo che conduce dal sensibile all’intelligibile, non solo con l’intelletto, ma anche con la volontà. Verso il basso, in quanto la conoscenza delle idee induce il filosofo ad applicare nel mondo le norme ideali, mirando a realizzare una società perfetta.

Il cammino in comune

Il percorso erotico e filosofico riguarda tutti gli aspetti della vita dell’uomo e per raggiungere la sapienza è necessario uno scambio reciproco tra amanti. Socrate era interessato a un cammino comune, dal corpo all’anima, un rapporto paritetico e una ricerca in comune.

La Repubblica 

Lo spazio della filosofia viene a collocarsi fra la reminescenza e l’eros – la tensione verso una bellezza incorporea che sta dopo la morte. In tal modo, però, la filosofia rischia di eludere i compiti della riforma etica e politica. Sorge allora con La Repubblica un altro percorso per l’anima, che ha come sfondo la polis.

Il parallelismo tra polis e anima

La psiche ha tre centri motivazionali: la ragione o anima razionale che ha sede nel cervello, l’emozione o anima impulsiva, irascibile, che ha sede nel cuore, e il desiderio che ha sede nel ventre. La vita dell’uomo dipende dal prevalere di un livello della psiche. Se a prevalere è la ragione, abbiamo uomini saggi, se prevale il cuore abbiamo uomini coraggiosi, se prevale il desiderio abbiamo schiavi del corpo, che devono sviluppare la virtù della temperanza quale capacità di controllare i desideri.

Lo Stato giusto organizzato in tre ceti sociali

C’è corrispondenza tra natura psichica e l’attività si è chiamati a svolgere nella comunità. Su questa base antropologica si suddividono razionalmente gli uomini in ceti sociali. Ai ceti non si appartiene per nascita, ma per le attitudini che si dimostrano. Ai filosofi, in cui domina la ragione, è affidato il compito di governare; ove prevale l’impeto abbiamo i guardiani, il cui compito è proteggere la polis, la maggioranza, in cui domina il desiderio, sarà affidato il lavoro produttivo, necessario a fornire i beni necessari alla riproduzione dell’intera società.

Platone istituisce un parallelismo tra psiche e polis dotate di una struttura tripartita. Su questa base antropologica è possibile una suddivisione razionale degli uomini in ceti sociali. Ai ceti non si appartiene per nascita, ma per le attitudini che si dimostrano.

Analogia tra microcosmo (psiche) e macrocosmo (polis)

All’anima razionale corrisponde la sapienza: la conoscenza dei valori assoluti cui ispirare la pratica politica. L’anima impetuosa ha il coraggio: la capacità di sacrificarsi nell’interesse di tutti. L’anima concupiscibile ha la temperanza: la capacità di tenere a freno gli istinti e accettare la funzione dirigente degli altri gruppi sociali.

L’essenza della giustizia

consiste nel rapporto gerarchico e armonico tra le parti in cui ognuna svolge il compito per il quale è portata. Come giusta è la psiche in cui è egemone la parte razionale con il consenso di quella emotiva-impulsiva, alle quali sarà spontaneamente subalterna la componente concupiscibile, così una società sarà giusta se a governarla saranno i filosofi sulla base dell’interesse generali, se i guerrieri seguiranno le loro indicazioni tenendo a freno le passioni della maggioranza concupiscente, se i produttori lavoreranno tenendo a freno il desiderio. 

Non è più, dunque, necessario immaginare la liberazione dell’anima dal corpo, in quanto una vita felice è possibile in questo mondo, più ci si avvicinerà alla realizzazione di una società giusta.

Per continuare a leggere la versione cartacea dell’introduzione alla videolezione clicca qui.

2. Presentazione del corso

La nostra cultura e civiltà è in buona parte fondata su due decisivi pensatori che, nei loro sistemi, hanno sintetizzato larga parte del precedente sviluppo filosofico e scientifico. Inoltre, essi costituiscono la base non solo della cultura ellenistica e cristiana tardo antica, ma della civiltà araba, medievale, umanistica e rinascimentale. Continueranno ad avere un’enorme influenza anche sulla successiva cultura moderna borghese, a partire dalla Rivoluzione scientifica e almeno fino al suo esponente più progressivo: G.W.F. Hegel. Attraverso quest’ultimo Platone e Aristotele hanno indirettamente influenzato la cultura contemporanea marxista, fino ai giorni nostri, si pensi a quanto sia direttamente e apertamente debitrice da Platone l’idea di comunismo di Alain Badiou, uno dei più affermati pensatori comunisti viventi a livello internazionale. Peraltro l’opera di Platone e Aristotele ha un’influenza così ampia e millenaria sul nostro modo di pensare, di esprimerci e di agire da non essere nemmeno avvertita dalla stragrande maggioranza degli uomini. Anche se essi – essendo tali pensieri così tanto e da così lungo tempo caratterizzanti parte significativa della cultura e civiltà umana – non ne sono consapevoli.

Dunque, per divenire finalmente pienamente consapevoli di questi capisaldi della nostra cultura e civiltà – tanto che per secoli i pensatori si sono divisi in platonici e aristotelici – e per meglio intendere gli stessi grandi pensatori moderni e contemporanei che ne sono stati, in maniera diretta o indiretta, influenzati, ci pare necessario offrire all’inizio dell’anno accademico 2021-22 dell’Università popolare Antonio Gramsci un corso introduttivo alle concezioni del mondo elaborate da Platone e Aristotele. Questi incontri avranno un valore propedeutico allo sviluppo, negli anni successivi, del nostro corso di controstoria della filosofia in una prospettiva marxista. In effetti, non è possibile comprendere pienamente e padroneggiare gli sviluppi successivi del pensiero e del modo di agire degli uomini, del loro modo di organizzare la comunità umana, senza aver ben presenti queste due colonne portanti della cultura e civiltà umana.

Nello spirito dell’Università popolare, il corso sarà rivolto a tutti coloro che hanno interesse ad apprendere e a confrontarsi dialetticamente, nell’ampio dibattito che si svilupperà al termine di ogni lezione, riguardo a tali problematiche. Quindi il corso è pensato, in primo luogo, per i filosofi della prassi (nel senso letterale del termine), ovvero per coloro che amano accrescere, nel dialogo collettivo, la propria conoscenza del mondo, per poter contribuire a trasformarlo, possibilmente in modo radicale.

In effetti, come vedremo, lo stesso spirito dell’utopia che anima i filosofi della prassi ha le sue origini e i propri fondamenti proprio nel pensiero di Platone, nel quale incontriamo peraltro la prima grande teorizzazione della società ideale, ovvero della società comunista. Un ideale che sarà ripreso e sviluppato in tutte le epoche successive, mantenendo un legame diretto con Platone almeno fino al diciassettesimo secolo, per poi cercare di superarlo in modo dialettico, in maniera più o meno consapevole. In Aristotele troveremo, al contrario, il padre nobile dell’altra grande corrente del pensiero politico e sociale, la corrente del realismo che confluirà, insieme all’utopismo platonico, nel marxismo, che li sintetizzerà, superandoli dialetticamente.

Più in generale Platone darà uno sviluppo decisivo al pensiero dialettico, talmente grande e influente da essere in qualche modo eguagliato solo da Hegel e Karl Marx. Mentre il pensiero di Aristotele ha offerto un apporto essenziale all’affermazione della moderna concezione filosofico-scientifica del mondo, di contro alla tradizionale visione mitologico-religiosa. Da questo punto di vista Aristotele è alla base di tutto il pensiero radicale immanentistico, che sarà elemento portante del marxismo scientifico a partire dai suoi padri nobili Marx e Friedrich Engels.

Il pensiero utopistico di Platone e la sua prima grande teorizzazione di una società comunista sono considerati come fondamento di tali concezioni anche dai loro più agguerriti nemici, da Aristofane nel mondo antico, ai padri della chiesa nel mondo cristiano, a Friedrich Nietzsche nel mondo moderno, per arrivare a Karl Popper nel mondo contemporaneo. Per Nietzsche il pensiero dell’emancipazione dal rapporto servo-padrone, dominante nel mondo arcaico greco aristocratico, è per la prima volta stato gagliardamente contrastato da Socrate-Platone, con cui si sarebbe affermato il razionalismo e la visione morale del mondo. Perciò, il più grande fra i pensatori reazionari vede proprio in Socrate-Platone l’origine di quella decadenza della civiltà occidentale che sarebbe culminata con il primo tentativo di costruire una società comunista ai tempi della Comune di Parigi. Inoltre il discorso di Socrate-Platone sarebbe pericolosamente sovversivo proprio in quanto mette in questione, per la prima volta in modo radicale, la società oligarchica e schiavista sino ad allora assolutamente dominante.

Per Popper, capofila dei pensatori contemporanei liberisti e anticomunisti, non solo alla base del marxismo, ma dell’intero pensiero utopistico vi sarebbe proprio Platone. Perciò, come già Nietzsche, per contrastare alla radice i modi di pensare e, di conseguenza, agire in modo radicale e rivoluzionario diviene essenziale risalire e condurre una critica demolitrice del pensiero di Platone.

Per continuare a leggere la presentazione del corso clicca qui.

17/09/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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