ZURIGO. Lo scorso mese uno studio sul comportamento di voto relativo alla diversità di genere è stato presentato e pubblicato su media internazionali. La ricerca ha voluto dimostrare che le donne votano più a sinistra rispetto agli uomini. Questo è assodato da tempo in Svezia, Norvegia e Paesi Bassi ed è una tendenza evidenziata anche nelle ultime elezioni in Svizzera, Francia e Germania. La conclusione dei ricercatori che hanno studiato il fenomeno è che le donne votano più a sinistra perché pensano in modo più progressista rispetto agli uomini sulle politiche sociali, ambientali e di genere. Questa tendenza, però, non è stata rilevata come una regola diffusa ovunque in Europa. Infatti non esiste questa tendenza in Irlanda, Italia e Belgio.
In Svizzera, tuttavia, anche questo “divario di genere” nel comportamento elettorale è stato oggetto di un approfondito studio. Secondo la ricerca di “Selects” alle elezioni per il Consiglio nazionale nel 2015, Verdi e Socialisti hanno avuto più donne che uomini tra i loro elettori. Tra i partiti di centro si è riscontrato un equilibrio di genere tra votanti i liberali e i democristiani, mentre a destra della platea politica, la maggior parte dei votanti è stata di genere maschile.
La scorsa settimana, un gruppo di studenti della facoltà di scienze politiche dell'Università di Zurigo ha presentato nuovi risultati della ricerca in un seminario dedicato alle elezioni federali svizzere del 2015. I lavori sono stati guidati dalla professoressa di politica svizzera Silja Häusermann e dal suo assistente Thomas Kurer. Mia Eichmüller, una delle ricercatrici coinvolte, ha esaminato le cause del comportamento elettorale legato al genere in Svizzera, con uno studio straordinario nel quale la giovane autrice è arrivata a questa conclusione: l'atteggiamento nei confronti della politica sociale, della politica ambientale e della politica di genere è diventato cruciale. Come esempio: coloro che preferiscono un congedo parentale, una graduale eliminazione dell'energia nucleare o un salario più equo sono le donne - che hanno votato a sinistra. In altre parole il numero di persone con tali opinioni è più alto tra le donne rispetto che tra gli uomini.
Ci si domanda se le differenze nel comportamento di voto siano dovute alla distribuzione ineguale delle opinioni su queste materie. Non varrebbero inoltre condizioni particolari come lo stato civile o l'integrazione nel mercato del lavoro. Chi ha guidato e elaborato la ricerca in Svizzera ha avanzato anche supposizioni su spiegazioni che poggiano su basi profonde. Quello riscontrato è il “divario di genere moderno”, ovvero le giovani donne sono molto diverse dalle giovani donne dei tempi trascorsi. Attualmente c’è una percentuale crescente di donne di sinistra tra le giovani e nelle famiglie. Lo si è riscontrato, studiando la questione, anche in Svezia, Islanda e recentemente in Austria.
Tra gli scienziati sociali, Rosalind Sharrocks dell'Università di Manchester afferma che questo è dovuto addirittura al declino della religiosità - cioè al processo così detto della secolarizzazione. In altre parole: nel corso delle generazioni, i valori socialmente conservatori in Europa sono andati diminuendo.
D'altra parte, sembrerebbe che un atteggiamento social-liberale sia sempre più diffuso. Questo, in termini di genere, significa maggiore sostegno alle richieste di ridistribuzione tra le donne, mentre gli uomini insistono sul fatto che la responsabilità individuale dovrebbe guidare la politica. Questa influenza del genere sul posizionamento politico e il comportamento elettorale si intreccia con quella altrettanto importante della classe sociale. Ad esempio il titolo di studio e l'occupazione sono due fattori fondamentali che orientano le persone nelle loro scelte politiche.
Questo schema europeo non si ritrova in Paesi dove i partiti sono più orientati alle politiche economiche liberiste, piuttosto che alle esigenze sociali anche di iscritti e potenziali votanti. Per quanto riguarda i partiti della sinistra c’è stato, secondo gli autori dello studio, un notevole cambiamento in tre aree sensibili: genere, ambiente e politica sociale.
Anche in questo piccolo paradiso fiscale nel cuore dell’Europa, fanno comunque riflettere le parole dell’ex Presidente della Confederazione Elvetica Doris Leuthard, che ha affermato che il governo svizzero ha avuto più coraggio politico nel 2010 e nel 2011, quando le donne avevano la maggioranza per la prima volta. “Ad esempio, la maggioranza femminile è stata decisiva per il graduale ritiro dal nucleare” ha detto la ministra alla Neue Zürcher Zeitung.