Wikipedia e la CIA. Un ritratto della Corea del Nord

Una un'analisi delle fonti utilizzate negli articoli della nota enciclopedia online, una dimostrazione del ruolo dei servizi di intelligence occidentali nella demonizzazione dei paesi scomodi.


Wikipedia e la CIA. Un ritratto della Corea del Nord Credits: https://pixabay.com/it/briscola-minacce-bomba-nucleare-2327493/

In un recente articolo per la rivista Marx XXI [1] mi sono occupato di alcune voci di Wikipedia Italia relative alla Cina. Uno sguardo attento alle fonti e ai link può rivelare alcuni dettagli interessanti: reperiamo una prevalenza di fonti governative americane, compresa la CIA, e di quotidiani altrettanto made in USA. Il punto di vista occidentale rasenta scopertamente la propaganda quando si tratta di questioni relative ai diritti umani. Dà vita a manipolazioni più sottili, e per questo più pericolose, quando riporta dati economici, prospettive di crescita e ogni tipo di dato che possa influire sull’economia politica. Il danno di immagine è grave: secondo la rivista Wired, Wikipedia è il sesto sito più visitato al mondo. Inoltre, il primo sito più visitato è Google, che restituisce una pagina di Wikipedia come primo risultato [2].

Ringrazio La Città Futura per aver attratto la mia attenzione sul fatto che anche la pagina della Corea del Nord soffre di problemi simili. Vorrei utilizzare questo spazio non per ripetere quanto ho già scritto a proposito della Cina, ma per aggiungere qualche considerazione sull’uso ideologico di Wikipedia e del Web.

La pagina Corea del Nord

La pagina che introduce il lettore curioso al piccolo stato comunista che tanto fa parlare di sé in questi mesi presenta senz’altro alcune peculiarità. La parte più importante di una voce di Wikipedia è quella che segue il titolo e precede l’indice: è la più letta, costituisce una sintesi, ed è la sezione restituita dall’algoritmo di Google in seguito a una ricerca dell’utente. L’introduzione a “Corea del Nord” ci avverte immediatamente che si tratta di un Paese che non rispetta i diritti umani, tra i più corrotti al mondo, afflitto da carestie.

Non entro nel merito di quanto questa rappresentazione delle cose corrisponda alla realtà, perché non sono un esperto e non conosco la realtà della Corea del Nord. Piuttosto, se ci caliamo nei panni del lettore scettico, scopriremo qui due generi di manipolazione.

Prima manipolazione: uno sguardo alle fonti

La notizia sulla corruzione è attribuita nel testo a Transparency International: un’ONG fondata da un esponente della Banca Mondiale, della quale la Corea del Nord non fa parte. Se guardiamo alla fonte reale citata in nota, scopriremo tuttavia che il dato in realtà è di seconda mano: proviene da www.travel365.it, un sito di consigli di viaggio, curiosità dal mondo, pubblicità di possibili destinazioni; certo non una rivista scientifica on-line.

Seconda manipolazione: la collocazione delle informazioni

Si tratta di una manipolazione eclatante, ma ve n’è una più sottile. Le denunce sui diritti umani provengono da ONG molto note. Tuttavia, non è frequente che le voci di Wikipedia riportino tali denunce con tale risalto. Facciamo un esempio: Human Right Watch denuncia puntualmente le violazioni dell’Italia in tema dei diritti umani dei migranti [3]. Di tali denunce non troviamo traccia nella pagina di Wikipedia dedicata all’Italia. Se guardiamo alla pagina sull’Arabia Saudita, al paragrafo ‘diritti umani’ troviamo solo notizie sull’ordinamento politico della teocrazia filoccidentale: le critiche sono confinate entro una voce apposita. Invece, nel caso della Corea del Nord, le notizie su carestie e corruzione precedono addirittura i dati geografici su estensione territoriale e popolazione. Perfino la pagina Wikipedia inglese sulla Corea del Nord ha il buon gusto di confinare questo genere di polemiche in un paragrafo dedicato.

Come indagare rapidamente le fonti

In nota veneno: le note sono poco visibili, e i link che rimandano a siti esterni a wikipedia non ce li rendono manifesti finché non li visitiamo. Dunque, per avere una rapida panoramica sul tasso di credibilità delle fonti citate, il modo migliore è semplicemente visualizzare il wikitesto della pagina, ovvero il codice, derivato dall’HTML, che presiede alla sua formattazione. Proprio come la pagina discussione e la cronologia delle modifiche, la pagina modifica wikitesto può essere visitata anche da utenti non iscritti. In questo modo possiamo effettuare rapidamente ricerche nel testo. Ed ecco una sorpresa: il sito www.cia.govè citato almeno 12 volte. Per avere un termine di paragone, nella pagina ‘Italia’ la CIA è citata una sola volta; tre sono le citazioni per l’Arabia Saudita. Della Corea del Nord la Cia racconta la storia passata e recente, i dati demografici e sul PIL, le principali risorse minerarie ed energetiche … Altri siti rappresentati dal dominio .gov sono: The Library of Congress (11 occorrenze), il sito del dipartimento di Stato USA (5 occorrenze), il Foreign Affair Committee (2). Le fonti della Corea del Nord, riconoscibili dal dominio .kp, sono due, contro le cinque riconducibili alla Corea del Sud (.kr).

Come mai gli estensori italiani della voce sulla Corea del Nord nutrono tale passione per le fonti statunitensi? Non si tratta certo di motivi linguistici: molti i siti governativi cinesi sono disponibili in lingua inglese, ma nella pagina della Corea del nord troviamo solo due fonti dal dominio .cn. Il legittimo sospetto è che gran parte delle fonti siano un semplice taglia & incolla ricavato dalla pagina inglese - la quale, tuttavia, costruisce molto meglio la propria neutralità nelle forme e nei toni.

Wikipedia come campo di battaglia

Questo articolo non è un atto di accusa nei confronti di Wikipedia, uno strumento libero, indispensabile e democratico di accesso e di condivisione dei saperi. Tuttavia, le sue regole permettono l’organizzazione di manipolazioni, che danno vita a vere e proprie battaglie. Talvolta si tratta di schermaglie amatoriali, come testimonia la pagina della discussione sulla Corea del Nord, alla sezione NPOV (Neutral Point Of View). Sarebbe sempre bene leggere le pagine di discussione associate a ciascuna voce, per comprendere quale dibattito sia presupposto dalla sua estensione. Nel caso della Corea del Nord, i nemici della Corea del Nord accusano gli estensori della voce di avere uno stile eccessivamente neutrale. Talvolta si sfiora l’umorismo involontario, come nel caso di questo gustoso e qualificante scambio tra due utenti:

Gfpaleorna: «La Corea del Nord una repubblica popolare? Ma scherziamo? Di repubblica e di popolare non c'è niente […] Chissà perché quelle di stampo comunista non sono dittature come quelle di stampo fascista»

Anonimo: «Gfpeleorna, in realtà la locuzione "repubblica popolare" indica proprio gli stati socialisti […] l'unico stato che si definisce repubblica democratica senza essere uno stato socialista è l'Italia, all'articolo 1 della Costituzione (formulato così, guardacaso, per volere del Pci)»

Ad ogni modo, il tipo di manipolazioni occulte che abbiamo sottolineato sono più sottili della normale polemica da bar. Rivelano piuttosto un’indiscussa egemonia culturale esercitata dagli Stati Uniti, e un tentativo di costruire la credibilità della voce evitando toni ideologici e citando dati e fonti, contando sul fatto che saranno ben pochi i lettori che le giudicheranno criticamente e ancor meno quelli che tenteranno di modificare la prospettiva adottata. La verifica delle fonti, che ad ogni ricercatore appare come un fatto scontato, è in realtà il principale problema posto dal web agli utenti non abituati a mettere in discussione l’attendibilità di quel che leggono.

Che fare?

Wikipedia è terreno di conflitti su scala diversa. Pertanto, gli attori dei conflitti su wikipedia non sono diversi da quelli che riguardano il web nel suo complesso. Riprendendo una classificazione dagli studi sulla cybersecurity, i conflitti possono riguardare utenti individuali, gruppi organizzati, Stati. Non mi stancherò mai di ricordare che gli Stati Uniti hanno condotto ricerche pionieristiche sul Cyberwarfare; che in particolare le operazioni di Misinformation and proselytising mirano a fornire informazioni false o parziali indifferentemente ad avversari e a partner; che molti Stati non hanno una politica di cyber-intelligence [4]. Tra questi, la Corea del Nord, spesso dipinta dalla stampa occidentale alla stregua di una nuova Tortuga, base per ogni genere di pirateria informatica [5], è evidentemente molto indietro; anche la Cina non sembra aver scoperto questa porta di servizio che permette attacchi culturali.

A fronte di questa situazione, è dovere del lettore esercitare attivamente il pensiero critico, ricordando sempre che che wikipedia, finché ci si attiene alle sue regole, può e deve essere modificata. Ma sarà sempre più un dovere delle istituzioni politiche e degli Stati organizzare la lotta nel contesto delle Infowar, le guerre dell’informazione, poiché è questo un terreno sul quale non è possibile concedere vantaggi ai propri avversari.


L’autore lavora al Politecnico di Milano

Note:

[1] Galofaro F. L'immagine della Cina in Italia è curata dalla CIA, Marx XXI (website), http://www.marx21.it/index.php/internazionale/cina/28431-limmagine-della-cina-in-italia-e-curata-dalla-cia, 1 ottobre 2017.

[2] https://www.wired.it/internet/web/2017/03/14/100-siti-piu-cliccati/

[3] https://www.hrw.org/europe/central-asia/italy

[4] Cfr. Teti, A. ‘Information warfare e cyberwarfare’, in Lavorare con i Big Data, Milano, Tecniche Nuove,pp. 593-599.

[5] Ad esempio si veda l’assurdo articolo del New York Times secondo il quale 6000 hacker coreani si starebbero preparando in caso di guerra, pronti a rubare milioni di dati e di dollari: http://www.quotidiano.net/esteri/corea-del-nord-cyberguerra-1.3467877. In realtà wikileaks ha rivelato come gli USA disponga di mezzi informatici la cui funzione è far ricadere la colpa delle proprie azioni illegali su hacker nordcoreani - cfr. http://www.marx21.it/index.php/comunicazione/comunicazione/28117-come-dare-la-colpa-agli-hacker-russi-.

18/11/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: https://pixabay.com/it/briscola-minacce-bomba-nucleare-2327493/

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