Geometri e Confedertecnica contro il governo per la pubblicità “ingannevole” sulle semplificazioni in edilizia previste dallo Sblocca Italia. Professionisti e tecnici del settore chiedono che lo spot (“è casa tua, decidi tu”) venga fermato perché, promettendo meno burocrazia e spese, veicola un messaggio falso e fa “rischiare che si eseguano interventi che minano l’integrità strutturale degli edifici”. I geometri di Bologna lanciano il proprio contro-spot.
di Beatrice Bardelli
Sarà uno spot pubblicitario la buccia di banana del governo Renzi? Che si rivela ancora una volta un governo pasticcione, parolaio, impreparato e superficiale. Questa volta l’arma più potente di Renzi, la comunicazione tout court, ha fatto cilecca. Con la campagna di comunicazione “Agevolazioni sulla casa” dal titolo accattivante “É casa tua, decidi tu”, in onda sulle reti Rai ed in radio dalla fine di gennaio, lo spot della Presidenza del Consiglio sulle semplificazioni in edilizia, previste dallo Sblocca Italia, è diventato un vero e proprio boomerang. Un autogol a tutti gli effetti. Ecco il testo dello spot (http://video.repubblica.it/dossier/le-riforme/sblocca-italia-campagna-agevolazioni-sulla-casa-e-casa-tua-decidi-tu/190205/189151) che milioni di italiani hanno già sentito recitare da una allegra e decisa voce femminile :
“Prima, quando pensavi di ristrutturare la tua casa tra il dire e il fare c’era sempre di mezzo il mare. Oggi non più. Se vuoi ristrutturare casa, dividerla per farne due o unire due case attigue, farlo è più semplice e veloce. Comunichi i lavori al Comune e inizi subito, hai meno documenti da presentare, non paghi più contributi di costruzione e all’accatastamento ci pensa il Comune. È casa tua, decidi tu! Scopri di più su www.casa.governo.it”.
Uno spot truffa. Un messaggio falso, che ha fatto inorridire i professionisti del settore edilizia, i geometri, che, al pari degli operai cassaintegrati, dei precari, dei pensionati e degli infermieri sono scesi in campo per rivendicare il rispetto della legalità e dei propri diritti. Al loro fianco è scesa immediatamente la Confedertecnica, la confederazione sindacale italiana delle libere professioni tecniche che riunisce i sindacati nazionali di rappresentanza dei tecnici liberi professionisti, che si è rivolta all'Autorità Garante della concorrenza e del mercato contro quel messaggio ingannevole.
Lo stesso presidente, Calogero Lo Castro, nell’intervista rilasciata a «Ediltecnico», sottolinea che, affermare che per qualsiasi lavoro di ristrutturazione edilizia, d’ora in poi, sia sufficiente inviare una comunicazione al Comune, senza prevedere la presenza e la consulenza di un professionista tecnico abilitato, “significa rischiare che si eseguano interventi che minano l’integrità strutturale degli edifici, mettendo a rischio l’incolumità delle persone”. E se il Collegio dei geometri di Bologna ha creato un controspot informativo per mettere in ridicolo il messaggio ministeriale (http://www.ediltecnico.it/30644/accatastamento-comuni-arriva-contro-spot-dei-geometri/), in Toscana i Collegi dei geometri delle province di Livorno, Lucca, Pistoia e Siena si sono rivolti all’avvocato Giancarlo Altavilla del Foro di Pisa per presentare un esposto dettagliato, non solo all' Autorità Garante della concorrenza e del mercato, ma anche all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, chiedendo l'immediata sospensione dello spot medesimo per “pubblicità ingannevole”.
È ironico l’avvocato Altavilla quando ricorda che “la voglia di semplificazione” espressa dallo spot di Palazzo Chigi è “priva di senso giuridico”, perché la disciplina edilizia è materia di competenza legislativa delle Regioni e non del governo. Ma è anche preoccupato per il messaggio falso che lo spot pubblicizza, ovvero che i cittadini italiani possano ristrutturare la loro casa semplicemente comunicandone l’intenzione al Comune. “La mera comunicazione non è certo un atto idoneo – spiega Altavilla – e la sua presentazione al Comune non eviterebbe al cittadino l’accusa di aver realizzato opere abusive con conseguenze sia sul piano amministrativo che penale”.
Ed è una bufala sostenere che ci sono meno documenti da presentare. “Siccome gli accorpamenti o i frazionamenti immobiliari non sono un diritto ma vengono disciplinati dai piani regolatori comunali e devono rispondere alle regole di legge vigenti, la certificazione dei requisiti richiesti rimane compito dei tecnici abilitati a cui vanno aggiunti tutti i pareri degli enti pubblici previsti dalla legge”. Come pure è una mera illusione sostenere che la ristrutturazione non comporti il pagamento dei contributi.
“Lo spot evoca una realtà che non esiste – sottolinea l’avvocato – la ristrutturazione degli immobili continua ad essere onerosa sia sotto il profilo dei contributi di costruzione che degli oneri di urbanizzazione. Inoltre non è assolutamente vero che l’accatastamento è divenuto incombenza dei Comuni. L’aggiornamento dei dati catastali e della loro rappresentazione grafica è un atto di competenza tecnica, per di più complesso sotto il profilo delle elaborazioni documentali, ed è rimasto un adempimento costoso che ricade unicamente sul cittadino”.
C’è da chiedersi a questo punto perché i cittadini (male) informati da una comunicazione pubblicitaria istituzionale, addirittura del governo, non dovrebbero credere allo slogan “è casa tua, decidi tu”. E siccome la legge non ammette ignoranza (il Testo Unico sull’edilizia elenca tutta una serie di sanzioni, artt. 30-48, Capo II) e prevede che la responsabilità sia sempre ed esclusivamente personale, potrebbe succedere che chi è stato indotto a commettere un abuso edilizio, ovvero il cittadino, venga punito, anche severamente, ma che rimanga impunito chi ha indotto a commettere quell’illecito.
Ovvero il governo con, in primis, il presidente del Consiglio Matteo Renzi.