Il cadornismo in Ucraina

Perché innocenti soldati, in primis ucraini, delle classi subalterne vengono mandati allo sbaraglio a morire contro alle trincee fortificate russe per sperimentare e consumare le armi vendute per i profitti degli imperialisti occidentali e fatte pagare ai proletari degli stessi paesi, in primo luogo attraverso l’inflazione.


Il cadornismo in Ucraina Credits: https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/96468-guerra-ucraina-mosca-dall-inizio-della-controffensiva-kiev-ha-subito-pesanti-perdite.html

Grazie al pronto supporto dell’imperialismo occidentale, la guerra in Ucraina, che nei piani dello stato maggiore russo avrebbe dovuto essere una guerra lampo, di movimento, è divenuta una guerra di logoramento, di trincea. Peraltro questo era l’obiettivo principale ed esplicito del sostegno statunitense all’Ucraina, costringere la Russia a impantanarsi in una guerra potenzialmente infinita, tanto da far dimenticare la pessima figura dell’imperialismo occidentale in Afghanistan. Peraltro, come nella guerra in Afghanistan dell’Unione sovietica, anche in questo caso l’imperialismo ha messo in piedi ogni forma di provocazione per spingere la Russia a intervenire militarmente in Ucraina.

L’imperialismo occidentale è, perciò, non solo completamente disinteressato a ogni possibile accordo di pace o anche a una semplice tregua duratura, ma anzi fa di tutto per sabotare ogni tentativo che qualsiasi altro paese tenta di fare in questa direzione. Per l’imperialismo occidentale la guerra potrà terminare unicamente quando la Russia sarà costretta a ritirarsi non solo dai territori russofoni attualmente occupati, ma da tutte quelle regioni russofone del Donbass, che hanno dimostrato chiaramente la volontà di non sottostare alla controrivoluzione colorata in Ucraina, che ha costretto questo paese non solo a lasciare campo libero al neoliberismo più sfrenato, ma a divenire l’avamposto della nuova guerra fredda scatenata dalla Nato contro la Russia e la Cina.

Già questi presupposti non saranno mai accettati da un governo russo, salvo estremamente improbabili rivoluzioni, in quanto segnerebbero una cocente sconfitta che la popolazione del paese non potrebbe accettare. Come se non bastasse le forze della Nato pretendono la restituzione della penisola di Crimea all’Ucraina, nonostante che la stragrande maggioranza di questo territorio abbia inequivocabilmente espresso, nel modo più netto, la propria decisa risoluzione a distaccarsi dall’Ucraina dopo la controrivoluzione colorata e di rientrare a far parte della Russia, alla quale sono molto più legati da ogni punto di vista. Si tratta di condizioni che evidentemente e notoriamente nessun governo russo potrà mai accettare.

Altrettanto chiaramente gli ucraini non avranno mai la forza per imporre tali condizioni ai russi e un intervento diretto della Nato in tal senso porterebbe a una guerra mondiale nucleare che quasi certamente comporterebbe la ingloriosa fine dell’antropocene.

In tal modo la guerra rischierebbe di protrarsi all’infinito, situazione rovinosa per l’Ucraina e la Russia, ma estremamente utile ai paesi della Nato, che potranno continuare ad aggirare la crisi di sovrapproduzione vendendo armi agli ucraini e/o costringendo i propri stessi popoli a pagarle, dal momento che sempre più l’Ucraina non ha più nulla da offrire in cambio.

In tal modo, le potenze imperialiste stanno raggiungendo il loro più alto obiettivo, cioè costringere paesi più deboli come Russia e Ucraina a farsi distruggere i propri capitali e mezzi di produzione, per dare respiro alla crisi di sovrapproduzione che rischia altrimenti di soffocare i paesi a capitalismo avanzato.

Dunque, al contrario di quello che vogliono far credere, i paesi imperialisti non solo non hanno nessunissimo interesse a sostenere l’Ucraina, ma stanno facendo di tutto per renderla così povera e indebitata da dover cedere ogni residuo di sovranità al capitale finanziario transnazionale. Al solito chi sta più apertamente collaborando con questo mostruoso e suicida scenario sono proprio le forze che si autodefiniscono, nazionaliste, a partire dalle forze della destra fascistoide.

Come se non bastasse, dopo aver fatto di tutto per produrre questa potenzialmente infinita guerra di logoramento, non paghe le potenze dell’imperialismo occidentale, che sarebbero i grandi sostenitori della libertà, della democrazia, dei diritti umani, stanno costringendo i loro “alleati” ucraini a una tattica semplicemente suicida, cioè assaltare senza neanche poter sfruttare il fattore sorpresa le linee fortificate delle forze russe e russofile. Questa tattica suicida, decisiva per perpetuare nel modo più sicuro tutta l’infamia della guerra imperialista, è tristemente nota, nel nostro idioma, come cadornismo, aggettivo che deriva dal comandate in campo dell’esercito italiano che durante la prima guerra mondiale aveva, di fatto, condannato a morte o, quantomeno all’invalidità, migliaia e migliaia di giovani compatrioti, costretti ad abbandonare le trincee per assalire, senza nessuna reale possibilità di successo, le linee ultra fortificate del nemico.

Naturalmente questa tattica suicida è imposta esclusivamente ai giovani figli delle classi subalterne, visto che i membri delle classi dominanti e la loro prole hanno tutti gli strumenti utili per poter sfuggire a questo terribile destino. Da quando le potenze imperialiste occidentali con il loro intervento hanno provocato questa spaventosa guerra di logoramento e di trincea, sproloquiano di una controffensiva ucraina, considerata necessaria per giustificare, in primo luogo dinanzi alla propria opinione pubblica – che paga in modo diretto e indiretto questo continuo “sostegno” bellico alle forze armate ucraine – la necessità di perpetuare questo salasso. Perciò gli ucraini, per poter continuare a essere tenuti in piedi nel loro sforzo bellico dalle potenze occidentali, si vedono costrette a lanciare costantemente all’arrembaggio le proprie truppe in sortire dalle trincee che hanno esiti necessariamente catastrofici. Condannare a morte migliaia di giovani, del popolo che si pretende in tal modo di “aiutare” e sostenere, per poter conquistare, nel migliore dei casi, pochi metri di terra di nessuno, è un crimine contro l’umanità.

Di tale spaventosa realtà non parla sostanzialmente (quasi) nessuno, tanto che molti ingenui la considereranno l’ennesima assurda tesi complottista. Chi “ragiona” in tal modo dimostra chiaramente di non conoscere realmente un dato di fatto che dovrebbe essere ormai del tutto acclarato, cioè che l’ideologia dominante è necessariamente sempre quella delle classi dominanti. Ora, come abbiamo visto, le classi dominanti hanno tutto l’interesse a perpetuare il più a lungo possibile questa assurda e criminale guerra di logoramento. Innanzitutto per ragioni economiche, in quanto è l’unico modo per aggirare la crisi di sovrapproduzione, senza mettere in discussione la proprietà privata dei mezzi di produzione. In secondo luogo per perpetuare il proprio potere e il proprio, sempre più irrazionale, dominio, in primo luogo dal punto di vista militare, dal momento che la Russia è attualmente l’unica potenza residua che può realmente tenere testa su questo piano all’altrimenti “onnipotente” imperialismo occidentale. Tener testa significa non avere una potenza militare paragonabile a quella della Nato, ma possedere dei deterrenti nucleari di tale portata che neanche i paesi più accaniti imperialisti riescono a far accettare alle proprie popolazioni la “necessità” di non indietreggiare dinanzi a una vera e propria apocalisse nucleare.

Senza contare che la presunta necessità di supportare la sedicente guerra di “liberazione nazionale” ucraina è una fake news indispensabile a giustificare il costante riarmo delle potenze imperialiste a danno delle classi dominate, che pagano queste assurde gabelle in primo luogo con l’aumento dell’inflazione. Del resto la politica bellicista è da sempre il principale diversivo adottato dalle classi dominanti per impedire ai subalterni di reagire alla loro costante lotta di classe portata avanti verso i più deboli. Senza dimenticare che le tendenze a regimi bonapartisti regressivi – resi indispensabili dalla crescente difficoltà di dominare con l’egemonia, vista la crescente carenza di sovraprofitti da distribuire alle classi subalterne – è giustificabile solo grazie allo stato costante di eccezione che sarebbe indispensabile per far fronte adeguatamente allo sforzo bellico. Perciò già oggi qualsiasi voce minimamente dissonante dall’ideologia guerrafondaia dominante viene prontamente messa a tacere se rischia di poter avere echi di massa.

D’altra parte, ci si domanderà perché anche le poche forze che hanno coloro che si battono per i subalterni denuncino poco o niente questa spaventevole situazione. Ora, come dovrebbe ormai essere noto, una parte di questi ultimi si fanno, involontariamente, egemonizzare dall’ideologia dominante e, quindi, scambiano la loro radicalità, con l’estremizzare le posizioni dei ceti dominanti, ponendosi da vere mosche cocchiere del capitale, all’avanguardia nel sostegno della catastrofica prospettiva di riarmo dell’Ucraina, fino ad arrivare all’assurdo di denunciare la Nato, in quanto lascerebbe da sola l’Ucraina a tener testa all’aggressione dell’imperialismo russo, avendo paura di schierare direttamente in campo il proprio esercito.

Del resto, anche le forze antagoniste che non si lasciano direttamente egemonizzare dalla classe dominante, ne sono indirettamente influenzate, al punto da introiettare l’ideologia della nuova guerra fredda, salvo che invece di schierarsi con gli Stati Uniti, si prendono le parti della Russia. In tale ottica gli ucraini che combattono vengono considerati o in modo semplicistico dei nazisti o filonazisti, o degli ascari dell’imperialismo. Quindi, non sarebbe da veri antimperialisti denunciare il cadornismo delle forze imperialiste ai danni degli ucraini.

Chiaramente tale prospettiva “neo-campista” senza l’Unione sovietica non può che condannarsi al marginalismo, al minoritarismo e a rinunciare, di fatto, alla stessa ambizione di contendere il potere alle classi dominanti.

Vi è, infine, una posizione più avanzata che critica il cadornismo sostenendo che i paesi imperialisti non potrebbero sostenere una tattica che porterebbe a distruggere, in modo improduttivo, i capitali investiti nell’apparato bellico fornito agli ucraini. Tale posizione non tiene conto che tali capitali sono realmente produttivi solo se vengono fatti consumare a spese, in primo luogo, di ucraini e russi, in secondo luogo a spese dei subalterni sul piano nazionale e internazionale. È possibile continuare a investire produttivamente in armi solo se vengono consumate dai fruitori, consentendo ai produttori di intascare i relativi profitti e di avere nuove commesse pubbliche per continuare ad accrescere i propri profitti privati. Senza contare che le armi messe a disposizione del cadornismo sono in primo luogo i fondi di magazzino e le armi più superate e sovraprodotte dai fornitori imperialisti. Infine, occorre tener presente che il cadornismo è essenziale per poter testare le armi e renderle così appetibili nel mercato globale.

13/10/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Renato Caputo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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