“Andrà tutto bene”? Improbabile.

Mentre appare sempre più palese che non ci sia nulla che stia andando bene, a discapito degli slogan propagandistici, Maurizio Marchi di Medicina Democratica immagina due possibili scenari a confronto nel post crisi


“Andrà tutto bene”? Improbabile. Credits: palermotoday.it

Coronavirus: si sprecano le frasi fatte, frutto di specialisti della comunicazione molto “governativi”, non solo in Italia, come l’“Andrà tutto bene” affisso su balconi e scuole, con il classico arcobaleno disegnato fin dai bambini.

Ma anche il “nulla sarà più come prima”, più probabile, ma bisognerà vedere in quale direzione si orienterà “il cambiamento”. Se si dovesse giudicare da alcune avvisaglie (fabbriche d’armi aperte, resistenze di Germania e Olanda ad allargare la borsa, scudo penale per dirigenti sanitari leghisti, ecc) non c’è da stare molto allegri… Il massimo dell’ipocrisia di sistema si raggiunge però quando si afferma “La salute prima di tutto”, quando è evidente alla parte più consapevole della popolazione che la salute è stata da sempre la cenerentola dopo sua maestà il PIL, la produttività sul lavoro, i tagli alla sanità.

Ma andiamo con ordine. Guido Viale in un suo recente intervento [1] scrive:” C’è infine un settore di cui nessuno parla, che fa in qualche modo da barriera tra i molti – lavoratori e non – che vivono alla base della piramide economica e i pochi che ne reggono le fila. Ed è forse, dopo il turismo, il settore più sviluppato e articolato del mondo: quello del marketing e della pubblicità, vera arma di distrazione di massa per promuovere l’accettazione del mondo com’è. È il vero universo della cultura contemporanea, quella che plasma lo spirito di un’epoca e a cui è facile ricondurre una molteplicità di ruoli “creativi”: grafici e copywriter, ma anche artisti e scrittori che ne influenzano lo stile, divulgatori e persuasori che lo diffondono, sociologi e stilisti, attori e indossatrici, e uomini-macchina delle rilevazioni demoscopiche (sempre più concentrate nelle centrali del capitalismo della sorveglianza). La conversione ecologica ha bisogno anche di loro, ma non nei loro ruoli attuali. E il crollo del loro settore potrebbe liberare una massa compressa di creatività diffusa capace di cambiare l’immagine del mondo”.

È il settore che ha coniato, a pro del potere, lo slogan consolatorio “Andrà tutto bene”. Mentre sta andando tutto male, per essere sintetici: disoccupazione dilagante, diseguaglianze abissali, inquinamento, guerre, milioni di profughi, xenofobia, cambiamenti climatici e non per ultimo inadeguatezza sanitaria, ecc.

Riguardo al “nulla sarà più come prima” si possono fare due scenari, contrapposti. Il primo forse utopistico per il potere consolidato, in realtà l’unico realistico:

Scenario riformatore

  1. Rivedere in profondità il sistema economico-monetario, a guida statunitense, fondato a Bretton Woods nel luglio 1944, con il dollaro al centro dell’economia mondiale. Molte cose sono cambiate da allora: il dollaro è ormai quasi carta straccia, perché non ha più alle spalle un’economia solida, ma anzi un cumulo di debito interno e verso l’estero [2]. Debito che non verrà mai ripagato, e che si regge sulla propaganda e sulla superiorità militare. Il dollaro potrebbe essere sostituito, negli scambi globali, da una moneta virtuale sovranazionale, garantita dall’ONU e in particolare dalle economie di tutti i suoi stati membri. Va da sé che analoga radicale riforma dovrebbe investire il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, organismi partoriti a Bretton Woods, affinchè si mettano al servizio dello sviluppo sostenibile. La nuova moneta potrebbe chiamarsi significativamente “solidarietà”.
  2. Rimettere il debito sovrano degli stati più indebitati, a partire da quelli del terzo mondo, ma anche ad esempio dell’Italia e degli stessi Stati Uniti, ad almeno un terzo del livello attuale. È una delle premesse indispensabili per un mondo di pace e solidale.
  3. Riconvertire rapidamente l’industria delle armi, al servizio invece della diagnostica, della ricerca, del risparmio energetico, della conversione ecologica dell’economia; azzerare la spesa militare, cominciando con la messa al bando delle armi nucleari.
  4. Abolire i paradisi fiscali, a partire dall’Europa, uniformando un fisco equo e fortemente progressivo, per reperire risorse per lo sviluppo sostenibile e per i primari bisogni dei più poveri.
  5. Lotta senza quartiere ai cambiamenti climatici, prendendo anche atto della fine tendenziale delle risorse fossili (gas e petrolio), ed avviando una grande riconversione dell’energia e dell’industria verso l’idrogeno, ottenuto dall’acqua di mare con energie rinnovabili (sole e vento). Si creerebbero tra l’altro milioni di nuovi posti di lavoro qualificati, in ogni angolo del pianeta, a impatto zero.
  6. Limitare fortemente la produzione e i consumi di carne (bovina, suina, aviaria), fortissime fonti di diffusione di virus, di produzione climalterante di ammoniaca e di malattie negli umani, non solo obesità. Prendere atto che la produzione massiccia di carni richiede quantità elevatissime di superfici agricole, disboscando aree-polmone e aumentando vertiginosamente l’impiego di diserbanti e pesticidi.
  7. Sradicare povertà, fame e malattie curabili dai paesi più fragili, sfruttati per secoli dal colonialismo europeo, innanzitutto in Africa. Al proposito si legga il libro di Paola Caforio e del sottoscritto “Quanto l’Europa deve restituire all’Africa” [3].
  8. Investire ingenti risorse sulla sanità e sull’istruzione, mettendole al primo posto di un nuovo welfare, non solo nel nord-occidente.
  9. Riformare in profondità il sistema informativo, liberandolo dalle leggi di mercato, e dando molto più spazio al pensiero critico, anziché al pensiero unico dominante
  10. Rimuovere tutti gli embarghi, a partire da quelli a Cuba e all’Iran, a proseguire con quello alla Russia.
  11. Sciogliere la NATO, ormai inutile e con una funzione provocatrice.

Scenario autoritario e conservatore dello status quo

È sicuramente lo scenario più probabile, visti i rapporti di forza attuali, ma anche il più pericoloso e senza prospettive. Nessuna delle istanze riformatrici viste sopra verrebbe adottata, nonostante sia stato evidenziato dalla crisi virale in cui siamo immersi che è il mercato capitalistico ad aver causato ciò che stiamo vivendo. La tendenza perciò è alla guerra, non solo dei dazi, ma anche guerreggiata, asimmetrica e/o nucleare. Molti segnali ci indicano questo scenario cupo.

  1. Gli USA non sono affatto disponibili a mettere in discussione la loro supremazia delle cannoniere e dei missili, con cui impongono ancora Bretton Woods ed il privilegio del dollaro. I loro maggiordomi europei d’altronde non perdono occasione per dichiararsi filo-atlantici, anche se civettano con la Cina (Via della Seta, Italia e Germania) per bassi fini di mercato.
  2. L’Europa, anziché emergere come potenza politica lungimirante e unita, sprofonda nei propri egoismi nazionali, con l’Olanda a fare da testa di ariete nel mantenere i suoi privilegi fiscali. L’Europa, gigante economico e nano politico, probabilmente non sopravviverà al Coronavirus, e sprofonderà nella sua mediocrità e nei suoi egoismi, nel quadro filo-atlantico.
  3. La compressione o la censura delle voci critiche: in Italia il governo ha creato una Commissione contro le fake news, cioè contro le voci libere e critiche. Ritorniamo cioè allo slogan “Andrà tutto bene”, da non mettere in discussione, mentre sempre più cittadini stanno vedendo che sta andando tutto male.
  4. La ripartenza o fase 2 si prepara con un’altra Commissione, presieduta da Vittorio Colao, già AD di Vodafone: dopo gli “arresti domiciliari” per 60 milioni di italiani, la ripartenza si attuerà con il 5G e con la schiavitù delle APP, che tramite gli smartphone renderanno i cittadini sorvegliati sempre, anche dopo la fase della ripartenza. Si prefigura, in altre parole, uno stato di polizia.
  5. Già nella fase attuale, gli unici ambienti che sono rimasti aperti sono (alcuni) ambienti di lavoro e i supermercati: in altre parole siamo ridotti a lavoratori e/o a consumatori, ciò che il sistema vuole che siamo: ma siamo anche o soprattutto persone. Questo aspetto probabilmente si accentuerà nella fase 2.
  6. Il ruolo della scienza e dei vaccini: come stiamo già vedendo, ci sarà un ruolo accentuato della “scienza” legata al potere. La “scienza” delega tutto alla scoperta del vaccino: ci sono una quarantina di aziende che sperimentano il vaccino, quindi si accentueranno il potere di queste aziende e i loro profitti.
  7. Una volta sconfitto il virus, tutto tornerà come prima: modello di sviluppo climalterante e inquinante, consumi di carne esorbitanti, disboscamenti, pesticidi, produzioni d’armi al galoppo, ecc … ma nel frattempo saranno zittite le voci libere e critiche.
  8.  Insomma, un grande disordine sotto il cielo, ma la situazione non è eccellente.

Note:

[1] L'unica cura è la conversione ecologica
[2] 6500 miliardi di dollari su un debito totale di 22.000 miliardi Debito pubblico Usa: lezioni di economia
[3] Reperibile qui a prezzo di costo quanto l'Europa deve restituire all'Africa - Libro di maurizio marchi

26/04/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: palermotoday.it

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L'Autore

Maurizio Marchi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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