#Maiconsalvini: Roma respinge leghisti e fascisti

Roma Città Aperta dice no a Salvini. La contromanifestazione dei movimenti riempie le strade, Piazza del Popolo è un flop.


#Maiconsalvini: Roma respinge leghisti e fascisti Credits: luigi_mazza

Roma Città Aperta dice no a Salvini. La contromanifestazione dei movimenti riempie le strade, Piazza del Popolo è un flop. 

di Luigi Mazza

Si è svolto senza incidenti il corteo dei movimenti contro Matteo Salvini e la Lega Nord. Nelle stesse ore in cui il segretario leghista, ormai battezzato leader del centrodestra italiano, provava a riempire una Piazza del Popolo blindatissima, invitando anche i fascisti di Casa Pound e facendosi benedire dal palco da Giorgia Meloni, Roma medaglia d'oro per la Resistenza si è riversata per le strade, ritrovando finalmente la forza di aggregarsi e compattarsi.
Alla fine la piazza di Salvini, protetta con un imponente cordone sanitario dalle forze dell'ordine, resta piena solo a metà: prevalgono l'accento settentrionale e le bandiere padane; se non fosse stato per il caldo sole romano e l'accento ricco di geminazioni consonantiche di Giorgia Meloni, si sarebbe potuto pensare di essere in provincia di Treviso e non nella capitale “Ladrona” che ruba le tasse del ricco Nord.  

Invece Piazza Vittorio, uno dei quartieri più multietnici di Europa, dove la rete #Maiconsalvini si è data appuntamento per le 2 del pomeriggio, già dal mattino va riempiendosi e colorandosi per poi trasformarsi in un enorme serpentone di oltre ventimila persone che manifestano contro leghisti e fascisti sulle note degli Assalti Frontali (“Roma meticcia”) e di Gabriella Ferri (“Semo romani”). E ci sono tutti, o quasi: i centri sociali, i movimenti per l'acqua e per la casa, i Cobas, l'Anpi, Rifondazione, Sel e l'Altra Europa. Insomma non proprio “quattro barboni coi petardi”, come Salvini ha definito i manifestanti, ma un corteo così imponente da non riuscire a entrare in Campo de' Fiori, dove con la Questura era stato concordato di concludere la manifestazione. Per questo il serpentone colorato, dopo aver superato Piazza Venezia inverte la marcia - “con una manovra azzardata, come tutte le manovre quando si conquistano diritti e spazi”, viene urlato dal camion – per sciogliersi al Colosseo, ma in realtà proseguendo fino a San Lorenzo in modo da non lasciare solo nessuno, “dato che Roma in queste ore è piena di fascisti per le strade”. Intanto su Twitter girano le foto di Piazza del Popolo scattate dall'alto: la manifestazione leghista inizia ad assumere i contorni di un quasi flop. 

“Li abbiamo sotterrati - scandisce al microfono un manifestante –, i leghisti possono tornarsene a casa perché Roma non li vuole”. La contromanifestazione, dunque, ha funzionato e, con buona pace di Salvini che sperava in una replica di Bologna, la piazza non ha ceduto alle provocazioni e ha smentito quanti prevedevano incidenti e scontri. Purtroppo o per fortuna, tutto ciò non è, e non sarà, un Syriza o Podemos (come molti si affannano a dire in queste ore) in versione romana, ma è sicuramente una primo tentativo di opposizione sociale, e dal basso, di chi non sta né con Renzi né con Salvini. 

Il video della contromanifestazione

 

 

02/03/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: luigi_mazza

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L'Autore

Luigi Mazza

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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