Gramsci. Concerti e sconcerti

Recensiamo in quest’articolo una raccolta di recensioni gramsciane a opere liriche, pubblicate originariamente sul giornale del Partito socialista tra il 1915 e il 1919.


Gramsci. Concerti e sconcerti Credits: casamuseogramsci.it

Giunge alle stampe in queste settimane una raccolta di oltre ottanta recensioni di opere musicali da parte di Antonio Gramsci, pubblicate originariamente sull’Avanti, e oggi riorganizzate in una nuova veste da parte dei due curatori, Fabio Francione e Maria Luisa Righi. Le recensioni gramsciane, ordinate in un rigido ordine cronologico, fanno parte di un dittico che aveva visto i curatori pubblicare una raccolta di cronache teatrali nel 2017. Le analisi dell’intellettuale sardo sono di norma estremamente sintetiche, cercando di focalizzarsi sulla qualità del contenuto offerto, la ricezione dell’opera da parte del pubblico ed eventualmente la qualità degli interpreti, evitando di eccedere in formalismi e pomposità che spesso caratterizzano le recensioni attuali. È interessante osservare come non manchino commenti sarcastici o osservazioni pungolanti rispetto a ciò che viene mostrato, non cadendo però quasi mai nella nostalgia del passato dell’opera, quanto piuttosto osservare sempre le tendenze in atto nell’opera lirica del suo tempo. Tra le cose di maggiore interesse, a uno sguardo più attento, vi è la denuncia delle condizioni dei lavoratori dello spettacolo, che già allora evidentemente soffrivano condizioni di estrema precarietà, legate da un lato alla bassezza delle paghe (spesso a giornata) e una condizione lavorativa in cui qualunque lamentela era punita con il licenziamento in tronco. Notevoli anche la recensione all’ultimo concerto di Toscanini, nel quale addirittura si pone il quesito di come possa un pubblico così illustre essere lo stesso che nella vita di tutti i giorni opprime il popolo e la recensione del concerto di Helena Morsztyn che suonò a suo giudizio magistralmente Chopin. Molto critico, viceversa, Gramsci lo è riguardo alla Rondine di Puccini, considerata banale e degna di valore solo nell’ultimo atto. Tra le novità viene segnalata positivamente Lodoletta di Mascagni che, pur se non con una qualità eccelsa, realizza comunque un’opera godibile e che ha avuto un buon successo di pubblico. A nostro giudizio questa raccolta risulta dunque di estremo interesse, per tutti coloro che vogliano approfondire aspetti dell’intellettuale sardo trapiantato a Torino magari trascurati e che invece sono assolutamente degni di nota.

15/04/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: casamuseogramsci.it

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L'Autore

Matteo Bifone

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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