Dopo la restaurazione neoliberista quali sono le condizioni del lavoro oggi?

Dopo decenni di neoliberismo le condizioni di vita dei lavoratori sono spaventosamente peggiorate. Che fare per contrastare questo grave processo?


Molti studiosi marxisti hanno sostenuto e dimostrato che, dopo i cosiddetti trenta anni gloriosi del capitalismo, negli anni ’70 si è delineata una grave crisi economica da cui il sistema si è salvato scaricando i costi della ristrutturazione sul costo del lavoro, palesando le sue capacità rivitalizzanti. In questo video, con un’intervista a Federico Giusti, si analizzano nel dettaglio questi temi: politiche neoliberiste, riduzione del salario, taglio ai servizi sociali che rappresentano il salario accessorio, diffusione del precariato, dei contratti atipici in tutti gli ambiti, aumento dell’età pensionabile e diminuzione delle pensioni, disoccupazione etc.

Due domande sembrano fondamentali: dopo anni di deindustrializzazione, di delocalizzazioni, di crisi demografica, di crescita in rallentamento, di perdita del potere di acquisto dei salari l’Italia si avvia ad essere un paese sempre più marginale nello scenario mondiale? Quale sarebbe la risposta più adeguata a questi processi da parte del mondo del lavoro?

 

19/05/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Alessandra Ciattini

Alessandra Ciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza. Ha studiato la riflessione sulla religione e ha fatto ricerca sul campo in America Latina. Ha pubblicato vari libri e articoli e fa parte dell’Associazione nazionale docenti universitari sostenitrice del ruolo pubblico e democratico dell’università.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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