Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese ha recentemente pubblicato la carta concettuale dell’Iniziativa di Sicurezza Globale (GSI), proposta dal presidente Xi Jinping all’intera comunità internazionale per affrontare congiuntamente le questioni di sicurezza transnazionali. Il documento dimostra a pieno il senso di responsabilità della Repubblica Popolare Cinese per la salvaguardia della pace nel mondo e la sua ferma determinazione a difendere la sicurezza globale.
La GSI portata avanti dalla Cina mira a creare un nuovo percorso verso la sicurezza che preveda il dialogo piuttosto che il confronto, la partnership piuttosto che l'alleanza e il vantaggio per tutti rispetto alla somma zero. Inoltre, fornisce un nuovo corso e un nuovo approccio per affrontare le cause profonde dei conflitti internazionali e risolvere le sfide alla sicurezza che l'umanità deve affrontare.
La GSI incarna quelli che sono i principi fondamentali della politica estera cinese sotto la leadership di Xi Jinping, ovvero la visione di una comunità con un futuro condiviso per l'umanità, in cui il multipolarismo e il vantaggio reciproco abbiano la meglio sui progetti egemonici e sui giochi a somma zero.
La proposta cinese ha ricevuto commenti positivi sia in patria che all’estero, come nel caso di Danilo Turk, ex presidente della Slovenia, che ha tenuto un discorso in occasione della cerimonia di presentazione del documento. "La Global Security Initiative offre un solido quadro concettuale per il dialogo e la cooperazione sulla sicurezza globale", ha affermato Turk, aggiungendo che la carta concettuale sottolinea giustamente la centralità del rispetto per la sovranità, l'integrità e la dignità di tutti gli Stati, e il non uso della forza e la non interferenza negli affari interni degli Stati. “Questi sono i valori essenziali di importanza globale sanciti negli scopi e nei principi della Carta delle Nazioni Unite”, ha affermato.
Nella stessa occasione, è intervenuto, attraverso un videomessaggio, anche Ban Ki-moon, ex ministro degli Esteri della Repubblica di Corea e successivamente Segretario generale delle Nazioni Unite. "Solo un multilateralismo efficace radicato nella cooperazione e nell'urgenza può guidare le Nazioni Unite a rispondere meglio alle crescenti sfide globali di oggi e salvaguardare la sicurezza globale, comprese le minacce non tradizionali emergenti", ha dichiarato l’ex numero uno del massimo organismo internazionale.
Il documento concettuale riassume i concetti e i principi fondamentali della GSI in sei impegni, che sono: rimanere fedeli alla visione di una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile; rimanere impegnati a rispettare la sovranità e l'integrità territoriale di tutti i Paesi; rimanere impegnati a rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite; rimanere impegnati a prendere sul serio le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi; rimanere impegnati a risolvere pacificamente le differenze e le controversie tra i paesi attraverso il dialogo e la consultazione; rimanere impegnati a mantenere la sicurezza sia nei domini tradizionali che in quelli non tradizionali.
"Questi sei impegni ci forniscono una guida fondamentale per salvaguardare la pace e la tranquillità nel mondo di fronte a dilemmi di sicurezza senza precedenti", ha affermato sul Quotidiano del Popolo Zhu Zhongbo, direttore e ricercatore associato presso il Dipartimento di studi internazionali e strategici dell’Istituto Cinese di Studi Internazionali.
L’atteggiamento della Cina nei confronti delle questioni globali contrasta con quello degli Stati Uniti, che invece continuano a perseguire il proprio progetto di egemonia sull’intero pianeta. Al fine di mantenere il suo ruolo di prima potenza mondiale nei campi politico, militare, economico, finanziario, tecnologico e culturale, gli USA hanno “provocato conflitti e scontri, imposto arbitrariamente sanzioni unilaterali, interferito grossolanamente negli affari interni di altri Paesi, portato avanti infiltrazioni e sovversioni, e intenzionalmente condotto guerre”, si legge in un editoriale del Quotidiano del Popolo.
Ad oggi, gli Stati Uniti hanno circa 800 basi militari all'estero, con 173.000 soldati dispiegati in 159 Paesi. Secondo un rapporto della Tufts University, gli Stati Uniti hanno intrapreso quasi 400 interventi militari a livello globale tra il 1776 e il 2019, provocando tragedie umanitarie in tutto il mondo. Le guerre e le operazioni militari lanciate dal paese in nome della lotta al terrorismo hanno causato oltre 900.000 vittime ed almeno 37 milioni di sfollati in tutto il mondo.
Al fine di mantenere il proprio ruolo di prima potenza economica, inoltre, gli Stati Uniti sfruttano il primato del dollaro come valuta di scambio internazionale ed impongono sanzioni illegali a Paesi terzi, tanto che al momento sono non meno di 40 gli Stati sottoposti alle sanzioni di Washington, causando gravi carestie e crisi umanitarie come nel caso della Siria.
Questi pochi elementi dovrebbero essere sufficienti per valutare quale modello sia migliore per il futuro del mondo, se quello multilaterale promosso dalla Cina o quello unilaterale a guida statunitense.